Non mi risulta che all'estero ci siano tutte queste distinzioni amatore-escursionista-elite-udace-fci-uisp-csain e chi più ne ha più ne metta...
Da quel che so lì esiste solo la Federazione Nazionale affiliata UCI (tipo la nostra FCI) che segue alla lettera le direttiveUCI in temadi categorie.
Semplicemente, ci sono gli AGONISTI tesserati secondo le CATEGORIE UCI (JUNIORES-UNDER23-ELITE-MASTER1-2-3-ecc...) e gli "amatori", senza tessera, che sono quindi a tutti gli effetti "HOBBY". Dal punto di vista italico detti "ESCURSIONISTI".
Quindi, per prima cosa, non esiste la categoria "MASTERSPORT" (o SPORTMAN, ELITE SPORT, ecc...), un'invenzione tutta italiana per accontentare gli "amatori" della tipologia "vorrei ma non posso..." : se uno tra i 19 e i... boh [circa 30 anni] vuole fare l'agonista deve per forza di cose tesserarsi ELITE o UNDER. Addirittura di recente la FCI si è inventata la categoria "MASTER JUNIOR" per tesserare anche gli "amatori" non JUNIORES...
Per farla breve, se uno va forte, ha le potenzialità per farlo o decide di intraprendere seriamente la strada dell'agonismo si tessera. Con tutte le conseguenze e responsabilità del caso (regolamenti, tesseramenti, controlli antidoping, ecc...).
Se uno invece non ha le potenzialità per "andar forte", può ugualmente partecipare come "hobbybiker". E la stragrande maggioranza dei partecipanti alle marathon rientrano in questa categoria.
In italia, invece, bisogna sempre fare le cose alla cazzo di cane: mille categorie, mille regolamenti, mille enti che si fanno la guerra tra di loro. Perchè?
Alla federazione sta bene che ci siano tanti tesserati e una marea di categorie (agonisti, amatori, cicloamatori, ecc...) perchè con le tessere... ci campa.
Al biker medio interessa farsi la tessera perchè se non ce l'ha... non è nessuno (basta vedere come vengono trattati gli escursionisti alle GF...).
Tutto questo a che ha portato? A un movimento superagonista capitanato da mezze seghe e ciclisti della domenica che ogni domenica si scannano per il prosciutto o la bottiglia di vino, spesso in barba a ogni etica o regolamento. E di conseguenza, con questi personaggi come esempi, tutta la massa va nella stessa direzione... mentre i professionisti veri, quelli che veramente possono farsi valere a livello internazionale, devono sguazzare e vivacchiare in questo mondo.
Nel frattempo chi dovrebbe far qualcosa... gongola (vedi proventi tessere).
Invece di promuovere un'attività dove ad emergere siano pochi, i più meritevoli e capaci, viene incentivato un movimento caotico e complicato dove ognuno fa quel che vuole.
Se raddoppiasse, o triplicasse il costo delle tessere...
Se si desse più importanza ai non tesserati...
Se venisse attuata una "selezione" delle prove e degli organizzatori, per cui va avanti solo chi garantisce standard di un certo livello...
Se venisse stilato un calendario ordinato e intelligente, invece di lasciare tutto in mano all'iniziativa dei singoli...
Se si investisse di più nel XC,
disciplina olimpica...
Se si facessero più controlli antidoping...
Se si dessero meno premi agli amatori e più incentivi agli agonisti "veri"...
...forse la situazione potrebbe cambiare.
Dico solo che nei paesi al top nella MTB mondiale (GER-AUT-FRA-GER-USA) i "non tesserati" sono la stragrande maggioranza del movimento...
Se l'obiezione può essere "ma con la tessera sono assicurato"... allora la FCI invece che vendere tessere per correre+l'assicurazione, che venda solamente assicurazioni per l'attività ciclistica...
Quanto a tutti gli altri enti... non capisco l'utilità della loro esistenza. Ma, essendo riconosciuti dal CONI, un motivo di esistere ce l'hanno.
Non capisco però perchè la loro attività viene consierata "agonistica": in questo modo si è creato un movimento "parallelo" alla FCI (con addirittura i Campionati Mondiali... fano ridere anche i sassi!
).
La soluzione potrebbe essere che il CONI equipari i tesserati degli enti agli escursionisti, e tutte le attività organizzate a semplici "pedalate ecologiche" senza premi nè classifiche individuali.
Delirio allo stato puro...