Cala Violina, Monte d'Alma e Scarlino

  • Siete di quelli che, quando comincia a fare freddo, mettono la bici in garage e vanno in letargo, sdivanandosi fino alla primavera? Quest’anno avrete un motivo in più per tenervi in forma, e cioè la nostra prima Winter Cup, che prende il via il 15 novembre 2024 e si conclude il 15 marzo 2025.
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Orsetto

Biker grossissimus
15/12/03
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Dalla costa Tirrenica
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Cala Violina, Monte d’Alma e Scarlino

Il percorso proposto è interamente compreso nella zona delle Bandite di Scarlino, un complesso forestale intercomunale a sud di Follonica esteso tra i comuni di Scarlino, Gavorrano, Follonica e Castiglione della Pescaia.
L’area è caratterizzata da una sentieristica ben segnalata che consente di percorrerla senza particolari difficoltà e senza dover fare uso del GPS.
Questo itinerario descrittivo può essere tranquillamente percorso da chiunque facendo attenzione a seguire le frecce bianco-rosse indicatrici dei vari tracciati previsti; presso il Comune di Scarlino (delegato alla gestione dell’intero complesso forestale) è istituito un ufficio operativo per la gestione dell’area delegato anche allo sviluppo turistico della zona.
Contattando il Comune è possibile ricevere a domicilio una ottima cartografia della zona (a pagamento).

Alcune brevi considerazioni: l’itinerario proposto richiede una discreta capacità fisica sia per la salita (sono da superare tratti piuttosto ripidi, per lo più pedalabili ma piuttosto lunghi) sia per la discesa (il 36 su Scarlino e il 18 sono sentieri piuttosto impegnativi).
Nel tratto intorno a Cala Violina si consiglia di fare attenzione nel percorrere i sentieri perchè durante il periodo estivo sono piuttosto frequentati sia da bikers che da escursionisti.

Al momento della pubblicazione di questo itinerario devo dire che non sono in grado di darvi con precisione lunghezza e altimetria; in effetti io personalmente non ho mai fatto tutto il giro per intero, ma l’ho percorso in direzioni e con abbinamenti diversi.
In ogni caso, questo “collage” che vi propongo dovrebbe essere poco superiore ai 40 km e con un dislivello intorno ai 1100 metri.
 

Orsetto

Biker grossissimus
15/12/03
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Dalla costa Tirrenica
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Partiamo dalla località Puntone di Scarlino dove è possibile parcheggiare comodamente.
Per chi arriva da Follonica, in Località Puntone (in prossimità dell’area campeggi), occorre superare il semaforo e girare immediatamente a destra (riferimento: insegna di una farmacia).
Per chi arriva da Grosseto/Castiglione della Pescaia, in fondo alla discesa prima del semaforo e prima del bivio per Scarlino/Gavorrano si gira a sinistra al parcheggio.
Per chi arriva da Scarlino/Gavorrano al semaforo girare a sinistra in direzione Castiglione della Pescaia/Grosseto e subito a destra al parcheggio.

Dal parcheggio si può individuare facilmente una strada asfaltata in disuso bloccata da una sbarra metallica (non andate in direzione mare; dovete procedere in direzione Castiglione della Pescaia).
E’ la vecchia strada delle Collacchie, oggi sostituita dalla comoda statale SS 322 che la costeggia a sinistra.
Risaliamo la vecchia strada delle Collacchie che ci permette di osservare il bel panorama sul golfo di Follonica, l’Elba, Piombino e sotto di noi il porticciolo turistico del Puntone.
La strada termina in corrispondenza di un’altra sbarra che superiamo a sinistra trovandoci sulla strada asfaltata in corrispondenza del bivio per Portiglioni.
Proseguiamo sulla statale facendo attenzione al traffico intenso per poche centinaia di metri, finchè notiamo un passaggio alla nostra destra in corrispondenza di una interruzione del guard-rail che ci consente di proseguire su un viottolo sterrato che costeggia la provinciale.
In corrispondenza di un cartello turistico del parco sulla nostra destra entriamo nel bosco, seguendo il sentiero n. 10.
Dopo un breve tratto in leggera salita la strada inizia a scendere, compie una curva a destra (con un divertente appoggio) e prosegue pianeggiante.
Qui occorre fare attenzione a seguire la deviazione a sinistra, in salita (segnavia n. 10), ignoriamo la deviazione del n. 9 alla nostra sinistra e proseguiamo sul single track che sale nel bosco.
Ci attendono alcuni tratti tecnici in salita piuttosto difficili da superare, poichè il sentiero è attraversato da fossette di scolo, radici, tratti pietrosi.
Il tratto difficile è di breve durata, e presto si prosegue comodamente nel bosco fino a trovare un bivio a T dove si incrocia il sentiero n. 3.
Il 3 corre intorno a Poggio Sentinella; decidiamo di percorrerlo verso destra, su un comodo tratto pianeggiante.
Il sentiero sbuca in una cessa, dove proseguiamo a sinistra per poi riprendere alla nostra destra il sentiero 3 (sempre un single track) stavolta in discesa.
Facendo attenzione al successivo tratto pietroso scendiamo fino al bivio successivo, dove ignoriamo il segnavia 11 alla nostra destra proseguendo a sinistra ancora sul percorso 3.
Il tracciato è ora molto vario, alterna tratti di bosco a tratti di bassa macchia mediterranea, presenta alcuni saliscendi e attraversa una pinetina.
Consente poi di godere di bellissimi panorami sul promontorio di Cala Violina, Punta Ala e l’Isola d’Elba.
Il sentiero 3 termina su una grande strada sterrata in prossimità di alcuni tavolini: si tratta della strada che collega Cala Violina al parcheggio delle auto, molto frequentata dai turisti soprattutto nel periodo estivo.
Da qui decidiamo di proseguire a sinistra, in direzione opposta al mare.
Superata la cessa, che incrocia la strada dove ci troviamo, notiamo sulla destra un evidente sentiero che risale nel bosco.
E’ il sentiero “Cala Violina”, che costeggia la carrozzabile che parte dal parcheggio.
Dopo un breve tratto iniziale di salita il sentiero prosegue in discesa nel bosco, con divertenti cambi di direzione tra gli alberi.
Arrivati in piano teniamoci sempre sulla destra, in direzione di un podere (Podere Laschetti) del quale notiamo le recinzioni davanti a noi.
Il sentiero confluisce su un viottolo più ampio (segnavia n. 1) alla nostra destra, che costeggia le recinzioni.
Lo percorriamo per alcune centinaia di metri finchè notiamo sulla sinistra un largo cancello metallico.
Lo superiamo, avendo cura di richiuderlo alle nostre spalle e proseguiamo a dritto fino a trovare una piccola strada asfaltata, in prossimità della quale giriamo a sinistra fino alla statale in località Pian d’Alma.
Con molta attenzione attraversiamo la provinciale in diagonale e ci immettiamo sulla strada vicinale di Pian d’Alma, lasciandoci a destra il piccolo gruppo di fabbricati e la chiesa.
La strada prosegue asfaltata per alcuni chilometri dentro l’ampia vallata; la tranquillità di questo tratto di percorso ci consente di godere a pieno della bellezza di questa zona: sulla destra incombe Poggio Ballone e la Serra di Tirli, sulla sinistra si innalzano i poggi boscosi sopra i quali ci dirigeremo.
In corrispondenza di una curva a destra ad angolo retto lasciamo la strada asfaltata per immetterci in una ampia carrozzabile sterrata (segnavia 32) in corrispondenza di un grande invaso artificiale.
La comoda sterrata prosegue in leggera salita nel bosco; al successivo bivio in corrispondenza di una sbarra proseguiamo sempre sul 32 (lasciamo a sinistra il n. 33), oltrepassando la località “Zinghera” come viene segnalato in un cartello di legno alla nostra destra.
Ad un importante bivio successivo teniamo la sinistra, in direzione Santa Lucia sul percorso che ora è indicato con il numero 37 (il ramo di destra risalirebbe verso l’eremo di Sant’Anna e Tirli).
Anche il percorso 37 è una ampia strada che prosegue comodamente nella vallata in un folto bosco costeggiando il Fosso S.Lucia, spesso carico d’acqua.
Ignorando le deviazioni laterali, giungiamo in prossimità del podere S.Lucia, dove la strada si impenna bruscamente.
Ci aspettano alcune rampe molto ripide ma su fondo buono; il panorama davanti a noi è un’occasione per fermarci a prendere fiato e osservare i rilievi che ci separano dalla piana di Grosseto.
La strada finalmente spiana in prossimità di un bivio dove confluiscono altre strade vicinali.
Il ramo che interessa a noi è quello di sinistra (segnavia 54), che prosegue in salita.
Si attraversa un bellissimo bosco di sughere (Sughericci) fino ad un bivio successivo, in corrispondenza del quale proseguiamo nuovamente a sinistra (segnavia 34), in direzione “Buca della Neve”.
Dopo alcuni saliscendi ci aspetta un altro tratto di ripida salita, sempre sulla ampia strada principale (successivamente cambia numero in 33 – seguire sempre la strada principale in salita) fino ad arrivare ad uno slargo in prossimità di una casotto utilizzato dai cacciatori.
Sulla sinistra un cartello ci avvisa che siamo giunti in località “Buca della Neve”.
Da qui lasciamo la grande strada principale per risalire il viottolo sulla nostra destra.
La segnaletica delle Bandite qui è assente (sarebbe il percorso 35, per chi può seguire la carta), ma è difficile sbagliare.
Dopo una breve rampa il sentiero si fa meno ripido, costeggiando le pendici del Monte d’Alma; al bivio successivo imbocchiamo il sentiero di sinistra, segnato sulla carta come n. 36 ma anche questo senza evidente segnaletica.
Si tratta di un bellissimo single track che ci porterà fino a Scarlino.
Il sentiero è lungo, costantemente in discesa, spesso tecnico ma mai impossibile; i tratti su pietra sono frequenti e spezzano il ritmo della discesa, rendendolo vario ed impegnativo.
Si attraverseranno tratti panoramici che ci faranno vedere la piana di Scarlino, Follonica e il mare, le colline metallifere dietro Massa Marittima; alla fine, dopo un castagneto, confluiremo su una strada asfaltata che, percorsa sulla destra ci porterà dopo pochi metri in vista della rocca di Scarlino, l’antico castello aldobrandesco che domina il paese.
Una comoda strada ci porta all’ingresso della fortificazione, in prossimità di una oliveta da dove si può godere una ampia vista panoramica sulla piana sottostante e in direzione Gavorrano.

Terminata la visita ripercorriamo a ritroso la strada asfaltata fino al punto in cui siamo arrivati dal lungo single track precedente e proseguiamo oltre, sempre su asfalto, in discesa.
Al primo bivio successivo prendiamo la strada di sinistra, ancora in discesa.
Dopo un tornante destrorso possiamo notare sulla sinistra una vicinale sterrata che prosegue in direzione opposta alla nostra.
Qui ritroviamo i cartelli della sentieristica e l’indicazione del segnavia 28, che percorreremo per il tratto successivo.
La strada si inoltra inizialmente tra alcune proprietà private, entra in un castagneto (ignorare l’indicazione per il 29 in prossimità di una curva a destra) e prosegue alternando tratti pianeggianti e brevi ripide rampe.
Occorre fare attenzione perchè, dopo una curva a destra, si stacca sulla sinistra un sentiero ripido che risale il versante della collina.
Il sentiero è segnato con il numero 28 su un piolino di cemento in basso.
Da qui bici in spalla e un po’ di buona volontà per risalire il ripido tratto sassoso; il fondo e la pendenza lo rendono difficilmente pedalabile salvo brevi tratti, e oltretutto è bene conservare le energie per la salita successiva.
Attenzione ad un bivio successivo a prendere il ramo di destra, che continua a risalire molto ripido (la traccia è segnata con il n. 28).
Dopo un’altra ripida rampa sassosa il sentiero si fa sempre più pedalabile, prima a tratti, poi per lunghi tratti nel bosco.
La pendenza e il fondo lo rendono comunque impegnativo; dopo l’ennesima ripida rampa il sentiero confluisce in una ampia strada di bosco; siamo giunti alla circondaria di Poggio Tavolone, segnata con il numero 23.
Il tratto che a noi interessa è quello di sinistra; troviamo ancora una breve salita fino ad uno slargo, indicato con il cartello “Passo Tre Croci”.
Da qui deviamo su una strada che entra nel bosco alla nostra destra (segnavia 23), un tratto di discesa sporco e sassoso (si consiglia molta attenzione anche per le insidie nascoste sotto il fogliame) che ci farà confluire su una ampia sterrata nella quale giriamo a sinistra, proprio di fronte ai resti dell’antico convento di Monte di Muro.
Dell’antico convento del tredicesimo secolo resta poco, inghiottito dalla macchia e in stato di degrado evidente; per chi vorrà dedicarvi qualche minuto è comunque evidente ciò che resta dell’antica chiesa e degli alloggi dei frati.
Terminata la visita proseguiamo oltre i ruderi del monastero sulla strada principale; ad un successivo slargo ignoriamo il sentiero 24 che scende nel bosco ma saliamo alla nostra sinistra.
Al successivo bivio scendiamo invece alla nostra destra sulla ampia strada di cessa che si apre davanti a noi; il bivio è riconoscibile da un evidente segnale di pietra ancora presente ai bordi della strada, quando la stessa era utilizzata come viabilità ordinaria per collegare Scarlino al mare.
La strada di cessa che percorriamo è ampia e veloce e ci farà perdere quota ma per poco; occorre superare un breve muro verso la cima di Poggio Gattolina, uno strappo che ci porterà a una quota di 350 metri dalla quale la vista (alle nostre spalle) spazia sulla verde coltre di bosco che ricopre Monte di Muro, Poggio Tavolone e i rilievi più elevati di monte Stella e Monte d’Alma.
Dalla cima di Poggio Gattolina scegliamo la cessa di destra (segnale 17) che percorriamo prima in discesa e poi con un breve tratto di salita (Poggio Canapule).
Nel frattempo avremo ignorato un sentiero che si stacca sulla sinistra (il 17) e saremo giunti al punto in cui la cessa si chiude e il percorso continua nel bosco in uno stretto single track.
Quello che percorriamo ora è il sentiero 18: un breve tratto pedalabile e poi troveremo un breve tratto dove è consigliato scendere a piedi (ma qui vedete voi ...).
Il sentiero è molto scavato e presenta alcuni scalini alti e decisamente impegnativi da oltrepassare.
Un paio di tornantini e poi sarà consentito risalire in sella, ma con molta attenzione: il 18 è un sentiero impegnativo, sassoso, con tratti che metteranno a dura prova le vostre capacità di guida.
Il freerider, aiutato dalle sospensioni (che qui verranno sfruttate al massimo) troverà da che divertirsi, ma anche con un mezzo normale e un po’ di tecnica il percorso può essere agevolmente superato.
Il tratto finale nel bosco è un susseguirsi di cambi di direzione e di saliscendi sui bordi del sentiero, e non mancherà di appagarvi di tutto lo sforzo fatto per arrivare fino a qui.
Arriveremo infine a valle, in località Meleta; saremo ai bordi del bosco e davanti a noi apparirà la zona coltivata della piana di Scarlino.
Noi proseguiamo però a sinistra, sempre su single track (ancora con il n. 18) fino ad arrivare ad una strada più ampia.
Da qui scendiamo a destra (segnavia 16) e, arrivati al margine del bosco, in prossimità di una abitazione, facciamo attenzione a risalire sul n. 15 immediatamente alla nostra sinistra.
Il single n. 15 è stretto, pieno di cambi di direzione e di pendenza, ma è breve; l’ultimo tratto, scavato e in ripida discesa, ci farà giungere su una ampia strada di bosco dove gireremo a sinistra.
Il percorso in questione ci consente di tornare comodamente al punto di partenza, essendo quasi tutto pianeggiante eccetto l’ultimo breve tratto che ci farà arrivare su una strada più ampia.
Una brusca deviazione alla nostra destra e dopo su asfalto a sinistra, sempre in salita.
Già si sentirà il rumore delle automobili che percorrono la statale 322 nella quale arriveremo, pochi metri oltre il tratto percorso all’andata.
Proseguendo a destra in direzione Follonica giungeremo a breve all’area di sosta sopra Portiglioni dalla quale potremo ridiscendere la vecchia strada dismessa delle Collacchie che ci porterà a breve al parcheggio dal quale siamo partiti.
 

wile59

La salita è solo un problema da risolvere.
15/6/07
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Bike
Una, nessuna, centomila.
Sono appena tornato da Punta Ala e ti fornisco alcune sintetiche info su questo percorso. Spero ti facciano piacere.
Premetto che io non sono un “mangia km” e salite, vado in mtb da circa 16 anni e di recente ho lasciato il xc per fare dell’enduro o all mountain che si voglia dire.
Per me il giro che hai pensato è risultato molto tosto. Nonostante abbia fatto alcune salite a spinta, per risparmiare energie da spendere sui single track e le discese, alla fine sono andato in crisi.
Sono partito dal camping Baia Verde e ho raggiunto la 32 (quindi via un bel pezzo), poi tutto come da tua descrizione. Single track 36 fino a Scarlino bello, ma un problema lasciarsi andare in droppatine o altro per la quantità di pietre smosse e canali profondi. Comunque divertente (incrociata solita famigliola di cinghiali). Sentiero 28 “con bici a spalla”…. allucinante! Fra caldo soffocante, zanzare e scivoloni…… via imprecazioni a ruota libera. Al bivio “Passo Tre Croci” c’erano parcheggiate una pala meccanica e uno schiacciasassi, utilizzate nei giorni precedenti per “sistemare” la strada sterrata.
Al convento di Monte di Muro credo di avere sbagliato qualcosa, perché dopo una lunga salita ho incrociato la tagliafuoco e non ho trovato il segnale di pietra .
A quel punto ho notato delle tracce di una moto da trial e ho rischiato: con più di 4 ore di fatica nelle gambe e un sole implacabile sulla testa, ho mangiato le ultime barrette e giù fino in fondo (poveri dischi !)
Alla fine mi sono ritrovato all’incirca nel punto in cui avevo preso il 32.
Allucinazioni, visioni di cascate fresche e piatti di pasta al pomodoro fino alla piazzola.
Totale 4 ore e 30 per 45 km.
Tutto qui.
I giorni seguenti : il 3 e 1(nella parte vicino ai camping) a passo veloce per un paio di ore e poi doccia.
 

Orsetto

Biker grossissimus
15/12/03
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Il giro è tosto, non lo metto in dubbio, soprattutto se fatto di questi tempi con questo caldo soffocante.
E' un giro xc, ma il 36 per Scarlino e il 18 (soprattutto) non sono da tutti.
Sul 36, a proposito delle "droppatine", non so che dirti.
Non è un single scorrevole, quelli sono ben altri. I tratti in pietra sono molti e i sassi smossi non mancano.
Ma all mountain è anche questo no ?
Il 28, quando diventa un single, è tosto.
Si spinge all'inizio, ma poi si fanno molti tratti in sella.
Anche io non sono un mostro in salita, ma non me lo ricordo improponibile.
L'ultima volta lo feci con il bagnato ma alla fine facendo 2 conti, è piu' quello che ho pedalato rispetto a quello che ho spinto....
M'immagino con l'afa di questi giorni, però, che sudata ci hai lasciato ....
Da Monte di Muro in poi non è difficile sbagliare; la cessa con il segnale di pietra si trova poco dopo il monastero.
Dal Monastero:
- breve tratto pianeggiante/leggera discesa
- allo slargo (dove parte il 24) si sale a sx
- dopo breve salita a dx inizia la cessa. I segnali sono un po' nascosti, il piolino di cemento è il migliore riferimento
Da qui fino al 18 non si sbaglia.
Te hai proseguito risalendo il Monte Stella (bella salita, m'immagino sotto il sole che godimento ...).
E meno male non hai deciso di prendere il 33 ....:paur:
 

wile59

La salita è solo un problema da risolvere.
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Una, nessuna, centomila.
Scusa se ti rompo ancora un po'.

Mi sapresti dire a chi rivolgermi esattamente per acquistare la cartina dei sentieri ? Mi sembra di avere capito che anche il comune di Scarlino offre questo servizio.

Ancora due parole sul percorso, (a parte tanta nostalgia dopo alcuni giorni di lavoro in ufficio).
Con “droppatine”, termine bruttino, intendevo dire che è difficile saltare giù (droppare) dai gradini di pietra che si incontrano sul 36 (o sui single track equivalenti), perché l’atterraggio è quasi sempre obbligato su pietre e pietroni smossi e in poco spazio, ma confermo di essermi divertito davvero molto su quel tratto. Anzi ho il rammarico di non avere trovato il 18, anche se nelle condizioni fisiche in cui mi trovavo e senza le provvidenziali protezioni, forse avrei preso dei rischi inutili (sai la voglia … fa strafare).
Grazie ancora dei consigli e se capiti a Bergamo mandami una mail.

Alessandro
 

Orsetto

Biker grossissimus
15/12/03
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Dalla costa Tirrenica
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La carta è disponibile contattando l'Ufficio Relazioni per il Pubblico del Comune di Scarlino.
Avevo il contatto diretto del responsabile delle Bandite ma l'ho perso ....
Se disponibili le carte (Montioni e Scarlino) vengono mandate per posta a domicilio.

In merito alle "droppatine", nè il 36 nè il 18 lo consentono.
Sono tracciati stretti e pietrosi, con spazi limitati.

Grazie a te, Ciao e a presto rivederti da queste parti.
 

sorm

Biker serius
18/7/08
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Sono appena tornato da 2 settimane di ferie trascorse al Camping Punta Ala; prima di partire avevo reperito poche indicazioni su sentieri in zona da fare in MTB: un itinerario reperito sul sito http://www.gumasio.it/ (cercare fra gli itinerari quello chiamato “Cala Violina e Bandite di Scarlino”), le indicazioni di Sembola nel thread “Cala Violina” e quelle molto dettagliate da Orsetto che ha aperto questo thread.

Appena arrivato, ho acquistato la carta delle “Bandite di Scarlino”, che non ho avuto difficoltà a trovare presso il punto “bike” del camping Punta Ala: sono stato assai sorpreso dal numero dei sentieri presenti, che mi ha acceso immediatamente il mio istinto di esploratore.

Quindi ho cercato di esplorare il più possibile, anche se ciò mi ha portato a fare sentieri poco pedalabili, e, alla fine, mi ha impedito di effettuare il percorso completo descritto perfettamente da Orsetto, avendo fatto un po’ di variazioni sul tema nella salita verso il monte d’Alma (sono passato da Caldana….) e presentandomi quindi all'inizio del 28 ad un orario ormai impossibile per completare il percorso.
fatto mercoledì.... :-) bello e duro!! quanti sassi :prost:
mi piacerebbe sapere da France quanti chilometri ha fatto e quanto effettivamente ci ha messo.


Allo scopo di rendermi utile per i bikers che vogliono scoprire ed apprezzare appieno i sentieri delle “Bandite di Scarlino”, voglio fornire le mie personalissime e opinabili indicazioni, premettendo che a me piacciono molto i single track scorrevoli, anche con frequenti cambi di direzione e di ritmo, purché consentano una buona pedabilità; in discesa me la cavo abbastanza bene, anche se ho mezzi XC front suspended (dopo anni di full).

1) Nella zona interna delle Bandite di Scarlino (monte d’Alma, monte Muro, Poggio Gattolina, ecc.) è raro trovare altro essere umano e, soprattutto, impossibile trovare nel periodo estivo acqua (le sorgenti sono tutte in secca): quindi se si parte da soli, è obbligatorio avere un po’ di prudenza e con una buona scorta d’acqua. Bisogna inoltre tener presente che in tale zona i sentieri/strade sterrate non sono segnati in maniera impeccabile: è facile avere dei dubbi negli incroci, in quanto le (rare) indicazioni del sentiero/strada sterrata non riportano il relativo numero. Su certi sentieri vi sono intersezioni con sentieri laterali, a volte molto battuti, che possono essere presi per sbaglio. Quindi consiglio di considerare un tempo di percorrenza complessiva maggiore (almeno di un’ora per i giri più lunghi) rispetto a quanto si può prevedere, sia per la frequente consultazione della carta sia per il tempo perso nel cercare il sentiero giusto.
2) alcuni sentieri presenti sulla carta, non sono ben manutenuti: alcuni sono indicati, altri non hanno più neanche l’indicazione ad inizio/fine sentiero: nella zona di Cala Violina segnalo che l’8 e il 13 non sono più segnati né sono praticabili, il 4 (nel pezzo in discesa dal 3) è praticamente richiuso, il 9 (nel tratto dall’incrocio con il 5 verso Portiglione) è pieno di rami/tronchi; nella zona interna, io non ho trovato l’inizio del 14 in prossimità della strada vicinale di Pian d’Alma verso Portiglione (la signora del podere Vol di Torre mi ha confermato che nel periodo estivo si richiude molto); il sentiero 16 è fattibile, ma in prossimità dell’intersezione con il 17, per farsi un po’ di strada, diventa prezioso il manubrio.
Sarebbe meglio, che i forestali delle “Bandite di Scarlino” indicassero comunque il sentiero con un cartello in cui si avverte che lo stesso è difficilmente praticabile o addirittura impraticabile.
3) Ho riscontrato che, salvo eccezioni, vi è una notevole parsimonia nell’apporre sui tronchi il segnale bianco/rosso; i rari segnali sono sempre senza l’indicazione del numero del sentiero; tale numero è presente solo sulle targhette in alluminio che si trovano all’inizio del sentiero (a volte neanche lì…) e, a volte, in prossimità dei bivi. Se sparisce la targhetta, diventa problematico individuare il sentiero giusto: ciò richiede fortuna (ho visto il bivio del 36 grazie ad una freccia di legno posta ad inizio del sentiero – grazie pubblicamente al biker che l’ha messa, anche se durerà poco…), abilità (nel cercare nel terreno le tracce a mo’ di indiani) ed esperienza (a leggere la carta).
Sono presenti anche la rete di “Itinerari guidati” a cura della provincia di Grosseto: sono indicati all’inizio del sentiero con cartina ad hoc e poi con “pietre miliari” di cemento lungo il percorso: non sono del tutto integrati con la segnaletica delle “Bandite di Scarlino”, in quanto sulla pietra miliare non viene mai indicato (salvo un’unica eccezione) il numero del sentiero.
4) A proposito della carta: è in scala 1:15.000 (quindi molto dettagliata), ma i toponimi sono scritti in carattere microscopico e le curve di livello sono tracciate ogni 5 (!) metri; personalmente io mi trovo molto meglio leggere le carte con le curve di livello segnate ogni 25 metri, con evidenziate in grassetto quelle delle centinaia. La carta riporta solo indicazioni di percorribilità per cavalli, ma non distingue il sentierino dalla stradona sterrata.
5) Nelle “Bandite di Scarlino” si trova frequentemente la cessa (è un termine locale per indicare un taglio antiincendio del bosco): io sempre ho cercato di evitare la cessa in quanto, secondo me, presenta i seguenti difetti:
a. essendo larga è sempre in pieno sole
b. è praticata lungo la curva di massima pendenza del pendio
c. ha spesso come fondo uno strato pietroso, con roccette superficiali più fini, friabili e scivolose
d. in tale desolazione, riescono però a crescere rovi e cespugli spinosi (praticamente inesistenti in tutti gli altri sentieri)
Quindi poco divertente in discesa e può produrre deliri in salita !
A volte la cessa è segnata come sentiero, a volte no; guardando la carta è difficile individuare una cessa: segnalo le cesse che trovato/evitato: in zona Cala Violina i numeri 5, 6,7 e 8 sono delle cesse, nella zona interna delle Bandite di Scarlino vi sono il tratto finale del 16 (verso il sentiero14/Strada Statale 322 – ma è fattibile), il tratto del 17 (da Poggio Gattolina all’incrocio con il 18), il 19A (verso la SS322), il 22A e il 46.
6) Segnalo inoltre alcuni sentieri che non presentano un’ottimale pedalabilità:
24: io l’ho fatto in salita, dalla località Meleta: bello all’inizio e ben tenuto (utilizzato anche dagli arcieri di Follonica), ma poi (dal primo tornantino secco su pietra in poi fino a Monte Muro) diventa scarsamente pedalabile; forse potrebbe essere interessante farlo in discesa, con alcuni tratti tecnici.
22B: è stato ripulito da poco, ma presenta ancora un po’ di spezzoni di tronco e fondo non sempre perfetto; i bruschi cambi di pendenza (non rilevabili dall’esame delle curve di livello) lo rendono complessivamente poco pedalabile in entrambi i sensi.
31: io l’ho fatto dal 33 al 30A analogamente al 22B, è un single track che all’apparenza dello studio su carta non dovrebbe presentare quasi dislivello; in realtà è un continuo susseguirsi di cambi di pendenza con fondo spesso smosso; la pedalabilità non supera il 50%; inoltre è segnato con frequenti targhette inchiodate agli alberi: se ne venisse tolta solo una in certi punti, si potrebbe vagare nel boschetto per tanto tempo, vista la presenta di secondarie tracce di sentiero !!!
3OA: io l’ho fatto dal 31 fino all’incrocio con il 30B; all’inizio era molto invitante: un single track scorrevole con alcuni punti tecnici…poi si sono cominciate e presentare grosse pietre nel mezzo, ad avere rami laterali, ad essere molto scavato nella roccia, ad presentare notevoli gradoni….in pratica me lo sono fatto più a piedi che in sella ! Io lo consiglio solo a discesisti/free rider, che vogliono cimentarsi con un sentiero tosto: come paragone con il sentiero 36 sono sceso di sella, soprattutto per prudenza (non volevo rischiare eccessivamente, essendo solo soletto) solo in due/tre punti.
7) Altri sentieri possono essere sconsigliabili:
25A e 47: sconsiglio di farli insalita in quanto sono molto larghi e poco ombrosi…inoltre presentano, in certi punti, un fondo sabbioso che può rallentare assai la pedalata…
il tratto del 33 in salita fra il38 e il 31: è molto largo e quindi molto assolato e con tre rampe micidiali
il tratto del 33 in salita fra il23 e il Poggio dell’Uccelliera: anch’esso molto largo assolato e molto ripido (io però l’ho fatto in discesa, ma poco prima sul Poggio dell’Uccelliera ho incrociato l’unico biker che ho incontrato lungo i sentieri della zona interna delle “Bandite di Scarlino”: mi sembrava sconvolto dalla salita effettuata !)
8) Invece ho trovato carino e quindi consigliabile il tratto di 35 che aggira il monte d’Alma in senso antiorario, soprattutto nel single che collega le due cime (d’Almina e d’Alma).:
9) Mi permetto agli amanti del single track di consigliare il seguente percorso (variante/unione di percorsi descritti nei riferimenti citati all’inizio del messaggio): partenza dal campeggio Baia Verde/Punta Ala, strada vicinale Pian d’Alma, sentiero n.1, sentiero Cala Violina, giro completo del 3 in senso antiorario, riprendere il 3 fino all’incrocio con il 10, discesa fino al 4, attraversamento della SS322, sentiero 14 in direzione Meleta (bellino assai), pezzettino di 15 (come descritto da Orsetto, con parte poco pedalabile, ma assai breve), poi 16 in salita fino al bivio a T in mezzo alle frasche con un altro sentiero (a sx c’è il 17, a dx c’è il 16, ma non si vedono i numeri ….), proseguire a dx su traccia di sentiero (è sempre il 16), che diventa una cessa (ma per lo più in discesa), fino a reincontrare il 14 che si prende a sx in direzione opposta a Meleta, fino a incontrare una deviazione a dx (in pratica si deve costeggiare nel limitare del bosco il podere Bottonaio); si riattraversa la SS322 e si prende la strada sterrata per podere Laschetti/parcheggio per cala Violina, si seguono le indicazioni 2° e poi a sx sul sentiero 1, per tornare alla strada vicinale Pian d’Alma e poi ai campeggi: sono 30 km di cui almeno 25 di single track !!!, con pedabilità assicurata al 99 % (oltre a due denti sul 3 che possono richiedere il piede a terra, vi è il breve tratto di 15 da fare a piedi) e tempo di percorrenza di circa 2 ore di pedalata effettiva.

Io mi auguro che i sentieri in futuro vengano segnalati e mantenuti meglio di adesso; è mia intenzione inviare un’email al comune di Scarlino, il cui testo, se interessa, posso sottoporlo al forum per avere eventuali osservazioni.

Per concludere, se andate in vacanza in zona portate la MTB e vi divertirete.
 

Orsetto

Biker grossissimus
15/12/03
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Caspita sorm, una recensione degna di rispetto !!

Condivido tutto quello che hai detto, o quasi:

1) - la segnaletica: in alcuni tratti è mancante, vero, ma ti assicuro che, rispetto ad altre zone, le Bandite e Montioni hanno una segnaletica di tutto rispetto.
In alcune deviazioni è mancante, vero, in alcune zone manca (chiedi ai cacciatori il perchè ...), ma nel complesso la ritengo accettabile.

2) - in merito ai sentieri: anche io sono stato ingannato dal 31: statene tutti alla larga ! sembra in quota ma è un susseguirsi di saliscendi impedalabili. Accettabile sarebbe il tratto dall'Uccelliera al bivio con il 30A, ma dopo è assurdo. Il 30B lo trovo invece improponibile in quanto tecnico e scavato.
Il 25A è la strada principale che sale a MdMuro; il 33 è la direttrice principale per chi sale dalla Zinghera: vero, sono assolati, ma la zona è sconsigliata a prescindere in piena estate.
Sono ripidi entrambi a tratti ma sono le rampe di accesso principali alla zona delle Bandite; oltretutto nessuno dei due mi sembra impossibile.
Idem per il tratto del 33 tra il 23 e l'Uccelliera; oltretutto il fondo è ottimo in quanto sono stati sistemato da poco.
E a mio parere questi due tracciati sono le vie di accesso migliori rispetto ad altre molto più ripide.
Condivido invece le tue impressioni sul 35 tra l'Alma e l'Almina.
Il bivio del 36 non è segnalato con i segnavia ufficiali causa cacciatori; in ogni caso con la carta o seguendo la mia descrizione si trova senza problemi.

In ogni caso grazie per i tuoi preziosi commenti sulla zona.
 

Orsetto

Biker grossissimus
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In merito al giro da me descritto, vorrei segnalare che il sentiero 18, in una ultima escursione, l'abbiamo trovato veramente rovinato: chiuso dalla vegetazione e con il fondo sassoso all'inverosimile.
Consiglio pertanto come alternativa di arrivare a MdMuro e poi scendere a dx sul 25A fino a Croce al Mare, poi deviare a dx per andare a prendere il single 25B fino a Meleta.
Per il resto nessuna variazione.
 

sembola

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una nera e l'altra pure
anche io sono stato ingannato dal 31: statene tutti alla larga ! sembra in quota ma è un susseguirsi di saliscendi impedalabili.
Dipende da dove lo prendi: è stato ripulito ed ora in direzione est-ovest è quasi interamente pedalabile... al contrario ha una serie di strappi da fare a spinta ma rimane fattibile. Ho fatto anche il 30B, cmq sta per arrivare una descrizione onnicomprensiva dei sentieri della zona ;-)
 

Orsetto

Biker grossissimus
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Esimio collega, non sono d'accordo.
Vero, il 31 io lo percorsi direzione ovest-est, ma parvemi in cotale occasione che anche in direzione opposta fosse assai disagevole godere di tale tracciato.
Anche percorrendolo come va il sole prima del desìo si susseguono rampette micidiali e contropendenze che lo rendono assai disagevole e periglioso.
 

sembola

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Esimio collega, non sono d'accordo.
Vero, il 31 io lo percorsi direzione ovest-est, ma parvemi in cotale occasione che anche in direzione opposta fosse assai disagevole godere di tale tracciato.
Anche percorrendolo come va il sole prima del desìo si susseguono rampette micidiali e contropendenze che lo rendono assai disagevole e periglioso.

Disagevole, forse. Periglioso direi di no. Suggestivo senz'altro. Cmq è stato ripulito abbastanza, due anni fa mi persi e dieci giorni fa invece sono riuscito a percorrerlo "al contrario", cioè da ovest a est.

Comunque, stai sintonizzato, sto lavorando per voi...;-)
 

Orsetto

Biker grossissimus
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Il sentiero effettivamente attraversa una serie infinita di carbonaie e un tratto di bosco molto bello.
In ogni caso, secondo me, non è uno dei tracciati da consigliare in zona MdAlma: da est a ovest direi che è forse più faticoso rispetto alla strada principale; da ovest a est il tratto dopo il 30A è da fare in gran parte a spinta.
E non vedo consigliabile neppure il 30A verso valle.
A parte il primo tratto poi diventa decisamente tecnico (per non dire impossibile ..... almeno per me).
 

nencio

Biker delirius tremens
25/1/06
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Cecina
www.mtb-cecina.it
Mi sapresti dire a chi rivolgermi esattamente per acquistare la cartina dei sentieri ? Mi sembra di avere capito che anche il comune di Scarlino offre questo servizio.
esattamente qui
[email protected]
il gentile signore con cui ti devi relazionare si chiama Simone Rustici e in pochi giorni ti arriva tutto a casa con un bollettino da pagare di 10 euri

Nel caso qualcuno nel parco trovasse indicazioni errate o mancanza di segnaletica è pregato di segnalarlo all'indirizzo sopra riportato

Buon divertimento e viva questa zona bellissima...
 

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