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Britannia 1° parte

Una leggera bruma gravava sulle cime degli alberi, occultando parzialmente la
sconfinata foresta che iniziava a poca distanza dalla palizzata del castrum; la pioggia,
che da alcuni giorni continuava quasi ininterrotta a cadere, aveva trasformato in pantano il terreno disboscato circostante.
- Che posto infame la Britannia - si disse Caio Muto Biciclettus a cui mancava il clima
della sua terra.
- Nella villa di mio padre tra poco si vendemmierà e sicuramente farà ancora caldo -
pensava ricordando le dolci ed assolate colline vicino ad Hasta nell'Italia nord-occidentale dove era nato.
Invece in quella terra dimenticata dagli dei ad agosto faceva già freddo. - Brutta cosa
parlare da soli - commentò Valerio, un gallo ripuario centurione della coorte
che presidiava il posto di frontiera e nella quale Caio Muto era il legato aggiunto.
Nonostante Valerio fosse un suo sottoposto, tra i due vi era un vincolo di amicizia;
- non mi ero accorto di pensare ad alta voce - disse Caio; - hai ragione - fece Valerio,
- c'è da impazzire in questo posto: clima maledetto, continui pattugliamenti e sempre
sotto pressione per colpa dei Pitti. Almeno tu hai di che distrarti -.
Il gallo si riferiva allo strano oggetto che il legato aveva fatto arrivare da Roma e che
catalizzava l'attenzione di tutta la coorte di ausiliari galli che non avevano mai visto
niente del genere.
- Non te la prendere Valerio - gli disse Caio - forse un giorno te la farò provare - fece
con finta magnanimità.
Poi scese dagli spalti e andò nel suo alloggiamento per riposare un po'.
Come ufficiale, lui aveva diritto ad una tenda tutta per se; meno male pensò, non
avrebbe voluto che il suo "giocattolo" patisse la pioggia di quei giorni: anche se questo
lo costringeva in un angolo.
Quando entrò stette un poco a rimirarsela, che meraviglia: la metallurgia aveva fatto
passi da gigante e quello che gli stava davanti ne era il risultato.
Una SPECIALIZZATUS ammortizzata con un sistema di molle che scorrevano allo
interno di cilindri di metallo. Due di essi erano paralleli e posti ai lati della ruota
anteriore ed il terzo collegato a quella posteriore. L'unica cosa che forse si sarebbe
potuto migliorare secondo lui, era il sedile di legno (risultava un po' scomodo dopo
alcune miglia).
Una volta era uscito di pattuglia e si era divertito come un bambino.
Suo padre, il senatore Emilio Biciclettus aveva sborsato un mucchio di aurei per averla
e quando, indignato per la cifra protestò, il fabbro gli disse che era montata tutta
SHIMANO e che quei componenti arrivavano, dopo un viaggio di parecchi mesi a dorso di cammello, da più lontano del paese della seta, addirittura da un arcipelago del mare oceano.
Questi erano i suoi pensieri quando le buccine suonarono l'allarme.
Si mise a correre per raggiungere la torre di guardia agganciandosi il balteo del
gladio, quando un legionario gli urlò che i barbari stavano attaccando.
Erano in molti stavolta.
Disse a Valerio di schierare gli arceri sugli spalti per cercare di tenere lontani quegli ossessi, e di mettere fasci di pila, i micidiali giavellotti in dotazione alle legioni, a
portata di mano.
Gli attacchi si susseguirono per tutto il resto della giornata, anche se il terreno intorno al forte era una distesa di cadaveri, loro non desistevano.
- Non so quanto potremo resistere -, disse pallido in faccia il legato Antonino, l'unico
italico oltre a Caio nella coorte.
- Caio, tu questa notte dovrai uscire ed andare fino al comando della legione al vallo
dell'imperatore Adriano per chiedere rinforzi -. Alle sue obiezioni riguardo al fatto che
l'abbandono del campo da parte di un ufficiale era deleterio per il morale dei soldati, il legato
gli disse che bisognava fare in fretta e non avendo cavalleria, l'unica speranza era riposta in quello strano aggeggio in suo possesso.

La terza vigilia era iniziata da poco, quando Caio uscì da una postierla nella palizzata
tenendo per mano la specializzatus.
Gli arceri da sopra gli spalti lo avrebbero coperto fino al limitare degli alberi, poi avrebbe
dovuto cavarsela da solo.
Con il gladio appeso alla schiena si apprestò ad iniziare la rischiosa missione.


FINE PRIMA PARTE
 

Rockyluca

Biker velocissimus
9/1/09
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Leonessa d'Italia
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la Rossa
Ave Caio Muto Biciclettus, io sono McRockylux un barbaro cenomane (un fiero popolo di origini celtiche che risiede in quella che i conquistatori romani chiamano Brixia), e come te sono possessore di uno splendido destriero meccanizzato con il quale assaporo le gioie della vita cavalcandolo per ore nelle foreste circostanti il mio accampamento.
Ciao BBBella Muto! Aspettiamo la seconda parte....
 

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