Ciao a tutti: un nuovo gioiello nella mia collezione, la Breck Epic www.breckepic.com, questo un breve resoconto, trovate foto sul mio blog.
per curiosità o contatti usate la mail.
Sabato
Finalmente siamo alle operazioni finali; l'organizzazione è tipicamente americana: spartana, senza tanti fronzoli, ma efficace e cordiale; siccome la gara si svolgerà sempre nella stessa località, è stato stabilito un quartier generale con tendone mensa, bagni, camper della Shimano e degli altri sponsor, ampi parcheggi e tutto quello che serve: ognuno sa cosa deve fare e tutti sono cortesi e pronti ad aiutare; l'opposto di cosa succede da noi, dove abbondano i gonfiabili ma scarseggiano altre qualità..
Il Deus ex machina è Mike Mc Cormack, che ha un'oratoria incredibile e riesce a creare interesse e divertimento nelle noiosissime operazioni di briefing; a tutti i concorrenti viene assegnato un ricco pacco gara ed il numero per la bici, l'operazione dura cinque minuti.
Nel pacco gara: T shirt, maglia tecnica, 6 gel hammer, aminoacidi hammer, lubrificante, multi tool fighissimo della blackburn, 2 borse tipo shoppers per depositare ricambi ai punti di ristoro.
Domenica
8:10: scortati dalla classica macchina della polizia con albero di Natale sul tetto la prima tappa parte in perfetto orario, siamo circa duecento, la maggior parte dei concorrenti è del Colorado, poi ci sono Canadesi, Costaricani, Belgi e noi, che per l'occasione sfoggiamo un fantastico completo biancorosa molto italiano (ed ammirato).
La tappa di oggi è 64 chilometri e presenta circa 1900 metri di dislivello da scalare; la partenza è su strada asfaltata per un paio di chilometri, non vedremo più asfalto per tutto il giorno...
Raccontare nel dettaglio la tappa è impossibile, il percorso è talmente tortuoso ed arzigogolato che non sarebbe possibile fare una descrizione accurata; è un'alternanza di salite e discese tra i 3000 ed i 3500 metri di quota; all'inizio, nonostante un paio di giorni di acclimatamento, soffriamo davvero tanto, cerchiamo di salire regolari senza strappi, nei rari casi in cui dobbiamo forzare un po' per superare tratti particolarmente tecnici la quota si fa sentire; salite e discese si alternano regolarmente in un indescrivibile successione di difficoltà, il terreno è roccioso con tratti strettissimi, altri larghi ma ripidi e totalmente rovinati dall'acqua; le rocce sono appuntite e di dimensioni abbastanza preoccupanti, che qui chiamano baby heads; molti concorrenti sentono la quota più di noi e devono fermarsi a prendere fiato; noi godiamo degli spettacolari singletracks quasi pianeggianti che corrono lungo i fianchi delle montagne seguendo le linee di livello o che scendono con millle tornanti trtasformando cento metri di dislivello in tre chilometri di puro godimento; i ristori sono molto ben forniti, in più i nostri angeli custodi Pedro e Vanni forniscono un supporto extra davvero notevole.
Verso il chilometro 35 abbiamo un piccolo inconveniente: lo Zano, che mi segue in discesa, non vede una svolta e si fa un'escursione extra; i concorrenti che ci seguivano non l'hanno visto e con questa certezza mi avvio con calma al secondo ristoro, decido che, vista la sua superiorità in salita mi conviene guadagnare tempo ed aspettarlo quando lui non dovrà aspettare me...
In totale ha perso circa quindici minuti, sufficienti ai nostri concorrenti per il terzo posto per superarci e guadagnare un po', sulla salita finale, l'unica scorrevole della giornata, salgo tranquillo voltandomi spesso per vedere se il mio socio, che sta inseguendo come un pazzo, compare all'orizzonte, finalmente alla cima della salita ci riuniamo e ci lanciamo all'inseguimento lungo un falsopiano boscoso adattissimo al mio passo, proprio all'inizio del singletrack finale raggiungiamo e superiamo la coppia, nei successivi dieci minuti riusciamo ad infliggerne quattro di distacco, grazie ad un tracciato in discesa molto tecnico che finisce proprio sulla linea del traguardo; il nostro tempo è di 5 ore e 5o minuti, quasi il doppio del vincitore di tappa; ma come dice Pedro noi facciamo un altro genere.
Lunedi
Seconda tappa della Breck Epic: 65 chilometri e 2000 metri da salire; al via pacche e saluti da un sacco di gente: è bastato un giorno per farci conoscere (in senso positivo), infatti lungo il percorso siamo ligi nel seguire l'etichetta che prevede di scambiare un piccolo saluto con tutti, di informarsi su eventuali problemi e soprattutto a dimostrare che siamo ben capaci di andare in mountain bike (il nostro soprannome "italian rockets", è riferito ovviamente alle discese).
Solito avvio su strada, poi strada sterrata larga e poco ripida che immette su un bellissimo singletrack; per le restanti 5 ore saremo costantemente impegnati su percorsi da sogno, immersi in immense pinete e disegnati apposta per la bici, con lunghi tratti pianeggianti, salite da 2\300 metri di dislivello e discese analoghe; all'inizio lo Zano soffre ancora lo sforzo di ieri, ma dopo un paio d'ore ritrova il suo smalto e si diverte di chiudere a zero tutte le salite più ripide e complesse, mentre gli altri, me compreso, si affidano alla pratica dell'"hike a bike"; dal quarantesimo chilometro in poi le salite particolarmente ripide ed il sole a picco mi disturbano alquanto, ma non ci sono alternative allo stringere i denti e continuare.
Finalmente dopo l'ennesimo scollinamento attacchiamo il sentiero finale: un toboga che finisce proprio all'arrivo; abbiamo percorso 4 chilometri e 400 metri di dislivello in più di ieri, con un tempo superiore di solo 5 minuti; oggi abbiamo pedalato bene, ci siamo divertiti ed abbiamo sofferto quanto basta, ma aabbiamo rifilato 45 minuti di distaccco ai nostri avversari per il terzo posto; anche stasera saliamo sul podio di tappa e di classifica generale
Martedi
Terza tappa della Breck Epic MTB Stage Race, da Breckenridge, Colorado.
Un'altra esaltante giornata qui negli USA
Nell tappa di oggi abbiamo valicato per ben due volte il Continental Divide, lo spartiacque continentale, ad oltre 3600 metri di quota; prima e dopo il giro intorno al Monte Guyot, di circa 4000 metri, il programma prevedeva i fantastici sentieri ad Est di Breckenridge; poi, dopo circa 20 chilometri iniziava la lunga salita verso il French Pass, finalmente una salita in stile "alpino" pendenza umana e regolare e finale a spinta per tutti; dal passo al 2° punto di ristoro ho goduto della più bella discesa della mia lunga carriera (notare che io sono contrario per principio a certe classifiche, ma questa ci stà) il Colorado Trail nel tratto dal passo al Middle Fork: descrivere non si può, ma c'era tutto quello che può fare felice e regalare scariche di adrenalina ad un biker stagionato.
A dire il vero tutta la tappa è stata molto bella, ma questa discesa davvero sarà difficile da scordare.
Il nostro team oggi si è comportato ancora molto bene, abbiamo pedalato con giudizio in salita (ah ah) e con la voglia di divertirci in discesa, dove riusciamo a guadagnare sempre molte posizioni, cerchiamo di tenere un passo umano, avendo presente che il nostro obiettivo è guadagnare la borchia dei finisher.
Per dare un pò di pepe ad una giornata dura ma senza colpi di scena, a due chilomteri dalla conclusione strappo la catena, decidiamo che è meglio se continuo di corsa per non perdere tempo a riparare, sai mai che i 207 siano vicini, per fortuna c'è più discesa che salita ed in pochi minuti tagliamo il traguardo; 6 ore e 20 per oltre 2400 metri di dislivello e 61 chilometri tuttopepe.
anche oggi siamo sul podio in terza posizione nella 80+team
Mercoledi
La quarta tappa Aqueduct loop è stata per me un piccolo calvario, mentre lo Zano era nella forma dei giorni migliori; al pronti-via abbiamo attaccato una salita a zig zag molto ripida dall'eloquente nome di Vomit Hill, già ai primi chilometri la fatica era molto superiore agli altri giorno e persino in discesa non avevo la solita fluidità e sicurezza; insomma per tutta la tappa (finora la più dura della Breck Epic) non ho fatto che trascinarmi sulle tracce del mio pard che saliva le varie Vomit Hill distribuite sui 67 chilometri del tracciato come se fosse ad una scampagnata.
Il percorso era qusi tutto tracciato su singletrack non estremamente tecnici ma cattivi con continue salite e discese tra i 2800 ed i 3100 metri di quota; vista la vicinanza con Breckenridge e Frisco, c'era molta gente a fare il tifo con grandissimo calore; un episodio curioso: ad un certo punto, mentre mi trascino su una salita, mi arriva a ruota un fustacchione in singlespeed e mi chiede se sono italiano, io, col poco fiato che ho in corpo, rispondo di si, al che il tipo, continuando a pedalare la sua bici ad una marcia su una salita impossible, inizia a raccontarmi delle sue vacanze italiane ed a chiedere consigli sulle donne, non so cosa avrà inteso dai miei monosillabi in espirazione, ma ho cercato di spiegargli che non me ne intendo molto, una provvidenziale discesa arriva in mio soccorso, lo stacco e posso continuare la mia espiazione senza distrazioni.
Per fortuna dopo sei ore e mezza raggiungiamo l'arrivo, nella miniera Country Boy, nonostante la giornata no abbiamo incrementato il nostro vantaggio sui quarti in classifica ed anche stasera saliremo sul podio di tappa.
.......
per curiosità o contatti usate la mail.
Sabato
Finalmente siamo alle operazioni finali; l'organizzazione è tipicamente americana: spartana, senza tanti fronzoli, ma efficace e cordiale; siccome la gara si svolgerà sempre nella stessa località, è stato stabilito un quartier generale con tendone mensa, bagni, camper della Shimano e degli altri sponsor, ampi parcheggi e tutto quello che serve: ognuno sa cosa deve fare e tutti sono cortesi e pronti ad aiutare; l'opposto di cosa succede da noi, dove abbondano i gonfiabili ma scarseggiano altre qualità..
Il Deus ex machina è Mike Mc Cormack, che ha un'oratoria incredibile e riesce a creare interesse e divertimento nelle noiosissime operazioni di briefing; a tutti i concorrenti viene assegnato un ricco pacco gara ed il numero per la bici, l'operazione dura cinque minuti.
Nel pacco gara: T shirt, maglia tecnica, 6 gel hammer, aminoacidi hammer, lubrificante, multi tool fighissimo della blackburn, 2 borse tipo shoppers per depositare ricambi ai punti di ristoro.
Domenica
8:10: scortati dalla classica macchina della polizia con albero di Natale sul tetto la prima tappa parte in perfetto orario, siamo circa duecento, la maggior parte dei concorrenti è del Colorado, poi ci sono Canadesi, Costaricani, Belgi e noi, che per l'occasione sfoggiamo un fantastico completo biancorosa molto italiano (ed ammirato).
La tappa di oggi è 64 chilometri e presenta circa 1900 metri di dislivello da scalare; la partenza è su strada asfaltata per un paio di chilometri, non vedremo più asfalto per tutto il giorno...
Raccontare nel dettaglio la tappa è impossibile, il percorso è talmente tortuoso ed arzigogolato che non sarebbe possibile fare una descrizione accurata; è un'alternanza di salite e discese tra i 3000 ed i 3500 metri di quota; all'inizio, nonostante un paio di giorni di acclimatamento, soffriamo davvero tanto, cerchiamo di salire regolari senza strappi, nei rari casi in cui dobbiamo forzare un po' per superare tratti particolarmente tecnici la quota si fa sentire; salite e discese si alternano regolarmente in un indescrivibile successione di difficoltà, il terreno è roccioso con tratti strettissimi, altri larghi ma ripidi e totalmente rovinati dall'acqua; le rocce sono appuntite e di dimensioni abbastanza preoccupanti, che qui chiamano baby heads; molti concorrenti sentono la quota più di noi e devono fermarsi a prendere fiato; noi godiamo degli spettacolari singletracks quasi pianeggianti che corrono lungo i fianchi delle montagne seguendo le linee di livello o che scendono con millle tornanti trtasformando cento metri di dislivello in tre chilometri di puro godimento; i ristori sono molto ben forniti, in più i nostri angeli custodi Pedro e Vanni forniscono un supporto extra davvero notevole.
Verso il chilometro 35 abbiamo un piccolo inconveniente: lo Zano, che mi segue in discesa, non vede una svolta e si fa un'escursione extra; i concorrenti che ci seguivano non l'hanno visto e con questa certezza mi avvio con calma al secondo ristoro, decido che, vista la sua superiorità in salita mi conviene guadagnare tempo ed aspettarlo quando lui non dovrà aspettare me...
In totale ha perso circa quindici minuti, sufficienti ai nostri concorrenti per il terzo posto per superarci e guadagnare un po', sulla salita finale, l'unica scorrevole della giornata, salgo tranquillo voltandomi spesso per vedere se il mio socio, che sta inseguendo come un pazzo, compare all'orizzonte, finalmente alla cima della salita ci riuniamo e ci lanciamo all'inseguimento lungo un falsopiano boscoso adattissimo al mio passo, proprio all'inizio del singletrack finale raggiungiamo e superiamo la coppia, nei successivi dieci minuti riusciamo ad infliggerne quattro di distacco, grazie ad un tracciato in discesa molto tecnico che finisce proprio sulla linea del traguardo; il nostro tempo è di 5 ore e 5o minuti, quasi il doppio del vincitore di tappa; ma come dice Pedro noi facciamo un altro genere.
Lunedi
Seconda tappa della Breck Epic: 65 chilometri e 2000 metri da salire; al via pacche e saluti da un sacco di gente: è bastato un giorno per farci conoscere (in senso positivo), infatti lungo il percorso siamo ligi nel seguire l'etichetta che prevede di scambiare un piccolo saluto con tutti, di informarsi su eventuali problemi e soprattutto a dimostrare che siamo ben capaci di andare in mountain bike (il nostro soprannome "italian rockets", è riferito ovviamente alle discese).
Solito avvio su strada, poi strada sterrata larga e poco ripida che immette su un bellissimo singletrack; per le restanti 5 ore saremo costantemente impegnati su percorsi da sogno, immersi in immense pinete e disegnati apposta per la bici, con lunghi tratti pianeggianti, salite da 2\300 metri di dislivello e discese analoghe; all'inizio lo Zano soffre ancora lo sforzo di ieri, ma dopo un paio d'ore ritrova il suo smalto e si diverte di chiudere a zero tutte le salite più ripide e complesse, mentre gli altri, me compreso, si affidano alla pratica dell'"hike a bike"; dal quarantesimo chilometro in poi le salite particolarmente ripide ed il sole a picco mi disturbano alquanto, ma non ci sono alternative allo stringere i denti e continuare.
Finalmente dopo l'ennesimo scollinamento attacchiamo il sentiero finale: un toboga che finisce proprio all'arrivo; abbiamo percorso 4 chilometri e 400 metri di dislivello in più di ieri, con un tempo superiore di solo 5 minuti; oggi abbiamo pedalato bene, ci siamo divertiti ed abbiamo sofferto quanto basta, ma aabbiamo rifilato 45 minuti di distaccco ai nostri avversari per il terzo posto; anche stasera saliamo sul podio di tappa e di classifica generale
Martedi
Terza tappa della Breck Epic MTB Stage Race, da Breckenridge, Colorado.
Un'altra esaltante giornata qui negli USA
Nell tappa di oggi abbiamo valicato per ben due volte il Continental Divide, lo spartiacque continentale, ad oltre 3600 metri di quota; prima e dopo il giro intorno al Monte Guyot, di circa 4000 metri, il programma prevedeva i fantastici sentieri ad Est di Breckenridge; poi, dopo circa 20 chilometri iniziava la lunga salita verso il French Pass, finalmente una salita in stile "alpino" pendenza umana e regolare e finale a spinta per tutti; dal passo al 2° punto di ristoro ho goduto della più bella discesa della mia lunga carriera (notare che io sono contrario per principio a certe classifiche, ma questa ci stà) il Colorado Trail nel tratto dal passo al Middle Fork: descrivere non si può, ma c'era tutto quello che può fare felice e regalare scariche di adrenalina ad un biker stagionato.
A dire il vero tutta la tappa è stata molto bella, ma questa discesa davvero sarà difficile da scordare.
Il nostro team oggi si è comportato ancora molto bene, abbiamo pedalato con giudizio in salita (ah ah) e con la voglia di divertirci in discesa, dove riusciamo a guadagnare sempre molte posizioni, cerchiamo di tenere un passo umano, avendo presente che il nostro obiettivo è guadagnare la borchia dei finisher.
Per dare un pò di pepe ad una giornata dura ma senza colpi di scena, a due chilomteri dalla conclusione strappo la catena, decidiamo che è meglio se continuo di corsa per non perdere tempo a riparare, sai mai che i 207 siano vicini, per fortuna c'è più discesa che salita ed in pochi minuti tagliamo il traguardo; 6 ore e 20 per oltre 2400 metri di dislivello e 61 chilometri tuttopepe.
anche oggi siamo sul podio in terza posizione nella 80+team
Mercoledi
La quarta tappa Aqueduct loop è stata per me un piccolo calvario, mentre lo Zano era nella forma dei giorni migliori; al pronti-via abbiamo attaccato una salita a zig zag molto ripida dall'eloquente nome di Vomit Hill, già ai primi chilometri la fatica era molto superiore agli altri giorno e persino in discesa non avevo la solita fluidità e sicurezza; insomma per tutta la tappa (finora la più dura della Breck Epic) non ho fatto che trascinarmi sulle tracce del mio pard che saliva le varie Vomit Hill distribuite sui 67 chilometri del tracciato come se fosse ad una scampagnata.
Il percorso era qusi tutto tracciato su singletrack non estremamente tecnici ma cattivi con continue salite e discese tra i 2800 ed i 3100 metri di quota; vista la vicinanza con Breckenridge e Frisco, c'era molta gente a fare il tifo con grandissimo calore; un episodio curioso: ad un certo punto, mentre mi trascino su una salita, mi arriva a ruota un fustacchione in singlespeed e mi chiede se sono italiano, io, col poco fiato che ho in corpo, rispondo di si, al che il tipo, continuando a pedalare la sua bici ad una marcia su una salita impossible, inizia a raccontarmi delle sue vacanze italiane ed a chiedere consigli sulle donne, non so cosa avrà inteso dai miei monosillabi in espirazione, ma ho cercato di spiegargli che non me ne intendo molto, una provvidenziale discesa arriva in mio soccorso, lo stacco e posso continuare la mia espiazione senza distrazioni.
Per fortuna dopo sei ore e mezza raggiungiamo l'arrivo, nella miniera Country Boy, nonostante la giornata no abbiamo incrementato il nostro vantaggio sui quarti in classifica ed anche stasera saliremo sul podio di tappa.
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