2% asfalto
28% sentiero
70% sterrata
Partenza da Trivero, Centro Zegna.
Sulla strada che sale alla Panoramica Zegna, si incontra una rotonda (con grande pubblicità dell'Oasi Zegna sul muro di fronte): svoltare a destra e proseguire su asfalto per Castagnea.
Seguire le indicazioni per il Santuario della Novareia su sterrata poco pendente o pianeggiante; dopodiché la discesa si fa più veloce, sempre su sterrata, incassata nella parete di roccia della valle-canyon, con alcune brevi gallerie (non serve la torcia), fino alla centrale del Piancone, alla quale si svolta a sx, costeggiando il Torrente Sessera, prima con pendenze blande, poi sempre più sostenute; ed infine ancora dolci.
Lungo la strada si incontra un bel ponte antico a schiena d'asino sulle lanche smeraldo, ma bisogna proseguire sulla sterrata, senza attraversare il torrente.
Non ci sono bivi. Non ci si può perdere.
Arrivati alla Diga delle Mischie infossata tra le rocce della stretta valle, si imbocca lo scomodo sentiero F6, poco segnato, che si inerpica sul lato est del lago con dei disagevoli gradini in partenza. Il tratto è poco ciclabile, ma man mano che il sentiero si avvicina al Ponte dei Lavaggi, si riesce a far pezzi in sella sempre più lunghi e divertenti.
L'ambiente è estremamente selvaggio, raramente frequentato. Sconsigliato avventurarsi da soli in questo ambiente tanto puro quanto dimenticato.
Ci si impiegano circa 45min-1h a percorrere questo trail.
Giunti all'Alpe Collette di Sotto, si trova una FONTANA e il sentiero si tramuta in sterrata.
Poche decine di metri più avanti sulla dx si diparte un sentiero (l'F6 che prosegue) che porta ad agganciare la sterrata che collega il Bocchetto Sessera all'Alpe Mera.
Se non si sale sul sentiero, si segue la comoda sterrata che riporterà al Bocchetto Sessera con vari sali-scendi su ottimo fondo compatto, tra boschi stupendi. Ignorare tutti i bivi e stare sulla strada principale.
Tenere le energie per l'ultima interminabile salita che dalla Casa del Pescatore porta al Bocchetto Sessera.
Al Bocchetto un ristorante può rifocillarvi. La cioccolata è notevole, densissima. Il panorama sulla pianura padana oltre le basse colline del biellese è molto carino, soprattutto in autunno.
Ma il nostro itinerario si sviluppa affacciandosi ancora per un po' sulla Valsessera: quindi si sale ancora dolcemente sul versante nord della cresta del Monte Marca, sulla sterrata (F7) chiusa al traffico da una sbarra.
La sterrata termina su un poggio erboso con una baita in sommità, proteso verso il centro della valle.
Si mantiene la direzione est su una traccia evidente (scegliere la più ampia). Dopo una pietraia il singletrack diventa inequivocabile, in lieve pendenza, MOLTO divertente. Divertentissimo e panoramico, un pochino tecnico ed esposto, ma largo. Facendo attenzione non si corre nessun rischio. Parola d'ordine scorrevolezza&rilanci. Mitico! Tutto da guidare, usando poco i freni.
Giunti al Bocchetto Luvera, si abbandona definitivamente la Val Sessera, per tuffarsi sui pendii soleggiati a sud.
Notare sulla sinistra, guardando il versante della discesa, un costone erboso, con un'ampia radura tra le betulle: bisognerà risalire di lì a breve.
Lì, dal Bocchetto Luvera, un evidente cartello di legno indica il Sentiero del Lupo (L21) che danza in discesa. Dopo qualche minuto di esaltante discesa, prestare attenzione ad un bivio, con un sentiero che risale sulla sx, per raggiungere la suddetta cresta erbosa.
(Se si cicca il bivio, si finisce nei dintorni di Veglio o Mosso)
Il sentiero che sale al pascolo in cresta (L2), prosegue fino alla Cascina Oro, per poi trasformarsi una morbida sterrata pratosa in lieve discesa a balcone sui bei boschi e pascoli delle colline prealpine.
Sulla destra, dopo un paio di km inizia un sentiero (L3) tecnico, che scende con una bella pendenza con alcune rocce smosse.
Arrivati all'asfalto, svoltare a sx e continuare su bitume ca.800m tra gli alpeggi, fino ad imboccare sulla sx la GTB (G13). Il singletrack è ben segnato e in breve porta a Trivero.
28% sentiero
70% sterrata
RoadbookHappykiller 03-11-07 ha scritto:
Partenza da Trivero, Centro Zegna.
Sulla strada che sale alla Panoramica Zegna, si incontra una rotonda (con grande pubblicità dell'Oasi Zegna sul muro di fronte): svoltare a destra e proseguire su asfalto per Castagnea.
Seguire le indicazioni per il Santuario della Novareia su sterrata poco pendente o pianeggiante; dopodiché la discesa si fa più veloce, sempre su sterrata, incassata nella parete di roccia della valle-canyon, con alcune brevi gallerie (non serve la torcia), fino alla centrale del Piancone, alla quale si svolta a sx, costeggiando il Torrente Sessera, prima con pendenze blande, poi sempre più sostenute; ed infine ancora dolci.
Lungo la strada si incontra un bel ponte antico a schiena d'asino sulle lanche smeraldo, ma bisogna proseguire sulla sterrata, senza attraversare il torrente.
Non ci sono bivi. Non ci si può perdere.
Arrivati alla Diga delle Mischie infossata tra le rocce della stretta valle, si imbocca lo scomodo sentiero F6, poco segnato, che si inerpica sul lato est del lago con dei disagevoli gradini in partenza. Il tratto è poco ciclabile, ma man mano che il sentiero si avvicina al Ponte dei Lavaggi, si riesce a far pezzi in sella sempre più lunghi e divertenti.
L'ambiente è estremamente selvaggio, raramente frequentato. Sconsigliato avventurarsi da soli in questo ambiente tanto puro quanto dimenticato.
Ci si impiegano circa 45min-1h a percorrere questo trail.
Giunti all'Alpe Collette di Sotto, si trova una FONTANA e il sentiero si tramuta in sterrata.
Poche decine di metri più avanti sulla dx si diparte un sentiero (l'F6 che prosegue) che porta ad agganciare la sterrata che collega il Bocchetto Sessera all'Alpe Mera.
Se non si sale sul sentiero, si segue la comoda sterrata che riporterà al Bocchetto Sessera con vari sali-scendi su ottimo fondo compatto, tra boschi stupendi. Ignorare tutti i bivi e stare sulla strada principale.
Tenere le energie per l'ultima interminabile salita che dalla Casa del Pescatore porta al Bocchetto Sessera.
Al Bocchetto un ristorante può rifocillarvi. La cioccolata è notevole, densissima. Il panorama sulla pianura padana oltre le basse colline del biellese è molto carino, soprattutto in autunno.
Ma il nostro itinerario si sviluppa affacciandosi ancora per un po' sulla Valsessera: quindi si sale ancora dolcemente sul versante nord della cresta del Monte Marca, sulla sterrata (F7) chiusa al traffico da una sbarra.
La sterrata termina su un poggio erboso con una baita in sommità, proteso verso il centro della valle.
Si mantiene la direzione est su una traccia evidente (scegliere la più ampia). Dopo una pietraia il singletrack diventa inequivocabile, in lieve pendenza, MOLTO divertente. Divertentissimo e panoramico, un pochino tecnico ed esposto, ma largo. Facendo attenzione non si corre nessun rischio. Parola d'ordine scorrevolezza&rilanci. Mitico! Tutto da guidare, usando poco i freni.
Giunti al Bocchetto Luvera, si abbandona definitivamente la Val Sessera, per tuffarsi sui pendii soleggiati a sud.
Notare sulla sinistra, guardando il versante della discesa, un costone erboso, con un'ampia radura tra le betulle: bisognerà risalire di lì a breve.
Lì, dal Bocchetto Luvera, un evidente cartello di legno indica il Sentiero del Lupo (L21) che danza in discesa. Dopo qualche minuto di esaltante discesa, prestare attenzione ad un bivio, con un sentiero che risale sulla sx, per raggiungere la suddetta cresta erbosa.
(Se si cicca il bivio, si finisce nei dintorni di Veglio o Mosso)
Il sentiero che sale al pascolo in cresta (L2), prosegue fino alla Cascina Oro, per poi trasformarsi una morbida sterrata pratosa in lieve discesa a balcone sui bei boschi e pascoli delle colline prealpine.
Sulla destra, dopo un paio di km inizia un sentiero (L3) tecnico, che scende con una bella pendenza con alcune rocce smosse.
Arrivati all'asfalto, svoltare a sx e continuare su bitume ca.800m tra gli alpeggi, fino ad imboccare sulla sx la GTB (G13). Il singletrack è ben segnato e in breve porta a Trivero.
Happykiller 03-11-07 ha scritto:Sabato 3 novembre
ore 7e45 io e fabio stiamo già smanettando sulle bici davanti al Centro Zegna
ore 8e30 Ivo, Ale, Pierina ed io partiamo dopo aver constatato che Mikedebike fa ingente uso di alcool :-P dimenticandosi del giro.
Partiamo, l'aria è frizzante, ma il sole è già piacevolissimo, i colori preannunciano una giornata memorabile. Una breve, leggera salita su asfalto scioglie i muscoli. Fa freddino, 6°C, ma siam coperti il giusto e la gamba che gira fa il resto. Io e Fabio partiamo con già sù le ginocchiere, per proteggersi dal freddo prima e dai rami spinosi poi.
La sterrata che ci accompagnerà fino alla diga del Lago delle Mischie inizia con una lunga discesa abbarbicata sulle pareti scoscese della valle stretta quasi come un canyon. Lì è all'ombra, la temperatura scende e subito ci si rende conto che l'autunno in val Sessera è più avanzato che altrove... sembra già fine novembre.
Giunti in discesa alla centrale elettrica del Piancone a livello del torrente Sessera, si comincia a costeggiare il corso d'acqua in leggera salita (con solo qualche strappo più irto e brevi discesine). Nonostante la temperatura prossima allo zero, ci si scopre. In maglietta fradicia e pantaloncini corti, l'aria gelida delle discesine minaccia broncopolmoniti peste bubbonica e colera... che per fortuna non mi colpiranno.
Ivo, con la sua bici in carbonio da XC, spd e chiacchiera fluente, mi spinge ad un passo sostenuto. Le gambe mi ricordano il Mottarone in SX-Trail del giorno prima, ma.. "zitte e andare".
L'handicap che mi affaticherà per tutto il giro sarà il distanziatore delle pastiglie dell'MX1 posteriore, che senza frena-filetti, con el vibrazioni si avvitava... e ogni km dovevo fermarmi a svitarlo un po'... ma facendo buona parte di strada con la ruota frenata!!
Il cielo è blu, perfetto, intonso... senza una scia di aereo, senza una nuvola. C'è solo la luna che si ostina a guardarci curiosa.
L'acqua nel torrente è poca, le lanche verdi non sono così ampie; il sole sta ancora sonnecchiando dietro le cime e non accende gli smeraldi di quelle pozze d'acqua limpida tra le rocce sotto il ponte romano di pietra eterna.
Un paio di tornanti ci fan guadagnare quota e si comincia ad essere illuminati dal tepore dei primi raggi. Ivo viaggia, mannaggia! Però la compagnia è così piacevole che due pedalate in più non mi fanno male. Inoltre evito di ascoltare per l'ennesima volta le gesta del giandujotto ah.. povero Ale... ma no... è solo la prima volta che sente quelle storie e lodi... ahaah. (Scusa Pierina.... sono bastardo! sei così piacevole fino alla terza ripetizione degli aneddoti! ahahah sai che ti voglio bene!).
L'ultimo tratto pianeggiante ci porta alla diga, che è sorprendentemente mezza vuota. Che siccità!!
Ore 10e15 pausa colazione alla diga.
Mentre mi arrampico su una paretina di roccia, un camoscio fa capolino da in cima allo stesso sperone roccioso a picco sul piazzalino in riva al lago. E sta lì! a guardarci, neanche a 15m da noi, poi ci mostra le ciapet bianche, e rimane lì fermo al sole a farsi ammirare (o ad abbronzarsi, non so). Ma che scemo... SCAPPA! che poi finisci in polenta! niente... gli è andata bene che siam 4 bikers e non cacciatori... mentre a noi ha fatto solo piacere questa inaspettata comparsa.
Ore 10e30 intraprendiamo l'arduo sentiero che si inerpica sul lato orientale del lago, portando spesso la bici in spalla. Ci si alza in fretta su questa traccia sottile a picco sul lago smeraldo cupo e profondo. Un po' di prudenza evita di fare in sella anche alcuni tratti teoricamente pedalabili, dato il fondo umido, pietre nascoste e abisso sul fianco...
Man mano che si prosegue sul sentiero invece la pedalabilità aumenta, con lunghi tratti divertenti. Ivo con la sella alta è un po' più prudente di noi, che possiamo freeraidarci più comodi.
I colori non sono così vari come mi aspettavo, proprio per questo anticipo d'inverno in questa valle freddina, però è ugualmente uno spettacolo, e con quel blu sopra di noi, il sorriso non scompare mai.
Ore 11e30, come da programma arriviamo puntuali all'alpeggio con la fontana. Pranzetto anticipato, svaccandosi al sole calduccio, sul prato asciutto, per rifocillarci prima della lunga salita. Siamo nel punto più lontano dall'asfalto, immersi nella natura, in ottima compagnia, con dei panini soddisfacenti... nessun guaio meccanico... beh... sta andando tutto alla perfezione. Che figata!!!
Vorremo stare ancora lì a fare un sonnellino su quel beato praticello, ma la salita è ancora lunga ed è meglio ripartire.
Al Ponte dei Lavaggi, mi distraggo un attimo, ed invece di salire a prendere la sterrata che avevo scelto con google earth, proseguiamo per la sterrata che avevamo percorso il 10 marzo scorso. Poco male.
Il fondo è liscio e compatto, tranne alcuni rari strappetti, ha pendenze agevoli.
Ad un certo punto ale comincia ad avere problemi alla trasmissione, e scopre di aver perso 2 nottolini che tengono bash e corona media. Oh Pork. Sposta un nottolino e ripartiamo, tanto per lo più si usa la 22t per tutta la salita.
I colori su questo versante meglio esposto sono più vivi e ogni scorcio meriterebbe una foto.
Castagni, faggete, pinete e betulle si alternano in boschi raramente misti, cambiando prospettive di momento in momento.
Spettacolo! Erezioni psicologiche accompagnano le nostre proiezioni di possibili discese nel libero in quei boschi incantati.
Un'ultima "troppo" lunga discesa ci fa perdere quota, prima degli ultimi 2,7km di salita ininterrotta, sulla quale patisco un po' i km del giorno precedente.
Per fortuna non c'è la neve, fango e ghiaccio di quella sera gelida del 10 marzo scorso, ma il fondo rimane liscio e compatto, il che consente una pedalata rotonda e continua. Bene.
Ore 13e45 arriviamo al Bocchetto Sessera. Sono un po' stanchino per le salite con la ruota frenata... Finora sono 30km e nocciole. Non caccole. Siamo a quasi 1400m, il cielo è sempre blu senza nuvole. Verso la pianura si vede una lontana foschia, mentre il profilo delle Alpi è limpidissimo. Mangiamo gli ultimi panini e una bella cioccolata calda densissima integra gli zuccheri e il sorriso che manca poco a dividere in due la testa.
Non siamo freschi come rose, ovviamente, ma ci sono tutte le energie necessarie per goderci il resto del percorso.
Le mie previsioni tempistiche sono state precise al minuto... sorprendente!!! :-?
Intraprendiamo la strada che passa a nord della cresta della Panoramica Zegna, che avevo solo potuto studiare in cartina, mentre le testimonianze avevano prospettato spiacevoli lunghi tratti a spinta, abbandono nei rododentri ecc. Oh, proviamo. Ho proprio voglia di tentare e gli altri sono d'accordo.
Prima la sterrata "certa", sale lentamente fino a quota 1450m. In alcuni tratti all'ombra (sempre all'ombra evidentemente) sono ghiacciati... ed essendo le 2 del pomeriggio... ci si rende di nuovo conto che è Novembre... anche se tutto il resto del giro in maglietta e pantaloncini era sembrato di fine settembre.
Arrivati al poggio erboso su cui scendono le inutili piste da sci, dalle montagne più vicine fa capolino il maestoso massiccio del Monte Rosa... SPETTACOLO!!!
Un attimo di indecisione sul sentiero da prendere ci porta su una linea alta poco visibile e brinata che si perde in una pietraia; ma poco sotto si riprende il sentiero giusto, che con un falsopiano in salita procede a mezza costa, con piccolo ostacoli tecnici che rendono divertente anche quel salire. E' un continuo sorprendersi incredulo della bellezza di quel luogo. Che bello! Che bello!
Bisogna fare attenzione perché è vietato cadere a sx, pena un rotolone di centinaia di metri, ma la traccia non è così sottile da generare particolari preoccupazioni. E' puro spettacolo.
Ci si ferma spesso a contemplare il panorama... dal Lyskam alla Northern possente il Rosa mostra a chi ha buoni occhi e sa dove guardare, la Capanna Margherita e altri rifugi di sua Maesta il Rosa... e tutto l'arco alpino a Nord si staglia nel blu come una mascella di squalo con i suoi denti e picchi frastagliati.
Sono insignificanti i pochi metri da fare a spinta, dopo di ché comincia una discesa lieve e veloce, su traccia larga, che ci manda al settimo cielo del godimento. Certo... qualche jolly ci vuole... quando si è così esaltati una roccia umida può dare un brivido imprevisto... ma tutto ok.
Il godimento è immenso, ma non ci si può limitare al piacere della guida, così ci si ferma ogni tanto a ricompattare il gruppo e ad ammirare ancora e ancora i boschi colorati della selvaggia Val Sessera con la sua corona di montagne maestose.
La discesa è tecnica, senza eccessi, senza freni sempre tirati.. semplicemente magica.
Purtroppamente finisce quel sentiero al Bocchetto Luvera. Non è durato poco, possiamo dirci soddisfatti... e... c'è ancora una discesa divertente da fare!!!
Al Bocchetto si lancia l'ultima occhiata al panorama a Nord, per poi ritornare al piacevole calore del sole del versante Sud. Che colori... che luce!!!
Scendiamo dagli ormai noti tornantini del Sentiero del Lupo, fino ad imboccare la deviazione che in diagonale ci porta alla Cascina Oro. In quel pezzo mi esibisco in un numero circense involontario, con noosepress da capottone, su dei gradini sconnessi tra i sassi. Fabio applaude, io rido. Che rischio stupido. Niente facciata, tanta soddisfazione. Oh numi che pirla! ma che equilibrio!
Ale spacca la catena, probabilmente per averla danneggiata con quei nottolini disertori, ma tolta una maglia, fila tutto liscio. Ok.
Ci si avvicina a Trivero su una la sterrata pratosa con dolce pendenza negativa, fino ad arrivare ad un sentiero, anch'esso scelto a tavolino solo sulla mappa. Ale forse l'aveva già percorso. E' un singletrack tosto, che le foglie umide rendono ancora più infido, ripido e con sassi smossi... yeah! La Six è a suo agio, io e ale non abbiamo problemi, mentre Ivo desidera la Demo7.
La discesa non è ancora finita. Dopo un breve tratto di asfalto tra pascoli verdi e alberi di tutti i colori tra il rosso, amaranto, marrone, giallo, ocra, oro, ecc... si prende il sentiero della GrandeTraversata del Biellese, per un'ultima adrenalinica discesa, liscia e veloce su un manto di foglie soffice, concludendo il giro con in urban style stretti tra le case e giù dai gradini.
SPETTACOLO!
Siamo 4 persone felici e soddisfatte.
Confronto alla lunga salita, sì, la discesa è durata meno... ma è sempre così... con la differenza che oggi il giro è stato bello dall'inizio alla fine... tranne diversi momenti in cui è stato semplicemente MERAVIGLIOSO!!
Tempi rispettati alla perfezione, ci sta anche la birretta finale.
Yeah!
Grazie a tutti e tre!! e alla Natura che ci ha fatto questo regalo mozzafiato.
Traccia del Giro della Val Sessera per google earth qui:
http://www.mediafire.com/?byyyg121rmp
Fate play dopo aver selezionato "Giro panoramico", (lasciando la casellina senza "V") e una traccia invisibile vi guiderà in un giro in elicottero sopra il percorso, senza essere sballottati lungo il tracciato tortuoso del sentiero.
Webcam: