Sapevo che scendere dal P.sso del Bernina avrebbe ripagato delle 10 ore trascorse in auto tra andare e tornare, ma non credevo che fosse una esperienza che probabilmente mi rimarrà nel cuore come uno dei più bei ricordi.
Ore 16.30 di sabato 23 agosto inizia il nostro viaggio verso Tirano, io Sergio & Francesca, da sempre compagni di merende quando cè da scendere da qualsiasi posto. Il viaggio, è lungo 380 km, ma il morale è sempre alto, il Lago dIseo al Tramonto e molto bello, lAprica non ha nulla a che fare con un luogo di montagna almeno per il sottoscritto che frequenta le Dolomiti, e vedere le luci di Sondrio e la sua valle illuminata di notte è uno spettacollo unico.
Arriviamo a Tirano alle 22.00 giusto il tempo per scaricare la borsa e via di corsa a mangiare, fame tanta. Dopo aver riempito la pancia verso le 00.30 tutti a letto, anche se lansia per il gg dopo, i dubbi di cosa mettere nello zaino, (che tempo farà ??, sarà caldo sarà freddo ?? boh) il cambio di letto, fa si che non si riesca a quasi a dormire.
Nello zaino alla fine avrò messo 4 giubbotti e una maglietta felpata, guanti invernali e una papalina, oltre a protezioni e le normali cose che mi porto dietro !!!!
Ore 6.00 di domenica 24 agosto, mi ero portato la sveglia da casa, non si sa mai, avevo puntato anche quella del telefono, alla fatidica ora un concerto in camera. Doccia veloce alle 6.20 scendo nella hall dellalbergo, !!!!!!!! azzo è tutto chiuso e adesso ???, dopo 10 minuti scende anche Sergio, fortunatamente il proprietario alle 6.45 si presenta e ci apre la porta di uscita, arriva Francesca e iniziano i preparativi veloci come il fulmine in 15 minuti siamo gia in sella verso la stazione.
Il treno e gia lì che ci spetta, avevamo già deciso di salire presto con la seconda corsa in partenza alle 7.40 perché poi naturalmente ci aspettano altre 5 ore dauto, ma pensavamo di incontrare altri bikers vista la stagione nisba .solo noi.
Facciamo colazione al Bar di Fronte la stazione, una cosa leggera tanto dovremo stare in treno fino verso le 10.00, quidi una brioche e un caffè possono bastare.
Fatti i biglietti, caricate le bici nel vagone apposito, saliamo e ..inizia lavventura vera e propria. La prima cosa curiosa è stata quella di vedere il treno transitare per le strade con le auto a fianco o incolonnate dietro un vero spasso
Pensavo che la sua velocità fosse ridicola visto il salto di altitudine che deve affrontare 1900 mt circa, invece è una velocità quasi normale, il treno che collega Ravenna a Bologna va più piano in certi punti.
La salita è fantastica, il treno di per se fa delle evoluzioni incredibili per salire, tornanti, gallerie in curve, ponti sospesi, continui cambi di direzione. Io sembro il bambino a cui hanno regalato il giocattolo nuovo. Non riesco a star fermo continuo a passare da un finestrino allaltro in base al verso del treno e faccio foto su foto, alla fine saranno più di 100 in totale. I panorami, gli scorci, le vedute ..non ci vengono aggettivi per descriverle .semplicemente fantastiche sembra sempre di essere allinterno di una cartolina. Il treno continua a salire e dopo aver passato il lago di poschiavo..verso lAlpe Ghum iniziano a vedersi il massiccio del Bernina con i suoi ghiacciai, e li le vedute lasciano veramente a bocca aperta.
Per tutto il tragitto, Sergio ha continuato ha studiare la cartina per scegliere il tragitto più consono alle nostre voglie di discesa. Leggendo larticolo su Tutto Mtb, ci era sembrato di capire che la discesa si svolgesse quasi tutta per laghi sentieri ghiaiosi e/o carraie con un pezzo non troppo lungo tecnico in single. Vista la miriade di sentieri segnati sulla carta volevamo scegliere quello più tecnico possibile ma evitare possibilmente quelli frequentati dagli escursionisti.
Infatti lo studio della cartina poi porterà a grandi soddisfazioni discesistiche.
Ore 9.40 preciso come un orologio svizzero (ho fatto la battuta) il treno arriva allOspizio Bernina (dove vendono la torta di RE MIDA, poi vi spiego). Scendiamo, tra laltro solo noi, cerchiamo di aprire il portellone del vagone bici, E? CHIUSO !!!, azzo come una lepre Sergio si leva lo zaino al volo e di corsa risale il treno, visto che ovviamente il vagone bici è lultimo, verso il macchinista che ci confiderà STAVO PARTENDO ..
La giornata è stupenda non una nuvola in cielo il sole scalda ma laria è frizzante. La veduta sul Bernina è bellissima, il lago Bianco è pieno dacqua alimentato dai ghiacciai in disgelo. Ci vestiamo protezioni ecc..ecc.. e qui inizia lunica nota dolente della giornata.
Avevamo deciso, e ci eravamo pure informati se era fattibile, di scendere per il sentiero che passa tra i due laghi e a lato della statale che sale da St. Moriz fino a Bernina Lagalb e prendere la funivia che sale fino allomonimo Piz a quota 2900 per rendere la discesa ancor più lunga.
Tale sentiero per è un sentierino tutto scosceso con tratti impedalabili e a spinta. Fattostà che dopo 5 km arriviamo alla partenza della funivia, da lontano però avevo gia inteso qualcosa perché non avevo visto cabine salire e il parcheggio era vuoto infatti..noooooooo un cartello alla cassa riportava IL SERVIZIO DESTATE E SOSPESO .azzzzzo.
E adesso ??? avevamo perso 250 metri di quota ..vabbè alzata la sella chiuso il ritorno dell ammo non ci resta che prendere il bitume e rifarci i 5 km in salita per tornare allOspizio Bernina. Lunghi questi 5 km...lunghi questi 5 km...bardati fino all'inverosimile.....lunghi questi 5 km...sotto u sole cocente......sudando....lunghi questi 5 km con un caldo atroce.
In apnea a rischio di embolo torniamo allospizio ma prima di scendere verso valle, la Torta di Re Mida. Visto che erano già le 11.00 decidiamo di mangiare qualcosa e al Bar. Sul bancone vediamo delle torte invitanti e decidiamo di prenderne una fetta per uno ..già la fetta che ci serve la tipa è trasparente poi .Paga in Euro o in FR in Euro .sono 4.50 euro azzo 9000 lire per una fettina di torta .. vabbè siamo in svizzera.
Rifocillati e carichi con il morale alle stelle, comunque nonostante la faticata in salita partiamo per la discesa vera e propria. Allinizio si costeggia tutto il lago Bianco su una comoda carraia in piano poi al primo bivio i nostri studi precedenti sulla cartina fanno si che ci permettano di scegliere un sentiero fantastico.
Infatti a questo bivio decidiamo di scendere a sinistra per un ripidissimo sentiero tra il bosco. Questa scelta ci a permesso in pratica di arrivare a Cavaglia in single, e che single.
Allinizio quasi un Trial, ripido, e dritto con sassoni, radici e pietroni, a volte ci a costretti a mettere il piede a terra o addirittura di fare qualche decina di metri a piedi, ma nel complesso bellissimo, un misto di tratti veloci e taratti molto tecnici, in pratica tutto quello che si può trovare in un sentiero alpino in un bosco. Prima di arrivare a Cavaglia anche un guado su un ponticello di legno, un passaggio sotto un ponte in pietra del treno, e un pezzo molto bello velocissimo nel sottobosco su una erbetta alta 2 cm sembrava di correre su un green di golf.
Arrivati a Cavaglia una fontana ci ha permesso di riprendere un pò fiato. Quello delle fontane è stato una bella sorpresa, cè né ovunque e ti permettono di bere acqua fresca e non quello schifo caldo che sta dentro allo zaino.
Dopo alcune foto di rito riprendiamo il tragitto fiancheggiando la stazione e infilandoci in una gola dove scorre un torrente che ha creato un canyon profondo che lo si passa su di un ponticello. Da qui inizia la picchiata verso Poschiavo. Il sentiero da noi percorso attraversa diverse volte la ferrovia e il fondo è quello di una mulattiera per gran parte del tragitto. Molto veloce ma ha messo a dura prova braccia e gambe a causa del fondo ricoperto di sassoni che per lo piu creavano gradini. Questo pezzo è stato veramente bello ma forse il più faticoso anche perché erano gia 2.30 che stavamo scendendo. Nell ultimo pezzo, prima del paese occorre seguire attentamente le indicazioni, cartelli gialli, questo ci a permesso di continuare il single tagliando diverse volte la carraia.
Verso le 13.00 siamo a Poschiavo, ormai il Bernina è già un ricordo ma abbiamo ancora piu di 15 km da fare per tornare a Tirano. Per evitare il bitume saliamo sullargine sinistro del torrente che scorre nella valle e lo percorriamo tutto fino a raggiungere il lago di Poschiavo. Ancora gli scorci e le vedute si sprecano e la fotocamera digitale continua a fare il sui lavoro. Imbocchimo una comoda carraia che passa tra il lago e la ferrovia che ci permette di percorrere tutto il lago fino alla fine. Da qui in poi purtoppo per i prossimi 10 km fino a Tirano solo bitume, una volata pazzesca che solo il forte vento contrario non ci a permesso di vedere le fatidiche 3 cifre sul contakm. Infatti su quello di Sergio in un lungo rettilineo prima di Campocologno segnava 94 km/h .peccato sarebbe stata la cigliegina sulla torta.
Ha Campocologno cè la Dogana e ovviamente nessuno ci neppure guardato, e dopo 2 km il ritorno alla base dove è terminata questa fantastica avventura. Eravamo un pò spaventati per il traffico che avremmo potuto incontrare, quindi in tutta fretta senza mangiare e bere caricate le bici in auto e cambiati alla meno peggio siamo ripartiti verso casa. Ahhh dimenticavo .appena saliti acqua acqua a catinelle forse stava aspettando che salissimo per non rovinare neanche un minuto del nostro fine settimana.
Scrivere non mi è mai piaciuto e forse questa è stata la prima volta che ho raccontato una mia esperienza, ma non lo rileggerò neppure, sarà bello cosi con i suoi errori e strafalcioni, mi ricorderà ancor meglio questo fantastico 24 agosto 2003.
P.S.: Le foto sul mio dito www.mdmracing.it
Ciao
Felix
Ore 16.30 di sabato 23 agosto inizia il nostro viaggio verso Tirano, io Sergio & Francesca, da sempre compagni di merende quando cè da scendere da qualsiasi posto. Il viaggio, è lungo 380 km, ma il morale è sempre alto, il Lago dIseo al Tramonto e molto bello, lAprica non ha nulla a che fare con un luogo di montagna almeno per il sottoscritto che frequenta le Dolomiti, e vedere le luci di Sondrio e la sua valle illuminata di notte è uno spettacollo unico.
Arriviamo a Tirano alle 22.00 giusto il tempo per scaricare la borsa e via di corsa a mangiare, fame tanta. Dopo aver riempito la pancia verso le 00.30 tutti a letto, anche se lansia per il gg dopo, i dubbi di cosa mettere nello zaino, (che tempo farà ??, sarà caldo sarà freddo ?? boh) il cambio di letto, fa si che non si riesca a quasi a dormire.
Nello zaino alla fine avrò messo 4 giubbotti e una maglietta felpata, guanti invernali e una papalina, oltre a protezioni e le normali cose che mi porto dietro !!!!
Ore 6.00 di domenica 24 agosto, mi ero portato la sveglia da casa, non si sa mai, avevo puntato anche quella del telefono, alla fatidica ora un concerto in camera. Doccia veloce alle 6.20 scendo nella hall dellalbergo, !!!!!!!! azzo è tutto chiuso e adesso ???, dopo 10 minuti scende anche Sergio, fortunatamente il proprietario alle 6.45 si presenta e ci apre la porta di uscita, arriva Francesca e iniziano i preparativi veloci come il fulmine in 15 minuti siamo gia in sella verso la stazione.
Il treno e gia lì che ci spetta, avevamo già deciso di salire presto con la seconda corsa in partenza alle 7.40 perché poi naturalmente ci aspettano altre 5 ore dauto, ma pensavamo di incontrare altri bikers vista la stagione nisba .solo noi.
Facciamo colazione al Bar di Fronte la stazione, una cosa leggera tanto dovremo stare in treno fino verso le 10.00, quidi una brioche e un caffè possono bastare.
Fatti i biglietti, caricate le bici nel vagone apposito, saliamo e ..inizia lavventura vera e propria. La prima cosa curiosa è stata quella di vedere il treno transitare per le strade con le auto a fianco o incolonnate dietro un vero spasso
Pensavo che la sua velocità fosse ridicola visto il salto di altitudine che deve affrontare 1900 mt circa, invece è una velocità quasi normale, il treno che collega Ravenna a Bologna va più piano in certi punti.
La salita è fantastica, il treno di per se fa delle evoluzioni incredibili per salire, tornanti, gallerie in curve, ponti sospesi, continui cambi di direzione. Io sembro il bambino a cui hanno regalato il giocattolo nuovo. Non riesco a star fermo continuo a passare da un finestrino allaltro in base al verso del treno e faccio foto su foto, alla fine saranno più di 100 in totale. I panorami, gli scorci, le vedute ..non ci vengono aggettivi per descriverle .semplicemente fantastiche sembra sempre di essere allinterno di una cartolina. Il treno continua a salire e dopo aver passato il lago di poschiavo..verso lAlpe Ghum iniziano a vedersi il massiccio del Bernina con i suoi ghiacciai, e li le vedute lasciano veramente a bocca aperta.
Per tutto il tragitto, Sergio ha continuato ha studiare la cartina per scegliere il tragitto più consono alle nostre voglie di discesa. Leggendo larticolo su Tutto Mtb, ci era sembrato di capire che la discesa si svolgesse quasi tutta per laghi sentieri ghiaiosi e/o carraie con un pezzo non troppo lungo tecnico in single. Vista la miriade di sentieri segnati sulla carta volevamo scegliere quello più tecnico possibile ma evitare possibilmente quelli frequentati dagli escursionisti.
Infatti lo studio della cartina poi porterà a grandi soddisfazioni discesistiche.
Ore 9.40 preciso come un orologio svizzero (ho fatto la battuta) il treno arriva allOspizio Bernina (dove vendono la torta di RE MIDA, poi vi spiego). Scendiamo, tra laltro solo noi, cerchiamo di aprire il portellone del vagone bici, E? CHIUSO !!!, azzo come una lepre Sergio si leva lo zaino al volo e di corsa risale il treno, visto che ovviamente il vagone bici è lultimo, verso il macchinista che ci confiderà STAVO PARTENDO ..
La giornata è stupenda non una nuvola in cielo il sole scalda ma laria è frizzante. La veduta sul Bernina è bellissima, il lago Bianco è pieno dacqua alimentato dai ghiacciai in disgelo. Ci vestiamo protezioni ecc..ecc.. e qui inizia lunica nota dolente della giornata.
Avevamo deciso, e ci eravamo pure informati se era fattibile, di scendere per il sentiero che passa tra i due laghi e a lato della statale che sale da St. Moriz fino a Bernina Lagalb e prendere la funivia che sale fino allomonimo Piz a quota 2900 per rendere la discesa ancor più lunga.
Tale sentiero per è un sentierino tutto scosceso con tratti impedalabili e a spinta. Fattostà che dopo 5 km arriviamo alla partenza della funivia, da lontano però avevo gia inteso qualcosa perché non avevo visto cabine salire e il parcheggio era vuoto infatti..noooooooo un cartello alla cassa riportava IL SERVIZIO DESTATE E SOSPESO .azzzzzo.
E adesso ??? avevamo perso 250 metri di quota ..vabbè alzata la sella chiuso il ritorno dell ammo non ci resta che prendere il bitume e rifarci i 5 km in salita per tornare allOspizio Bernina. Lunghi questi 5 km...lunghi questi 5 km...bardati fino all'inverosimile.....lunghi questi 5 km...sotto u sole cocente......sudando....lunghi questi 5 km con un caldo atroce.
In apnea a rischio di embolo torniamo allospizio ma prima di scendere verso valle, la Torta di Re Mida. Visto che erano già le 11.00 decidiamo di mangiare qualcosa e al Bar. Sul bancone vediamo delle torte invitanti e decidiamo di prenderne una fetta per uno ..già la fetta che ci serve la tipa è trasparente poi .Paga in Euro o in FR in Euro .sono 4.50 euro azzo 9000 lire per una fettina di torta .. vabbè siamo in svizzera.
Rifocillati e carichi con il morale alle stelle, comunque nonostante la faticata in salita partiamo per la discesa vera e propria. Allinizio si costeggia tutto il lago Bianco su una comoda carraia in piano poi al primo bivio i nostri studi precedenti sulla cartina fanno si che ci permettano di scegliere un sentiero fantastico.
Infatti a questo bivio decidiamo di scendere a sinistra per un ripidissimo sentiero tra il bosco. Questa scelta ci a permesso in pratica di arrivare a Cavaglia in single, e che single.
Allinizio quasi un Trial, ripido, e dritto con sassoni, radici e pietroni, a volte ci a costretti a mettere il piede a terra o addirittura di fare qualche decina di metri a piedi, ma nel complesso bellissimo, un misto di tratti veloci e taratti molto tecnici, in pratica tutto quello che si può trovare in un sentiero alpino in un bosco. Prima di arrivare a Cavaglia anche un guado su un ponticello di legno, un passaggio sotto un ponte in pietra del treno, e un pezzo molto bello velocissimo nel sottobosco su una erbetta alta 2 cm sembrava di correre su un green di golf.
Arrivati a Cavaglia una fontana ci ha permesso di riprendere un pò fiato. Quello delle fontane è stato una bella sorpresa, cè né ovunque e ti permettono di bere acqua fresca e non quello schifo caldo che sta dentro allo zaino.
Dopo alcune foto di rito riprendiamo il tragitto fiancheggiando la stazione e infilandoci in una gola dove scorre un torrente che ha creato un canyon profondo che lo si passa su di un ponticello. Da qui inizia la picchiata verso Poschiavo. Il sentiero da noi percorso attraversa diverse volte la ferrovia e il fondo è quello di una mulattiera per gran parte del tragitto. Molto veloce ma ha messo a dura prova braccia e gambe a causa del fondo ricoperto di sassoni che per lo piu creavano gradini. Questo pezzo è stato veramente bello ma forse il più faticoso anche perché erano gia 2.30 che stavamo scendendo. Nell ultimo pezzo, prima del paese occorre seguire attentamente le indicazioni, cartelli gialli, questo ci a permesso di continuare il single tagliando diverse volte la carraia.
Verso le 13.00 siamo a Poschiavo, ormai il Bernina è già un ricordo ma abbiamo ancora piu di 15 km da fare per tornare a Tirano. Per evitare il bitume saliamo sullargine sinistro del torrente che scorre nella valle e lo percorriamo tutto fino a raggiungere il lago di Poschiavo. Ancora gli scorci e le vedute si sprecano e la fotocamera digitale continua a fare il sui lavoro. Imbocchimo una comoda carraia che passa tra il lago e la ferrovia che ci permette di percorrere tutto il lago fino alla fine. Da qui in poi purtoppo per i prossimi 10 km fino a Tirano solo bitume, una volata pazzesca che solo il forte vento contrario non ci a permesso di vedere le fatidiche 3 cifre sul contakm. Infatti su quello di Sergio in un lungo rettilineo prima di Campocologno segnava 94 km/h .peccato sarebbe stata la cigliegina sulla torta.
Ha Campocologno cè la Dogana e ovviamente nessuno ci neppure guardato, e dopo 2 km il ritorno alla base dove è terminata questa fantastica avventura. Eravamo un pò spaventati per il traffico che avremmo potuto incontrare, quindi in tutta fretta senza mangiare e bere caricate le bici in auto e cambiati alla meno peggio siamo ripartiti verso casa. Ahhh dimenticavo .appena saliti acqua acqua a catinelle forse stava aspettando che salissimo per non rovinare neanche un minuto del nostro fine settimana.
Scrivere non mi è mai piaciuto e forse questa è stata la prima volta che ho raccontato una mia esperienza, ma non lo rileggerò neppure, sarà bello cosi con i suoi errori e strafalcioni, mi ricorderà ancor meglio questo fantastico 24 agosto 2003.
P.S.: Le foto sul mio dito www.mdmracing.it
Ciao
Felix