Il pubblicitario monzese è a capo della rivolta dei ciclisti germanici. Per la Busa si profila un harakiri turistico
«I sentieri dateli in gestione ai biker»
Marco Toniolo lancia una proposta per evitarne la chiusura
ARCO. «L'Alto Garda non può dormire sugli allori. Quello delle mountainbike è un turismo importante che per essere salvaguardato abbisogna d'infrastrutture. E la scelta di chiudere alcuni fra i più bei sentieri pedalabili della zona non gioca certamente a favore». Marco Toniolo è diventato una sorta di capofila degli appassionati delle due ruote a pedali che dalla Germania calano sul Garda per sbizzarrirsi sulle loro bici. Originario di Monza, da sette anni vive e lavora (nel campo della pubblicità) a Monaco di Baviera. Sono stati i suoi interventi su Internet e Bike Magazine ad infuocare la polemica dei giorni scorsi.
La settimana scorsa la rivista tedesca ha pubblicato un servizio contro la decisione del comune di Arco di chiudere alle mountain bike alcuni sentieri della Busa. «La rivista ha sempre tessuto le lodi della vostra zona - commenta Toniolo - forse la più amata dai biker europei. L'Alto Garda approfitta del turismo su mountainbike durante una stagione che comincia ad aprile e termina ad ottobre, riuscendo così ad avere alberghi e ristoranti pieni anche quando il turista classico è già tornato in città dalle ferie estive. A tali benefici per la regione non fanno riscontro altrettante infrastrutture per i biker. I sentieri non vengono praticamente mai tenuti in manutenzione (se si escludono pochi casi), non esiste una segnaletica unitaria, non ci sono discese attrezzate con salti e paraboliche per i numerosi biker che amano salire con lo shuttle-bus e fare della downhill e l'unica strada ciclabile che da Riva del Garda porta nella zona del Tremalzo (la vecchia strada del Ponale) è chiusa da anni». «La fitta rete di carrarecce militari - continua Toniolo - e di vecchi sentieri poderali offre la possibilità agli amanti della bici da montagna di pedalare su itinerari variegati con diverse difficoltà tecniche, senza per altro venire in conflitto con gli escursionisti a piedi, i quali preferiscono zone montane più spettacolari come le vicine Dolomiti del Brenta». Una posizione, a detta di Toniolo, che accomuna praticamente tutti i biker germanici. Ma che non si limita soltanto ad una dura critica. «Ai vari comuni - conclude Toniolo - proponiamo una collaborazione. Se da un lato alcuni sentieri devono venir chiusi, dall'altro si dovrebbero predisporre dei veri e propri percorsi per i biker che vadano al di là della strada forestale, poco interessante per la gran parte del pubblico su due ruote. Parliamo di veri e propri sentieri attrezzati secondo il modello canadese, con diversi gradi di difficoltà, da dare in manutenzione ed in gestione ai biker stessi».
fonte: http://www.trentinocorrierealpi.quo...inocorrierealpi/arch_18/trento/riva/ag201.htm
«I sentieri dateli in gestione ai biker»
Marco Toniolo lancia una proposta per evitarne la chiusura
ARCO. «L'Alto Garda non può dormire sugli allori. Quello delle mountainbike è un turismo importante che per essere salvaguardato abbisogna d'infrastrutture. E la scelta di chiudere alcuni fra i più bei sentieri pedalabili della zona non gioca certamente a favore». Marco Toniolo è diventato una sorta di capofila degli appassionati delle due ruote a pedali che dalla Germania calano sul Garda per sbizzarrirsi sulle loro bici. Originario di Monza, da sette anni vive e lavora (nel campo della pubblicità) a Monaco di Baviera. Sono stati i suoi interventi su Internet e Bike Magazine ad infuocare la polemica dei giorni scorsi.
La settimana scorsa la rivista tedesca ha pubblicato un servizio contro la decisione del comune di Arco di chiudere alle mountain bike alcuni sentieri della Busa. «La rivista ha sempre tessuto le lodi della vostra zona - commenta Toniolo - forse la più amata dai biker europei. L'Alto Garda approfitta del turismo su mountainbike durante una stagione che comincia ad aprile e termina ad ottobre, riuscendo così ad avere alberghi e ristoranti pieni anche quando il turista classico è già tornato in città dalle ferie estive. A tali benefici per la regione non fanno riscontro altrettante infrastrutture per i biker. I sentieri non vengono praticamente mai tenuti in manutenzione (se si escludono pochi casi), non esiste una segnaletica unitaria, non ci sono discese attrezzate con salti e paraboliche per i numerosi biker che amano salire con lo shuttle-bus e fare della downhill e l'unica strada ciclabile che da Riva del Garda porta nella zona del Tremalzo (la vecchia strada del Ponale) è chiusa da anni». «La fitta rete di carrarecce militari - continua Toniolo - e di vecchi sentieri poderali offre la possibilità agli amanti della bici da montagna di pedalare su itinerari variegati con diverse difficoltà tecniche, senza per altro venire in conflitto con gli escursionisti a piedi, i quali preferiscono zone montane più spettacolari come le vicine Dolomiti del Brenta». Una posizione, a detta di Toniolo, che accomuna praticamente tutti i biker germanici. Ma che non si limita soltanto ad una dura critica. «Ai vari comuni - conclude Toniolo - proponiamo una collaborazione. Se da un lato alcuni sentieri devono venir chiusi, dall'altro si dovrebbero predisporre dei veri e propri percorsi per i biker che vadano al di là della strada forestale, poco interessante per la gran parte del pubblico su due ruote. Parliamo di veri e propri sentieri attrezzati secondo il modello canadese, con diversi gradi di difficoltà, da dare in manutenzione ed in gestione ai biker stessi».
fonte: http://www.trentinocorrierealpi.quo...inocorrierealpi/arch_18/trento/riva/ag201.htm