Difficoltà tecnica (salita/discesa) * : MC / OC
* scala delle difficoltà tecniche CAI
Descrizione:
Il percorso si svolge all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo e non è interamente ciclabile. Vengono percorse a piedi, per lunghi tratti, le parti finali di entrambe le salite (al valico dell'Aceretta e alla sorgente Puzza), nonchè alcuni tratti della discesa finale. La fatica è però compensata dall'ambiente che viene attraversato.
Come arrivare:
Si parte dalla chiesetta della Madonna della Lanna, che si trova all'imbocco dei Prati di Angro, poco oltre Villavallelonga. Il paese di Villavallelonga è raggiungibile dall’uscita di Avezzano della A25 seguendo le indicazioni per Luco, Trasacco, Collelongo, Villavallelonga.
Cartografia consigliata:
Carta Turistica del Parco Nazionale d’Abruzzo;
Carta CAI 1:25000 Coppo dell’Orso – Carta dei sentieri della Vallelonga.
Roadbook:
(il percorso fino al Passo e al rifugio del Diavolo coincide con quello dell'itinerario "Anello delle fonti" già pubblicato)
Arrivati a Villavallelonga si prosegue in auto uscendo dal paese in direzione del cimitero, che si supera, proseguendo per circa km 7,500 fino alla chiesetta della Madonna della Lanna, dove si può parcheggiare.
Si inizia a pedalare in falsopiano e sempre su asfalto, fino a raggiungere i Prati di Angro, che si attraversano interamente percorrendo una comoda sterrata, la quale, entrando nel bosco, si trasforma in sentiero che va seguito tenendosi, per quanto possibile, sul lato destro della radura, proprio ai piedi delle montagne circostanti.
Si superano due fonti e, sempre tenendo la destra, si giunge ad un bivio, dove il buon senso consiglierebbe di proseguire dritto, mentre le indicazioni su di un sasso (sentiero R6) inequivocabilmente invitano ad una ripida salita. Imboccato l'R6, si giunge alla Fonte dell'Aceretta Vecchia (quota 1445 su IGM) su un sentiero dal fondo ben compatto e (quasi integralmente) pedalabile, lungo il quale l'unica difficoltà è rappresentata da alcuni strappetti tanto duri quanto brevi.
Giunti alla fonte, bici (quasi integralmente) in spalla, si affrontano una serie di stretti tornanti che, prima all'aperto, poi sotto bosco, ci portano fino al Valico dell'Aceretta, da dove si gode una bella vista sui monti del Parco.
Si prende a destra un sterrata inizialmente in piano, ma che poi inizia a scendere piuttosto ripidamente e su terreno dissestato nel Vallone Peschio di Iorio, dove si incontra il sentiero B1 del Parco. Per scendere si può scegliere se seguire la linea della pista da sci o le strade di servizio alle piste. Questo tratto, nella parte alta, vista l'inconsistenza del fondo, può essere considerato impegnativo e costringere a scendere di sella.
Si arriva a Pescasseroli, che si attraversa, e si imbocca la SS 83 continuando su asfalto fino al Passo del Diavolo e al Rifugio del Diavolo. Qui si lascia l'asfalto, per imboccare a sinistra un sentiero che ci conduce all'ingresso T del Parco. Superato l'ingesso, si percorre il sentiero in leggera salita fino ad arrivare ad un bivio: bisogna abbandonare il sentiero T1 che, proseguendo dritto davanti a noi, conduce ai prati della Cicerana, e si deve, invece, svoltare a sinistra, imboccando i sentieri T4 e T6, inizialmente coincidenti.
Dopo poco più di un chilometro, ad un nuovo bivio, si piega sulla sinistra (sentiero T6) e si prosegue, sempre in salita, fino ad una radura a quota 1.600 circa. Qui è necessario svoltare bruscamente a destra su traccia di sentiero in ripida salita e, seguendo i pochi segni, si raggiunge (a spinta) la sorgente Puzza, che ha, in realta, più semplicemente l'aspetto di una larga pozza d'acqua (o di fango, a seconda della stagione).
Superata la "sorgente" si torna nel bosco, alternando falsopiano a piccole salite, fino ad imboccare in discesa il sentiero R5 che scende per Valle Cervara.
E' questo, in realtà, l'obiettivo dell'escursione: l'attraversamento di un bellissimo vallone, molto poco frequentato e piuttosto "selvaggio".
La parte alta della discesa è su fondo compatto, per un sentiero che scende ripido con un susseguirsi di tornanti piuttosto stretti. Più in basso si incontra quello che sembrerebbe il greto di un torrente e la ciclabilità diventa più difficoltosa, a tratti impossibile, a meno di possedere grandi doti trialistiche.
Il sentiero si alterna ora a sinistra, ora a destra del letto del torrente, che viene continuamente attraversato.
Le difficoltà della discesa sono poi aumentate dal fatto che il fondo è molto "sporco": più volte si incontrano alberi caduti a terra, anche di grosse dimensioni, che vanno letteralmente scavalcati. Inoltre, il raro passaggio dell'uomo ha reso il terreno estremamente insidioso a causa del grande numero di rami e di sassi smossi che si incontrano.
La discesa continua così fino a toccare di nuovo i Prati di Angro. Da qui alla macchina sulla via dell'andata.
* scala delle difficoltà tecniche CAI
Descrizione:
Il percorso si svolge all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo e non è interamente ciclabile. Vengono percorse a piedi, per lunghi tratti, le parti finali di entrambe le salite (al valico dell'Aceretta e alla sorgente Puzza), nonchè alcuni tratti della discesa finale. La fatica è però compensata dall'ambiente che viene attraversato.
Come arrivare:
Si parte dalla chiesetta della Madonna della Lanna, che si trova all'imbocco dei Prati di Angro, poco oltre Villavallelonga. Il paese di Villavallelonga è raggiungibile dall’uscita di Avezzano della A25 seguendo le indicazioni per Luco, Trasacco, Collelongo, Villavallelonga.
Cartografia consigliata:
Carta Turistica del Parco Nazionale d’Abruzzo;
Carta CAI 1:25000 Coppo dell’Orso – Carta dei sentieri della Vallelonga.
Roadbook:
(il percorso fino al Passo e al rifugio del Diavolo coincide con quello dell'itinerario "Anello delle fonti" già pubblicato)
Arrivati a Villavallelonga si prosegue in auto uscendo dal paese in direzione del cimitero, che si supera, proseguendo per circa km 7,500 fino alla chiesetta della Madonna della Lanna, dove si può parcheggiare.
Si inizia a pedalare in falsopiano e sempre su asfalto, fino a raggiungere i Prati di Angro, che si attraversano interamente percorrendo una comoda sterrata, la quale, entrando nel bosco, si trasforma in sentiero che va seguito tenendosi, per quanto possibile, sul lato destro della radura, proprio ai piedi delle montagne circostanti.
Si superano due fonti e, sempre tenendo la destra, si giunge ad un bivio, dove il buon senso consiglierebbe di proseguire dritto, mentre le indicazioni su di un sasso (sentiero R6) inequivocabilmente invitano ad una ripida salita. Imboccato l'R6, si giunge alla Fonte dell'Aceretta Vecchia (quota 1445 su IGM) su un sentiero dal fondo ben compatto e (quasi integralmente) pedalabile, lungo il quale l'unica difficoltà è rappresentata da alcuni strappetti tanto duri quanto brevi.
Giunti alla fonte, bici (quasi integralmente) in spalla, si affrontano una serie di stretti tornanti che, prima all'aperto, poi sotto bosco, ci portano fino al Valico dell'Aceretta, da dove si gode una bella vista sui monti del Parco.
Si prende a destra un sterrata inizialmente in piano, ma che poi inizia a scendere piuttosto ripidamente e su terreno dissestato nel Vallone Peschio di Iorio, dove si incontra il sentiero B1 del Parco. Per scendere si può scegliere se seguire la linea della pista da sci o le strade di servizio alle piste. Questo tratto, nella parte alta, vista l'inconsistenza del fondo, può essere considerato impegnativo e costringere a scendere di sella.
Si arriva a Pescasseroli, che si attraversa, e si imbocca la SS 83 continuando su asfalto fino al Passo del Diavolo e al Rifugio del Diavolo. Qui si lascia l'asfalto, per imboccare a sinistra un sentiero che ci conduce all'ingresso T del Parco. Superato l'ingesso, si percorre il sentiero in leggera salita fino ad arrivare ad un bivio: bisogna abbandonare il sentiero T1 che, proseguendo dritto davanti a noi, conduce ai prati della Cicerana, e si deve, invece, svoltare a sinistra, imboccando i sentieri T4 e T6, inizialmente coincidenti.
Dopo poco più di un chilometro, ad un nuovo bivio, si piega sulla sinistra (sentiero T6) e si prosegue, sempre in salita, fino ad una radura a quota 1.600 circa. Qui è necessario svoltare bruscamente a destra su traccia di sentiero in ripida salita e, seguendo i pochi segni, si raggiunge (a spinta) la sorgente Puzza, che ha, in realta, più semplicemente l'aspetto di una larga pozza d'acqua (o di fango, a seconda della stagione).
Superata la "sorgente" si torna nel bosco, alternando falsopiano a piccole salite, fino ad imboccare in discesa il sentiero R5 che scende per Valle Cervara.
E' questo, in realtà, l'obiettivo dell'escursione: l'attraversamento di un bellissimo vallone, molto poco frequentato e piuttosto "selvaggio".
La parte alta della discesa è su fondo compatto, per un sentiero che scende ripido con un susseguirsi di tornanti piuttosto stretti. Più in basso si incontra quello che sembrerebbe il greto di un torrente e la ciclabilità diventa più difficoltosa, a tratti impossibile, a meno di possedere grandi doti trialistiche.
Il sentiero si alterna ora a sinistra, ora a destra del letto del torrente, che viene continuamente attraversato.
Le difficoltà della discesa sono poi aumentate dal fatto che il fondo è molto "sporco": più volte si incontrano alberi caduti a terra, anche di grosse dimensioni, che vanno letteralmente scavalcati. Inoltre, il raro passaggio dell'uomo ha reso il terreno estremamente insidioso a causa del grande numero di rami e di sassi smossi che si incontrano.
La discesa continua così fino a toccare di nuovo i Prati di Angro. Da qui alla macchina sulla via dell'andata.