Aperura Piancavallo Bike Funkpark + Crazy Sport & Frends

lancaster

Biker superioris
12/12/06
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Udine
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Cronaca della giornata di domenica 19/06/2011.
Apertura Bike Park a Piancavallo (PN) e manifestazione Crazy Sport & Friends con Photocontest:

Passo l’intera settimana a riguardarmi il meteo che, se da una parte promette acqua ad intermittenza, dall’altra concede qualche briciolo di speranza.
Sabato pomeriggio ho già tutto pronto: macchina caricata, bici compresa. Ormai è chiaro che, nonostante le perplessità, andrò in ogni caso… sono emozionato come un bambino.
Cerco compagnia: “Pronto, io vado tu vieni? … Sei fuori non vedi che tempo???”. “Pronto, io vado tu vieni?... si, forse, non so, vediamo domani”. “Pronto, io vado tu vieni?... Casso ti ga, mona ti son… cjavate!!!”. Uff… ho capito, da solo allo sbaraglio come al solito, vabbè se cercavo compagnia era meglio organizzare un pomeriggio al bar, no grazie.

Domenica mattina sveglia alle cinque per chiudere tutte le finestre, la casa si sta allagando da tanto piove, iniziamo bene.
Alle otto sono in macchina e cerco di convincermi che ad ovest sia meno scuro che ad est, il peggio sarà passato.
Arrivo ad Aviano che c’è quasi il sole, peccato per quella nuvoletta proprio sulla montagna... Nuvoletta??? A circa metà salita non vedo ormai un cacchio, nebbia fitta, schivo un paio di stradisti che scorgo all’ultimo secondo, dai coraggio almeno non pio… Braaammm…ve! Ok adesso c’è proprio tutto!

Navigando alla cieca arrivo per caso vicino alla funivia: Beh c’è gente, considerato tutto, anche parecchia. Adocchio l’impianto di risalita che è in moto, vai a fidarti della Promotur… se non vedo non credo.
Giretto di propaganda a salutare gli amici di Crazy Sport e rientro in macchina ad attendere che spiova, mentre qualcuno parcheggiato accanto a me decide di levare le tende e tornare a casa.
Passa poco e ti vedo uno con la bici, coperto di fango, un Mottarello umano. Mi fiondo a chiedere informazioni: “Com’è ? facile, difficile, drop, pericoli...?”… “Siii… tranquilla, magari un po’ umida ma alla portata dei più, inizia anche a schiarire. Senti, visto che tengo famiglia e non mi va di rischiare, non è che ti prendi il mio biglietto? Te lo cedo a dodici, costa quindici…”
Lì per lì mi vien da pensare “Se per te è un rischio, cosa credi che io abbia, una benedizione speciale? Fra l’altro entro un mese diventerò papà…” e ovviamente gli dico “Speta, prendo i soldi e arrivo”. Logica ferrea!
Durante la risalita sento pure le voci: “Oh, con sto fango becchiamo sicuro qualcuno che cade, chissà che foto”, ”Ma vaff…portasfig… Tiè” , “Scusaaa, intendevo qualcun altro non tu” , “Ah bon, ciao”.

Arrivo in cima: “Dove si va?” … “Semplice a sinistra FR a destra DH”… “Ahhhh…già” faccio io con l’aria di chi sa già tutto e invece non ha capito un cacchio. Mi aspettavo un cartello, qualche fettuccia, vedo solo una strada bianca in ghiaino e nebbia.
Mi butto a destra nella foschia solo perché è la direzione dalla quale sono arrivato, due secondi dopo dietro di me “Frenaaa, stai sbagliando … seguimi” che culo ho trovato uno che conosce la strada e mi fa da cane per ciechi.

La DH si presenta divertente e filante, il terreno drena bene, delle belle compressioni permettono di far lavorare l’ammo a dovere schizzando via oltre le cime, un paio di sponde alte in stile wall, qualche curva stretta che mette in difficoltà i principianti, ma solo un paio di pezzi nel bosco sono veramente ripidi, viscidi e tecnici, meno male hanno messo i materassi sugli alberi, oggi salveranno più di qualcuno, me compreso: Sono tutto preso nello schivare rocce e fango quando all’improvviso vedo una struttura in legno, penso già ad un drop abissale, mi cago e tiro i freni, rimbalzo da un materasso all’altro, salto quasi in braccio ad un fotografo che non fa una piega a dice “Si poteva anche copiare”. Buono a sapersi sarà per la prossima volta. Più in fondo due bei saltini danno quel pizzico di emozione in più e via che si ricomincia. Arriva anche il sole.

Il percorso FR invece è senza storia: un lunghissimo trasferimento attraverso una noiosa pista da sci, un percorso tecnico, lento e tormentato nel bosco ed un palloso riavvicinamento a piedi all’impianto. Credo che tutti l’abbiano fatto una volta sola per curiosità e poi stop.

Giro tutto il giorno sulla DH sempre più gasato, mi fermo solo qualche minuto per bere e per mandare un sms a casa “Figataaaa… ci vediamo stasera… ti amo” serve più che altro a pararmi il culo e a lavarmi la coscienza visto che ho lasciato la mia dolce metà, incinta, da sola, a casa.
Verso le sei vado finalmente al chiosco “Sono in ritardo per il pranzo? Panino e birra grazie”.

Sento qualcuno che critica “Si poteva far questo o quello, manca quest’altro…”. No, no ragazzi calma, in una realtà statica come la nostra il fatto che si sia messo in piedi un bike park, seppure in embrione, sembra già un miracolo. Direi che l’organizzazione in questo momento ha bisogno di tutto il sostegno possibile e poi … lasciamoli crescere.
:up:
 
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