Ancora uno ne voglio toccare.
Bianchi, screpolati, rugosi, con fenditure profonde; la cima del monte era cosparsa da una moltidutine di essi.
Dal più minuscolo granello di sabbia, al masso che accatastato ricordava un vecchio muro a secco, tutti contribuivano a dare alla cima di quel monte un lugubre aspetto. Ne raccolsi un'altro, e toccandolo, sentii, con il palmo della mano, l'asperità della superficie, grezza, incisiva, spaccata dalla violenza,
secca, friabile.
Quasi cento anni dopo il sussegursi di tragici eventi svoltesi su quel luogo, le pietre testimoniano il terrore, la morte. Intrinsi di sangue, lacrime sudore, e lavati da pioggie e neve, quei sassi parlano a chi li sa ascoltare, a chi riesce a sentire le loro storie, di quando a calpestarli c'erano dei ragazzi diventati uomini nel campo di battaglia, strappati alla vita da getti di metallo incandescente vomitati da una o dall'altra parte del fronte.
Una piccola riflessione su uno dei luoghi visitati queste vacanze.
Bianchi, screpolati, rugosi, con fenditure profonde; la cima del monte era cosparsa da una moltidutine di essi.
Dal più minuscolo granello di sabbia, al masso che accatastato ricordava un vecchio muro a secco, tutti contribuivano a dare alla cima di quel monte un lugubre aspetto. Ne raccolsi un'altro, e toccandolo, sentii, con il palmo della mano, l'asperità della superficie, grezza, incisiva, spaccata dalla violenza,
secca, friabile.
Quasi cento anni dopo il sussegursi di tragici eventi svoltesi su quel luogo, le pietre testimoniano il terrore, la morte. Intrinsi di sangue, lacrime sudore, e lavati da pioggie e neve, quei sassi parlano a chi li sa ascoltare, a chi riesce a sentire le loro storie, di quando a calpestarli c'erano dei ragazzi diventati uomini nel campo di battaglia, strappati alla vita da getti di metallo incandescente vomitati da una o dall'altra parte del fronte.
Una piccola riflessione su uno dei luoghi visitati queste vacanze.