Alto Garda da L'Adige....

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Biker serius
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Non la finiscono più.....l'unica speranza è il turismo altrimenti in mtb basta!!!
Riporto articolo de"L'Adige" di ieri 05/10/2005.

MTB estremo sentieri in pericolo
Allarme sentieri di montagna. Lo lancia da tempo la Sat, preoccupata per certi usi fin troppo disinvolti di quello che viene definito «un patrimonio di tutti, fatto di storia e tradizione». Il dito accusatore in questo momento è puntato sulle mountain bike, in particolare sulla pratica del «downhill», una nuova specialità che prevede discese mozzafiato lungo i sentieri più ripidi. Facile intuire i rischi a cui potrebbe andare incontro un malcapitato escursionista che, da una curva, potrebbe vedersi spuntare uno di questi «kamikaze» su due ruote.
«Non siamo certo contrari a chi va fra i boschi in mountain bike. Anche la Sat organizza delle escursioni in mtb, però è chiaro che tutto deve essere fatto con equilibrio e rispetto. Ma questi ragazzi scatenati del downhill, che pure amo, fanno solo danni e rappresentano un pericolo», afferma Bruno Calzà (nella foto), presidente della Sat di Arco. La sezione gestisce sentieri per un totale di 105 km, che abbracciano anche i comuni di Dro, Drena, Tenno e Ronzo Chienis. E tempo fa - come spiega lo stesso Calzà - aveva preparato una lista di 14 trecciati da chiudere alle mtb. «Dovevamo fare le segnalazioni al Comune, che avrebbe poi provveduto ad emettere i divieti di transito. Siamo stati tra i primi, ma poi, quando è venuto il momento di concretizzare le chiusure, sono sorti dei problemi e alla fine la Provincia ha deciso di cambiare rotta con un nuovo regolamento, destinato ad entrare in funzione dal primo maggio. Ora i sentieri sono tutti aperti».
Come riferito ieri, il provvedimento provinciale dispone che non ci si potrà avventurare sulle due ruote in quei tratti di sentiero con pendenze superiori al 20% e nei tracciati di larghezza inferiore all´ingombro della bicicletta posta di traverso. Per un anno non sono previste sanzioni per i trasgressori. Approccio soft, anche perché la mtb è una ricchezza per il turismo trentino: vale almeno 100 mila ospiti l´anno.
«Non si tratta di vietare - sottolinea il consigliere provinciale Enzo Bassetti - ma di dare delle regole per tutelare l´ambiente e chi pratica lo sport della bicicletta in montagna. La preoccupazione è per il downhill, disciplina estrema in continua crescita, ma che ha uno spirito totalmente diverso dalla mtb. Non si cerca infatti il contatto con la natura, che è anche fatica, ma si raggiunge in auto la quota e poi ci si lancia in discesa a velocità assurde. Un pericolo per chi percorre a piedi i sentieri in cerca di pace e tranquillità».


LA PISTA DELL'ALTO GARDA
In picchiata fino a Nago
La pratica del downhill (letteralmente: giù dalla collina) ha nell´Alto Garda una sorta di tempio: un sentiero che dall´Altissimo arriva a Nago. Gli appassionati di questa disciplina estrema sono in continua crescita e, in Trentino, vengono anche organizzate delle escursioni guidate a pagamento. Ti caricano su un furgone, ti affittano la bicicletta, casco in testa e poi giù per la discesa. Ci sono anche i campionati di specialità e impianti «fissi» come in Carnia, che solitamente sfruttano le piste da sci nel periodo estivo. Ma il biker estremo cerca l´adrenalina e quindi spesso si avventura in sentieri strettissimi, con pendenze da vertigine. Solitamente indossa un casco da motocross, protezioni ai gomiti e alle ginocchia, guanti robusti e lunghi. Le biciclette hanno telai solidi, doppio ammortizzatore e molla posteriore, due freni a disco. Quelle migliori vengono dagli Usa e i costi sono da «fuoriserie»: per due ruote adeguate alle violente sollecitazioni di un sentiero di montagna servono dai 2.500 ai 5.000 euro.
I praticanti non disdegnano neppure l´inverno: peneumatici chiodati e via sul ghiaccio, perché l´aderenza sarebbe addirittura migliore. Naturalmente le pendenze preferite vanno oltre il 20% che la Provincia intende porre come limite invalicabile nel nuovo regolamento. Nella «lista nera» preparata a suo tempo dalla Sat di Arco ci sono tracciati che si snodano fra i gruppi montuosi del Casale Brento, del Monte Colodri e del Monte Stivo. In molti casi si tratta solo di alcuni tratti, in altri la richiesta di divieto arriva ad essere totale.
 
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