Due sentieri poco o per nulla frequentati dai bikers, tra gli innumerevoli presenti nel parco dell’alto garda Bresciano, ma che sicuramente meritano una “visita”. La loro relativa vicinanza e la loro diversità, ci ha spinto a provarli nella stessa giornata, consapevoli che ne sarebbe uscito un tour decisamente impegnativo. Simulando la traccia GPS sul PC, avevamo notato che il disegno che ne risultava, assomigliava ad una farfalla “tatuata” sull’ortofoto.
Quota massima raggiunta: Passo della Puria (m1374)
Cartografia Consigliata: Kompass 102, Lago di Garda – Monte Baldo, scala 1:50000
Località di partenza: Si sale da limone Del Garda la strada che porta a Vesio, passato il paese, poco dopo l’incrocio per la valle di S.Michele (quadrivio) c’è un parcheggio nei pressi di un caseificio dove è possibile lasciare l’auto(loc. Polzone).
Roadbook
Lasciata l’auto nei pressi del caseificio di Polzone, si pedala in discesa su asfalto in direzione di tignale. Poco dopo la strada comincerà a salire, con brevi tratti al 12% fino a giungere dopo 5,5km in località Cà di Natone. Si noterà a destra una cappella votiva con una strada sterrata (sent 257) che iniziamo a salire su fondo talvolta parecchio sconnesso e con pendenze sostenute. Attenzione al primo ed unico bivio che si incontra a tenere la dx (segni bianco sossi) e a non salire la sterrata a sinistra. Si entra nella bellissima val Tignalga, pedalando con pendenze sostenute fino al passo Scarpapè. E’ una salita decisamente impegnativa ma che merita di essere pedalata per poter godere dello spettacolare panorama sulla val Tignalga. Al passo scarpapè si procede a dx in salita, ora più dolce, fino ad un bivio dove a sx ci sono le indicazioni per il Tombea e Caplone, mentre a dx c’è una sbarra. La si scavalca e si prosegue dritti con segnavia 229, evitando il sentiero che si stacca a dx (254) che porterebbe a Cima tignalga. La sterrata diventa subito sentiero e poco dopo ci ritroviamo nei pressi del Passo Della Puria.
Da qui parte la prima discesa; il sentiero 229. Non sarà mai particolarmente tecnico ma richiede comunque molta attenzione. Il fondo è per la maggior parte boschivo (foglie e terra) e in caso di bagnato può diventare molto viscido e scivoloso a causa della pendenza. I pochi tornanti non sono particolarmente stretti o insidiosi, mai esposti. Attenzione a seguire i segni “polacchini” (bianco-rossi) altrimenti è facile perdere la traccia. Un sentiero decisamente divertente, che comunque richiede un buon controllo del mezzo. Giunti presso la malga Puria, dopo aver affrontato il ripidone, il sentiero diviene un po’ più marcato e “ facile”. Bisognerà fare molta attenzione solo in un punto in cui il sentiero è crollato e il passaggio risulta un poco esposto, è quindi buona cosa affrontarlo con bici al fianco.
Si prosegue godendo, fino ad immettersi nella sterratona che risale la valle di S. Michele, nei pressi della diga/laghetto. Qui termina il sentiero 229. si prosegue a dx in leggera salita fino ad un bivio dove a sn si notano le indicazioni per la cocca. Qui abbiamo terminato di disegnare la prima ala della farfalla e siamo a circa metà percorso e a circa 500m dalle auto (a voi la scelta…).
Proseguiamo in direzione “la cocca” ed iniziamo la mitica salita che porta verso Bocca Fobia. Giunti a 950m di quota siamo in località “la cocca”; qui proseguiamo a sx ed iniziamo uno dei più bei single track che il parco alto garda bresciano regala agli amanti delle ruote grasse a pedali. In alcuni tratti il sentiero, se si soffre di vertigini o si ha una scarsa padronanza del mezzo, è sconsigliato praticarlo in sella (ulteriori info). Si attraverseranno alcune gallerie opera del genio militare della grande guerra (una è franata ma è ben segnalata la deviazione per aggirarla) fino a giungere in località “bocchetta di Nansesa”. Dritti si proseguirebbe verso bocca fobia mentre noi andiamo a sinistra ed iniziamo il sentiero 219 detto anche sentiero dei corvà.
Questo sentiero che viene descritto da un’autorevole guida del CAI e del Touring club come “piuttosto monotono ” per la pratica del trekking (infatti non abbiamo incontrato nemmeno l’ombra di un pedone), è per la MTB una goduria e se si ha “pelo”, si possono raggiungere velocità ragguardevoli. Ottimo per gli amanti del flow, Infatti il sentiero ha un fondo compatto, piuttosto liscio e regolare, pulito, con innumerevoli tornanti ma mai stretti da costringerci a mettere il piede a terra se non per affrontare le curve in appoggio in stile four cross. Il sentiero termina nuovamente sulla sterratona della valle di S.Michele. Andiamo a sx e ci ritroviamo ancora nei pressi del laghetto/diga dove si chiude la “farfalla”. Proseguiamo sulla stessa strada fatta in precedenza in leggera salita fino a raggiungere l’asfalto, ormai nei pressi del parcheggio dove avevamo lasciato l’auto.
Piccola curiosità: all’interno del caseificio c’è una macchinetta che distribuisce yogurt fresco da sballo (2 euro/litro + 20 cent. Per il vuoto). Mentre nel bar adiacente, la birra ed il servizio lasciano parecchio a desiderare.
TESTATO ED APPROVATO DAI BdB
Quota massima raggiunta: Passo della Puria (m1374)
Cartografia Consigliata: Kompass 102, Lago di Garda – Monte Baldo, scala 1:50000
Località di partenza: Si sale da limone Del Garda la strada che porta a Vesio, passato il paese, poco dopo l’incrocio per la valle di S.Michele (quadrivio) c’è un parcheggio nei pressi di un caseificio dove è possibile lasciare l’auto(loc. Polzone).
Roadbook
Lasciata l’auto nei pressi del caseificio di Polzone, si pedala in discesa su asfalto in direzione di tignale. Poco dopo la strada comincerà a salire, con brevi tratti al 12% fino a giungere dopo 5,5km in località Cà di Natone. Si noterà a destra una cappella votiva con una strada sterrata (sent 257) che iniziamo a salire su fondo talvolta parecchio sconnesso e con pendenze sostenute. Attenzione al primo ed unico bivio che si incontra a tenere la dx (segni bianco sossi) e a non salire la sterrata a sinistra. Si entra nella bellissima val Tignalga, pedalando con pendenze sostenute fino al passo Scarpapè. E’ una salita decisamente impegnativa ma che merita di essere pedalata per poter godere dello spettacolare panorama sulla val Tignalga. Al passo scarpapè si procede a dx in salita, ora più dolce, fino ad un bivio dove a sx ci sono le indicazioni per il Tombea e Caplone, mentre a dx c’è una sbarra. La si scavalca e si prosegue dritti con segnavia 229, evitando il sentiero che si stacca a dx (254) che porterebbe a Cima tignalga. La sterrata diventa subito sentiero e poco dopo ci ritroviamo nei pressi del Passo Della Puria.
Da qui parte la prima discesa; il sentiero 229. Non sarà mai particolarmente tecnico ma richiede comunque molta attenzione. Il fondo è per la maggior parte boschivo (foglie e terra) e in caso di bagnato può diventare molto viscido e scivoloso a causa della pendenza. I pochi tornanti non sono particolarmente stretti o insidiosi, mai esposti. Attenzione a seguire i segni “polacchini” (bianco-rossi) altrimenti è facile perdere la traccia. Un sentiero decisamente divertente, che comunque richiede un buon controllo del mezzo. Giunti presso la malga Puria, dopo aver affrontato il ripidone, il sentiero diviene un po’ più marcato e “ facile”. Bisognerà fare molta attenzione solo in un punto in cui il sentiero è crollato e il passaggio risulta un poco esposto, è quindi buona cosa affrontarlo con bici al fianco.
Si prosegue godendo, fino ad immettersi nella sterratona che risale la valle di S. Michele, nei pressi della diga/laghetto. Qui termina il sentiero 229. si prosegue a dx in leggera salita fino ad un bivio dove a sn si notano le indicazioni per la cocca. Qui abbiamo terminato di disegnare la prima ala della farfalla e siamo a circa metà percorso e a circa 500m dalle auto (a voi la scelta…).
Proseguiamo in direzione “la cocca” ed iniziamo la mitica salita che porta verso Bocca Fobia. Giunti a 950m di quota siamo in località “la cocca”; qui proseguiamo a sx ed iniziamo uno dei più bei single track che il parco alto garda bresciano regala agli amanti delle ruote grasse a pedali. In alcuni tratti il sentiero, se si soffre di vertigini o si ha una scarsa padronanza del mezzo, è sconsigliato praticarlo in sella (ulteriori info). Si attraverseranno alcune gallerie opera del genio militare della grande guerra (una è franata ma è ben segnalata la deviazione per aggirarla) fino a giungere in località “bocchetta di Nansesa”. Dritti si proseguirebbe verso bocca fobia mentre noi andiamo a sinistra ed iniziamo il sentiero 219 detto anche sentiero dei corvà.
Questo sentiero che viene descritto da un’autorevole guida del CAI e del Touring club come “piuttosto monotono ” per la pratica del trekking (infatti non abbiamo incontrato nemmeno l’ombra di un pedone), è per la MTB una goduria e se si ha “pelo”, si possono raggiungere velocità ragguardevoli. Ottimo per gli amanti del flow, Infatti il sentiero ha un fondo compatto, piuttosto liscio e regolare, pulito, con innumerevoli tornanti ma mai stretti da costringerci a mettere il piede a terra se non per affrontare le curve in appoggio in stile four cross. Il sentiero termina nuovamente sulla sterratona della valle di S.Michele. Andiamo a sx e ci ritroviamo ancora nei pressi del laghetto/diga dove si chiude la “farfalla”. Proseguiamo sulla stessa strada fatta in precedenza in leggera salita fino a raggiungere l’asfalto, ormai nei pressi del parcheggio dove avevamo lasciato l’auto.
Piccola curiosità: all’interno del caseificio c’è una macchinetta che distribuisce yogurt fresco da sballo (2 euro/litro + 20 cent. Per il vuoto). Mentre nel bar adiacente, la birra ed il servizio lasciano parecchio a desiderare.
TESTATO ED APPROVATO DAI BdB