Alpine route '09, ovvero su e giu' per i passi Svizzeri

  • Siete di quelli che, quando comincia a fare freddo, mettono la bici in garage e vanno in letargo, sdivanandosi fino alla primavera? Quest’anno avrete un motivo in più per tenervi in forma, e cioè la nostra prima Winter Cup, che prende il via il 15 novembre 2024 e si conclude il 15 marzo 2025.
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Daffi73

Biker serius
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Non è facile raccontare un viaggio del genere: tante sono le sensazioni, le immagini, i pensieri di queste due settimane.
Forse è il caso di cominciare dall’inizio…

PROLOGO.
Il giorno scelto per la partenza non è un giorno qualunque: oggi è il 1° agosto, festa nazionale svizzera! Non potevamo scegliere giorno più adatto per cominciare questa traversata delle alpi, che si svolge quasi del tutto in territorio elvetico (a parte una piccola deviazione a Livigno).
Arriviamo a Scuol, il punto di partenza del giro, nel tardo pomeriggio; abbiamo un po’ di tempo per gironzolare per il paese, e poi ci godiamo una tipica cena svizzera, a base di carne, con l’immancabile burro alle erbe, e verdura. E’ stranamente caldo, tanto che mangiamo in terrazza; quando comincia a farsi buio notiamo che sulle varie cime delle montagne sono accessi dei fuochi, e più ci guardiamo in giro più ne vediamo. Ecco come festeggiano gli svizzeri… c’e’ anche la banda che suona per il paese, la seguiamo fino a una piazza dove sono radunate moltissime persone (moltissime per essere a Scuol, s’intende), con vendita di panini con bratwurst e vari dolci molto invitanti.
Ci troviamo con Federico e moglie, da bravi italiani facciamo casino mentre intorno tutti tacciono: stanno ascoltando in silenzio il discorso (in grigionese) delle autorità del posto…
Arriva il momento di preparasi per andare a nanna, ed ecco la sorpresa: abbiamo dimenticato a casa la valigia con i vestiti da bici!!! Che fare? Tornare a casa, recuperare la valigia e tornare qui? Vorrebbe dire fare 6 ore di auto, e partire per il giro dormendo qualche ora, non un bel modo per cominciare… visto che le previsioni per i prossimi giorni non sono molto invitanti, decidiamo a malincuore di tornare a casa e ripartire tra due giorni, alla fine è la cosa più logica… la falsa partenza ci permetterà di evitare gli unici giorni di brutto tempo di tutto agosto, ma questo ancora non lo sapevamo.

IL VIAGGIO.
Si potrebbe pensare che per fare un giro del genere (500 km, 16.000 m di dislivello in 13 tappe) ci vuole allenamento… almeno, così la pensavo io, prima.
Invece, ciò di cui bisogna dotarsi è tanta pazienza.
Certo, ci vuole un po’ di abitudine a pedalare in montagna, e allo stare in sella per tante ore ogni giorno (i ciclisti il callo ce l’hanno lì…); poi però è la pazienza il requisito fondamentale.
Avere pazienza vuol dire riuscire a pedalare (a volte, arrancare) in salita, con pause per prendere il fiato e sistemare la zavorra che abbiamo sulle spalle e sulla bici: alla fine abbiamo deciso di portare tutto con noi, dai ricambi per la bici ai vestiti per la sera. Il mio assetto di viaggio prevede zaino e portapacchi, Gio invece ha preferito caricare lo zaino e portare una borsa piccola sul manubrio: secondo me meglio il portapacchi, che ha retto bene tutto il viaggio facendo ogni tanto anche da sostegno allo zaino per farmi riposare la schiena, ma è questione di gusti.
La pazienza ci vuole anche in discesa, perché bisogna scendere con giudizio, magari a piedi nei tratti più impegnativi, che si potrebbero pure fare in bici divertendosi… con 10 kg in meno e delle gomme più adatte allo scopo!

In fondo è tutta questione di velocità: se la nostra velocità ideale coincide con quella che ci permette il nostro fisico, allora il più è fatto. E poi, che fretta dovremmo avere? Non dobbiamo fare altro che pedalare e salire, e poi scendere, gironzolare qua e là, guardare le mucche, fischiare alle marmotte… e goderci l’incredibile fortuna di un periodo così lungo di bel tempo!
Già, perche’ l’aver pazienza è importante, ma esercitarla con il bel tempo è impresa facile.. credo sarebbe ben diverso fare un viaggio del genere con pioggia o temporali.
Noi invece nemmeno un temporarle, giusto dieci minuti di pioggia leggera scendendo a Vals, quando ormai eravamo già con la testa alle terme. A raccontarlo sembra incredibile pure a me che l’ho vissuto in prima persona!

Tornando alla pazienza, non l’adoperavamo solo in bici ovviamente, ma anche nella ricerca del posto per dormire, nello smontare i bagagli tutti i pomeriggi per rifarli la mattina dopo, nelle comunicazione con gli indigeni (ostico il tedesco), nell’interpretazione dei menù e nella digestione dei piatti tipici.

La giornata tipo più o meno si svolge così: sveglia alle 7 – 7.30, colazione (rigorosamente in abiti civili, è fondamentale non farla già in vestiti da bici, meglio rimendare il più possibile l’incontro con gli amati-odiati pantaloncini imbottiti), preparazione bagaglio, partenza. Invariabilmente, poco dopo la partenza comincia la salita più dura della giornata, alla faccia di tutte le teorie sul riscaldamento e sulla partenza graduale. Visto che c’e’ poco da fare si sale, sudando, sbuffando, con i muscoli freddi che si lamentano; il paesaggio sempre diverso ci distrae, immagino cosa vorrebbe dire pedalare per ore tra le nuvole, magari con la pioggia e il freddo…
Verso l’ora di pranzo, o poco dopo, riusciamo generalmente a concludere la parte più faticosa, in modo da fare la pausa pranzo con la prospettiva di dover solo scendere (o quasi). La composizione del pranzo è variabile: dopo una partenza con barrette (che schifo) e frutta, decidiamo per una combinazione ben più gratificante (pane e formaggio o salame), con bibita del ciclista (cocacola).
Dopo appropriata pausa, si scende/pedala per un paio d’ore, poi scatta la seconda fase della giornata: ricerca posto letto, breve ripiglio forze, riconoscenza primordiale della città, scelta ristorante e cena, nanna. Tutto ciò con qualche variante ovviamente; in ordine sparso mi vengono in mente:
- Festa di paese a Meiringen, birretta con amici arrampicatori.
[FONT=&quot]-[/FONT]Vagabondaggio per gli stand di una gara di mtb a Grindelwald, con cena del ciclista (pasta davvero buona e insalata) e poi birra con amici che casualmente si trovavano la’
[FONT=&quot]-[/FONT]Panico da ricerca posto letto: a Safien Plaz ci salva la proprietaria dell’unico bar del paese (l’unico hotel era chiuso perche’… era domenica!), costringendoci pero’ a cenare alle 17.30 che poi il bar chiudeva. A Grindelwald ci salva, più prevedibilmente, l’ufficio del turismo, trovandoci una camera in un alberghetto a picco sulla città.
- Visita d’obbligo all’UCI a fine viaggio, dove proviamo pure il bel pistino da BMX… e festeggiamo la fine del viaggio con una bourguignonne spettacolare!

Una menzione particolare va alla cucina svizzera, che ci ha permesso, nonostante l’attività fisica, di non perdere nemmeno un etto! Non c’e’ nulla di leggero, nella cucina svizzera: abbiam provato a prendere solo un’insalatona, trovandoci di fronte un’insalatiera colma di verdure, germogli, pancetta, il tutto ovviamente ricoperto dalla temibile swisssalsina.
Visto che l’insalata delude le nostre aspettative di leggerezza, ci rassegnamo: basta insalata (giusto un piattino come antipasto), e via ai pizokel, ai capuns, ai bratwurst, ai rosti… i rosti, dopo una giornata in bici… cosa volere di più? Rosti e birra, insalatina, un po’ di frutta (e pure qui ci vengono in soccorso gli amici svizzeri, l’ultima razione di calorie arriva via macedonia con panna, a meno di non ricordarsi di chiederla al naturale)… anche se in un momento di nostalgia per l’italica cucina, abbiamo provato pure pasta e pizza.
Per quanto riguarda la colazione, regna incontrastato il birchenmuesli, un’incredibile accozzaglia di yogurt, latte, frutta fresca, mandorle, muesli: crea dipendenza, con la curiosità poi di assaggiarlo ogni volta che lo si trova, perché non c’e’ un birchen uguale all’altro.

E la gente? Di ciclisti-viaggiatori non ne abbiamo praticamente trovati, a parte durante le prime tappe che sono risultate le più affollate… abbiamo trovato albergatori simpatici (il biondo riccioluto di Tschierv, che parlava pure un misto di italiano/grigionese), e altri meno espansivi (la tipa del B&B-rifiugio di Meiringn) e un sacco di giapponesi a grindelwald, vestiti nei modi piu’ assurdi.

Insomma un’esperienza da fare, meno impegnativa di quello che temevo, anche se gli ultimi giorni abbiamo cominciato a risentire della fatica accumulata… e pensare che è nato tutto un po’ per scherzo, bevendo birra in una locanda (svizzera, ovviamente!).


Per la cronaca, in 13 giorni abbiamo fatto circa 500 km, con poco piu' di 16.000 m di dislivello...
 

Daffi73

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Daffi73

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Avete fatto questo percorso qui: [url]http://bikeland.myswitzerland.com/it/routen_detail.cfm?id=315632[/URL] ?Io ho fatto lo scorso anno le ultime 7 tappe, da Andermatt ad Aigle (in realtà poi ho proseguito fino a Montreux).

esattamente... avendo fatto il giro con gps al seguito, ci siamo anche accorti che il sito in questione sottostima i dislivelli di ogni tappa, mediamente abbiamo fatto 200 m di salita in piu' rispetto a quello che ci aspettavamo...

dal punto di vista tecnico, mi è piaciuta di piu' la prima parte, anche se nella seconda i paesaggi sono comunque stupendi... peccato che alcune discese sono previste su stradine, invece che su sentiero, a causa dell'affollamento pedonale!
 

fredd

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esattamente... avendo fatto il giro con gps al seguito, ci siamo anche accorti che il sito in questione sottostima i dislivelli di ogni tappa, mediamente abbiamo fatto 200 m di salita in piu' rispetto a quello che ci aspettavamo...

dal punto di vista tecnico, mi è piaciuta di piu' la prima parte, anche se nella seconda i paesaggi sono comunque stupendi... peccato che alcune discese sono previste su stradine, invece che su sentiero, a causa dell'affollamento pedonale!

Io avevo scelto l'ultima parte proprio sperando di vedere i paesaggi migliori...e non ne sono rimasto deluso!Arrivato a Grindelwald, come voi sono rimasto stupito dal vedere così tanti giapponesi...e così, preso dalla curiosità su perchè fossero così tanti, mi sono concesso un giorno di pausa dalla bici e li ho "seguiti" fino sullo Jungfrau!Ci siete stati?Per me, che non avevo mai visto un ghiacciaio, è stata una visita veramente emozionante...peccato solo abbiano reso il luogo un pò troppo "turistico", ma alcuni scorci sono da batticuore.
Per il resto, dato che ero alle prime armi con la mtb, non mi è dispiaciuto che le strade fossero sentieri in terra battuta e che non ci fossero single-track tecnici. Tra l'altro, ricordo con "piacere" quando, privo di gps, mi sono perso sia per arrivare ad Adelboden che nell'ultima tappa, sul col de Mosses...un'odissea quei due giorni!

Che altro dire...avendo vissuto quei giorni in solitaria non ho potuto condividere esperienze ed emozioni...il fatto di poterne parlare ora mi rende felice!Chissà, magari un giorno ci si metterà d'accordo...!

:prost:
 

Daffi73

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Io avevo scelto l'ultima parte proprio sperando di vedere i paesaggi migliori...e non ne sono rimasto deluso!Arrivato a Grindelwald, come voi sono rimasto stupito dal vedere così tanti giapponesi...e così, preso dalla curiosità su perchè fossero così tanti, mi sono concesso un giorno di pausa dalla bici e li ho "seguiti" fino sullo Jungfrau!Ci siete stati?Per me, che non avevo mai visto un ghiacciaio, è stata una visita veramente emozionante...peccato solo abbiano reso il luogo un pò troppo "turistico", ma alcuni scorci sono da batticuore.
Per il resto, dato che ero alle prime armi con la mtb, non mi è dispiaciuto che le strade fossero sentieri in terra battuta e che non ci fossero single-track tecnici. Tra l'altro, ricordo con "piacere" quando, privo di gps, mi sono perso sia per arrivare ad Adelboden che nell'ultima tappa, sul col de Mosses...un'odissea quei due giorni!

Che altro dire...avendo vissuto quei giorni in solitaria non ho potuto condividere esperienze ed emozioni...il fatto di poterne parlare ora mi rende felice!Chissà, magari un giorno ci si metterà d'accordo...!

:prost:

Be' complimenti per aver fatto il giro in solitaria! è vero che comunque di gente in giro se ne trova, ma in 2 almeno ci si tira un po' su il morale a vicenda... oltre a condividere le emozioni del viaggio!

Se sei partito da Andermett, ti sei fatto il sustenpass il primo giorno... bello eh? noi abbiamo fatto la strada vecchia, che alla fine diventa un sentiero, evitando del tutto l'asfalto, anche se alla fine ci è toccato spingere.

Mi ha incantato la tappa da meiringen a grindelwald: Rosenlaui è stata una bellissima sorpresa, anche se poi la strada sembrava non finire mai!

Non siamo stati sulla Jungfrau, anche se il tempo era stupendo, perche' alla fine il fastidio per la folla (dopo 2 settimane di pochissima gente) ha avuto il sopravvento... il paesaggio comunque ce lo siamo goduti anche noi, merita davvero!

l'ultima tappa è stata invece un po' una delusione: dopo una prima parte piacevole di salita, ci siam persi pure noi... per ritrovare la strada, ci siamo prima arrampicati per pascoli, e poi abbiamo attraversato piu' volte recinti di filo spinato... in vista del lago abbiamo seguito i cartelli, ma il giro che fanno fare mi è parso abbastanza inutile... anche perche' c'erano circa 35°C :nunsacci:! Il col de mosses è stata una liberazione... quando ho visto finalmente il cartello AIGLE mi son quasi commosa ;)
 

fredd

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Be' complimenti per aver fatto il giro in solitaria! è vero che comunque di gente in giro se ne trova, ma in 2 almeno ci si tira un po' su il morale a vicenda... oltre a condividere le emozioni del viaggio!

Se sei partito da Andermett, ti sei fatto il sustenpass il primo giorno... bello eh? noi abbiamo fatto la strada vecchia, che alla fine diventa un sentiero, evitando del tutto l'asfalto, anche se alla fine ci è toccato spingere.

Mi ha incantato la tappa da meiringen a grindelwald: Rosenlaui è stata una bellissima sorpresa, anche se poi la strada sembrava non finire mai!

Non siamo stati sulla Jungfrau, anche se il tempo era stupendo, perche' alla fine il fastidio per la folla (dopo 2 settimane di pochissima gente) ha avuto il sopravvento... il paesaggio comunque ce lo siamo goduti anche noi, merita davvero!

l'ultima tappa è stata invece un po' una delusione: dopo una prima parte piacevole di salita, ci siam persi pure noi... per ritrovare la strada, ci siamo prima arrampicati per pascoli, e poi abbiamo attraversato piu' volte recinti di filo spinato... in vista del lago abbiamo seguito i cartelli, ma il giro che fanno fare mi è parso abbastanza inutile... anche perche' c'erano circa 35°C :nunsacci:! Il col de mosses è stata una liberazione... quando ho visto finalmente il cartello AIGLE mi son quasi commosa ;)
Fare il viaggio in solitaria mi ha dato delle emozioni che tutt'ora mi porto dentro...un pò di paura, un pò di sfida, tutta la libertà che volevo...e finalmente la "liberazione" con la picchiata giù dal Col de Mosses (devo ammettere di averla fatta dritta su asfalto, dopo essermi perso per pascoli come voi mi sono fatto "guidare" da due signore a piedi munite di cartina particolareggiata, signore che ancora adesso ringrazio)...negli ultimi chilometri, durante la discesa e poi nella ciclabile lungo il lago da Aigle a Montreux non so quante cose mi siano passate per la testa, dalla felicità di esserci riuscito al fatto di potermi finalmente "rilassare" alla vista della meta dopo giorni di fatica e qualche difficoltà...ci penso e ancor oggi mi batte il cuore. Alla fine, a Montreux (non so se l'avete visitata, ma si respira un'atmosfera particolarissima in quella "città di musica"...), la prima cosa che ho fatto è stata gettarmi nel lago alla faccia dei turisti attoniti...:)
Del Sustenpass, ti dirò, ricordo che, finita la giornata, mi sono detto "fatto questo allora sì che posso arrivare in fondo"....ho attaccato la salita prendendo il sentiero indicato dall'itinerario e c'era il sole...arrivato a 5, 6 Km dalla cima però, dove inizia il tratto da fare a piedi, ha cominciato a piovere forte e a salire per il sentiero proprio non ce l'ho fatta...sono tornato indietro sulla strada, mi sono rifugiato per un pò sotto una tettoia e ho ripreso la salita finendola su asfalto...nel frattempo non aveva mai smesso di piovere, avrei voluto fermarmi nel primo albergo utile una volta arrivato a valle ma era tutto pieno quindi per forza di cose sono dovuto arrivare fino a Meiringen...dove ho imparato come si dice in tedesco "filetto alla brace" così l'ho potuto ordinare ogni sera di lì fino alla fine del viaggio!
Le due tappe successive, la "grande" e la piccola "Scheidegg" sono state a mio avviso le più belle...paesaggi splendidi, salite lunghe ma pedalabili, tempo buono...è andato tutto benissimo!

Mi spiace di non avere delle foto da postare...ma l'unica vera "vittima" della prima giornata è stata la mia fotocamera, che ho trovato "galleggiante" dentro una tasca che non avevo chiuso bene...nei giorni successivi ho dovuto usare le usa e getta...poco male, anche questo adesso può far parte del racconto!
 

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Ciao Daffi!

complimenti a te e al tuo toporagazzo!!! o-o

leggendoti mi hai fatto venire ancora più voglia di pedalare nelle zone intorno grinderwald/lauterbrunnen/stechelberg....dovrò fare lo slalom tra i giapponesi ma sono sicuro che i panorami dell'eiger e dello jougfrau daranno emozioni bellissime!!

p.s.: booona la bresaola del topo!!!saluti!
 

Daffi73

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Ciao Daffi!

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leggendoti mi hai fatto venire ancora più voglia di pedalare nelle zone intorno grinderwald/lauterbrunnen/stechelberg....dovrò fare lo slalom tra i giapponesi ma sono sicuro che i panorami dell'eiger e dello jougfrau daranno emozioni bellissime!!

p.s.: booona la bresaola del topo!!!saluti!

ciao Stex!
sicuramente sono posti da vedere... anzi, perche' non pensi a fare tutto il giro? in fondo ci vogliono poco piu' di 2 settimane... è un'esperienza da fare almeno una volta ;)
 

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