4130 d.C. l'uomo di CroMagnon

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Biker paradisiacus
I biomeccanoidi di serie 6000 dominavano da oltre 2000 anni le terre di Hergal, che correvano tra il lento fluire dei fiumi lavici delle ex fonderie-lager, situate a nord di Easton City, e gli sbarramenti naturali provocati da enormi fratture sulla superficie.
Questo rimaneva del pianeta…un freddo ammasso di placche in leghe di alluminio, saldate da macchine utensili dotate di cingoli. Era orribile avvertire la presenza di tali mezzi…lo stridio dei cingoli risuonava come la conferma di quello che era già stato: la morte del cuore.. la morte delle sensazioni…il sangue…il coagulo sulla lama…il valore…il sacrificio…era la lapide della vita su cui non c’era scritto nulla.
Il pianeta andava verso un triste oblio senza ritorno…un tempo tigre rinchiusa in una gabbia, ora poco più che una cavia in una scatola di plexiglass. I terremoti, che mettevano in funzione i rilevatori dei serie 7000, erano sempre meno frequenti…il pianeta andava via via spegnendosi, stava per essere soffocato in una stretta micidiale.
Nelle tristi notti invernali… bagliori improvvisi, prodotti dalle saldatrici dei serie 7000 riconvertiti ad unire le fratture dell’immane gabbia alluminica che ricopriva il pianeta , si fondevano tra i fumi prodotti dalle evaporazioni prodotte dagli elettrodi incandescenti.
La volontà dell’imperatore Tigh di annullare ogni forma di vita sul Pianeta diventava sempre più realtà e sempre meno malata utopia.
Chi l’avrebbe mai detto…
Chi avrebbe mai detto che un giorno quel materiale, così caro agli esseri umani, li avrebbe soggiogati infiltrandosi nel loro codice genetico, generando una moltitudine di esseri biomeccanici, avidi di leggerezza e risplendenti di fredda luce opaca…fu la vittoria della nullità.
2000 anni fa l’uomo non avrebbe mai pensato che l’amore per le leghe di alluminio gli si sarebbe ritorto contro, prendendo possesso del proprio corpo ed azzerando la sua essenza: l’anima. Già, di questo si trattava, l’alluminio si era impossessato della razza umana, o meglio del suo involucro e ne aveva estirpato l’anima gettandola nelle fonderie-lager. Intorno al 3400 d.C., iniziava l’opera di pulizia etnica…cuori e cervelli umani venivano disciolti nelle fornaci e trasportati verso l’eterna sepoltura da lunghi fiumi lavici, che si estendevano tra le sterminate placche della regione di Hergal.
Con l’uomo fu distrutto anche il metallo che per tanto tempo lo aveva accompagnato: l’acciaio.
Quante battaglie…quante disfatte…quante vittorie…quanto sudore…l’orgoglio…il valore… la conquista…la libertà… tutto ormai sopito, dissolto nell’uniforme massa lavica.
Intorno al 2008 d.C. la ricerca esasperata di leggerezza, la lucentezza, la facilità di lavorazione, aveva spinto l’uomo a preferire le leghe di alluminio all’acciaio…e ciò che non era alluminio, alluminio doveva apparire…la fredda divisa argentea incominciò a ricoprire cellulari, vestiti, bevande, elettrodomestici, scarpe, tutto era omologato ad un unico colore.
Di lì a poco le masse muscolari dell’uomo incominciarono a decrescere per poi atrofizzarsi completamente. Era il risultato dell’imperante disprezzo della fatica e della ricerca più ossessiva della leggerezza…lì fu l’inizio della fine della razza umana, fagocitata dal desiderio di una telecinesi deviata: muovere gli oggetti senza il minimo sforzo.
Correva l’anno 4129 d.C. e la superficie del pianeta si presentava come priva di vita e popolata da esoscheletrici esseri alluminici, che vagavano con l’intento di soffocare le ultime grida di vita emesse dal pianeta…i serie 7000 avevano il compito di risaldare le fratture sulle placche d’alluminio che rivestivano la superficie, affinché si spegnesse per sempre l’anima del pianeta.
Già, questo era il progetto dell’imperatore…estirpare ogni forma di vita dal pianeta ed estinguere il metallo che possedeva un’anima: l’acciaio CromoMolibdeno .
Le fratture sulla superficie erano sempre meno frequenti, era il segno del progressivo arrendersi del pianeta di fronte alla morsa in cui era costretto.
L’alluminio ebbe la meglio…tutto fu annullato…il pianeta era circondato da un’irrespirabile atmosfera satura di Argon, il gas inerte di cui si cibavano gli esseri biomeccanoidi, ormai padroni del mondo.
Ci furono 7 giorni di silenzio totale…il pianeta era morto…divenne un asteroide di alluminio.
Tutto fu perso…ma per primo fu persa l’anima…l’anima di una popolo, l’anima di un metallo.
Una notte come tante si udì un rumore assordante, la terra tremò costantemente, il cielo fu illuminato da un fascio di luce accecante…si era aperta una voragine nel mezzo delle terre di Hergal…dopo alcuni attimi di nuovo silenzio, in lontananza si udirono delle urla miste a rumori metallici. Le urla aumentavano di intensità quanto più si avvicinavano alle residenze imperiali di Easton City.
L’imperatore Tigh corse nella control room della sua residenza, accese i monitor e vide ciò che non doveva essere!
Siete così sicuri che il terrore non possa percorrere l’esoscheletro di un biomeccanoide in alluminio?
Il pianeta aveva partorito dei nuovi esseri…l’unione dell’acciaio e dei cuori umani, fusi nei fiumi lavici con l’intento di estinguere CrMo e Uomo, aveva generato, nei meandri del sottosuolo, una nuova razza umanoide: l’uomo di CroMagnon!
…la rinascita…la riconquista del pianeta…era il 4130 d.C.
 

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