Infatti Raimondi (secondo dietro Alex nella prima tappa del 4Enduro alle rive rosse) era in Cile , ma i risultati non sono stati certamente così esaltanti come nei circuiti nazionali! Per chi "lavora" nell'enduro non so cosa possa essere più remunerativo : se essere costantemente al top in casa o sperare nello sporadico colpaccio in campo internazionale ( fatto che non so da quanti anni non si verifica!).Chi fa enduro per lavoro avrebbe dovuto essere in Cile...
infatti, ma quello che mi spiace è che credo che facendo le gare dietro casa non cresca il livello generale italiano... forse anche per la mancanza di cultura nei giovani e di "scuole" valide. Non salta mai fuori neanche qualche giovane per il momento, forse bisogna aspettare ancora qualche anno e arriveràInfatti Raimondi (secondo dietro Alex nella prima tappa del 4Enduro alle rive rosse) era in Cile , ma i risultati non sono stati certamente così esaltanti come nei circuiti nazionali! Per chi "lavora" nell'enduro non so cosa possa essere più remunerativo : se essere costantemente al top in casa o sperare nello sporadico colpaccio in campo internazionale ( fatto che non so da quanti anni non si verifica!).
Una trasferta oltreoceano costa come 3 stagioni qui....Chi fa enduro per lavoro avrebbe dovuto essere in Cile...
Visto il numero di partecipanti direi una parrocchia abbastanza grossa e con personaggi di rilievo in ambito nazionale ! Poi chi vuole sminuire questi circuiti casalinghi lo faccia pure dall'alto dei suoi risultati internazionali ! Per noi poveri ciclisti mediocri meno male che ci sono le gare della parrocchia dove a volte puoi anche incontrare qualche campione nazionale e magari scambiarci due parole .Mi sembrano le gare della parrocchia, fatte dietro casa.
ben più di 3 stagioni qui... non voglio scendere nel merito ma ci sono sponsor e danno pure decine di migliaia di euro di bici ad ogni biker e poi non li fanno partecipare ai grandi eventi... allora che fanno questi sponsor con i loro atleti di punta.. ah già siamo in italia..Una trasferta oltreoceano costa come 3 stagioni qui....
Ricordo che Raimondi era uno dei promotori del circuito di casa 4Enduro , ma considerata la possibilità di confrontarsi con atleti internazzionali e (secondo me) avendo qualche chance di poter rientrare nella metà alta della classifica , ha giustamente colto l'occasione di andare in Cile. Ma visti i costi e le attuali possibilità di risultati , in Italia sono pochi che possono permettersi una trasferta simile. Poi il discorso della poca competitività dei rider italiani a livello internazzionele è ampio, ma non credo siano i circuiti casalinghi a rovinare gli atleti , anzi a volte servono per dare visibilità e portare a conoscenza della disciplina enduro . Certo girare il mondo per confrontarsi con i migliori sarebbe auspicabile e di sicuro aiuta a migliorarsi ,ma purtroppo non tutti possono permetterselo . Poi magari in futuro verrà fuori anche il Valentino Rossi dell'enduro italiano , speriamo e pedaliamo !infatti, ma quello che mi spiace è che credo che facendo le gare dietro casa non cresca il livello generale italiano... forse anche per la mancanza di cultura nei giovani e di "scuole" valide. Non salta mai fuori neanche qualche giovane per il momento, forse bisogna aspettare ancora qualche anno e arriveràInfatti Raimondi (secondo dietro Alex nella prima tappa del 4Enduro alle rive rosse) era in Cile , ma i risultati non sono stati certamente così esaltanti come nei circuiti nazionali! Per chi "lavora" nell'enduro non so cosa possa essere più remunerativo : se essere costantemente al top in casa o sperare nello sporadico colpaccio in campo internazionale ( fatto che non so da quanti anni non si verifica!).
non dico assolutamente che i circuiti casalinghi rovinino qualcosa, anzi ben vengano più gare. quello che mi spiace è che i pochi atleti di divello non riescano ad avere sponsor per fare gare di livello e debbano ripiegare su queste. se non ci fossero altre gare in concomitanza sono contento che grandi rider facciano queste gare per vederli da vicino, ma non dovrebbe essere loro priorità vincere un piccolo circuito locale, mentre questo pare visto quanto si allenano su questi sentieri, e non parlo solo di coggiola ma di tutte le gare di questo circuito.Ricordo che Raimondi era uno dei promotori del circuito di casa 4Enduro , ma considerata la possibilità di confrontarsi con atleti internazzionali e (secondo me) avendo qualche chance di poter rientrare nella metà alta della classifica , ha giustamente colto l'occasione di andare in Cile. Ma visti i costi e le attuali possibilità di risultati , in Italia sono pochi che possono permettersi una trasferta simile. Poi il discorso della poca competitività dei rider italiani a livello internazzionele è ampio, ma non credo siano i circuiti casalinghi a rovinare gli atleti , anzi a volte servono per dare visibilità e portare a conoscenza della disciplina enduro . Certo girare il mondo per confrontarsi con i migliori sarebbe auspicabile e di sicuro aiuta a migliorarsi ,ma purtroppo non tutti possono permetterselo . Poi magari in futuro verrà fuori anche il Valentino Rossi dell'enduro italiano , speriamo e pedaliamo !
viste le bici con cui gareggiano "decine di migliaia di euro" vuole dire 3-4 bici... mi auguro per loro che lo sponsor sia più generoso!!!ben più di 3 stagioni qui... non voglio scendere nel merito ma ci sono sponsor e danno pure decine di migliaia di euro di bici ad ogni biker e poi non li fanno partecipare ai grandi eventi... allora che fanno questi sponsor con i loro atleti di punta.. ah già siamo in italia..Una trasferta oltreoceano costa come 3 stagioni qui....
non mi riferivo al numero di partecipanti, ma al fatto, per me discutibile, che si vada a correre in luoghi dove, i rider più forti conoscono i sentieri a memoria, dove mi sembra quasi scontato vinca il local forte (visto che appunto li prova e li riprova). Ecco tutto questo mi sembra contrario allo spirito enduro, in francia ad esempio manco fanno le prove i giorni prima, ed anzi per alcuni rider è fondamentale guidare blind per diventare più forti. Mi pare che in Italia si cerchi sempre la via "facile", essere campioni si, ma come scrivevo della gara della parrocchia.Visto il numero di partecipanti direi una parrocchia abbastanza grossa e con personaggi di rilievo in ambito nazionale ! Poi chi vuole sminuire questi circuiti casalinghi lo faccia pure dall'alto dei suoi risultati internazionali ! Per noi poveri ciclisti mediocri meno male che ci sono le gare della parrocchia dove a volte puoi anche incontrare qualche campione nazionale e magari scambiarci due parole .Mi sembrano le gare della parrocchia, fatte dietro casa.
Ma, essendo il 4Enduro nato con testimonial i 4 rider locali più rappresentativi (Alex e Denny Lupato, Davide Sottocornola e Matteo Raimondi) ovviamente ci si può attendere che si allenino in quei luoghi e che abbiano buoni risultati nella competizione casalinga; ma non credo sia stata organizzata per il "ti piace vincere facile" ma piuttosto per dare visibilità all'enduro e magari per dare qualche riscontro agli sponsor. Per la scelta delle date credo che abbiano cercato il più possibile di evitare la concomitanza con altre gare o circuiti prevalentemente nazionali , per chi organizza (e forse anche per molti partecipanti) sarebbe certo stato meglio aprile-maggio-giugno ; ma probabilmente in quelle date ci sono altre competizioni a cui i top rider possono partecipare. Gli sponsor quando cacciano la grana , si attendono un certo riscontro d'immagine dai loro atleti sia di risultati che mediatico e le garette di casa servono anche a questo piaccia o meno. Poi non so nemmeno quanto sia fondamentale vincere il circuito di casa , infatti Raimondi avendone la possibilità è andato in Cile.non dico assolutamente che i circuiti casalinghi rovinino qualcosa, anzi ben vengano più gare. quello che mi spiace è che i pochi atleti di divello non riescano ad avere sponsor per fare gare di livello e debbano ripiegare su queste. se non ci fossero altre gare in concomitanza sono contento che grandi rider facciano queste gare per vederli da vicino, ma non dovrebbe essere loro priorità vincere un piccolo circuito locale, mentre questo pare visto quanto si allenano su questi sentieri, e non parlo solo di coggiola ma di tutte le gare di questo circuito.Ricordo che Raimondi era uno dei promotori del circuito di casa 4Enduro , ma considerata la possibilità di confrontarsi con atleti internazzionali e (secondo me) avendo qualche chance di poter rientrare nella metà alta della classifica , ha giustamente colto l'occasione di andare in Cile. Ma visti i costi e le attuali possibilità di risultati , in Italia sono pochi che possono permettersi una trasferta simile. Poi il discorso della poca competitività dei rider italiani a livello internazzionele è ampio, ma non credo siano i circuiti casalinghi a rovinare gli atleti , anzi a volte servono per dare visibilità e portare a conoscenza della disciplina enduro . Certo girare il mondo per confrontarsi con i migliori sarebbe auspicabile e di sicuro aiuta a migliorarsi ,ma purtroppo non tutti possono permetterselo . Poi magari in futuro verrà fuori anche il Valentino Rossi dell'enduro italiano , speriamo e pedaliamo !
è anche strano fare gare così presto nella stagione in posti dove fa normalmente freddo e piove, una gara sotto la neve, coggiola si è fatta il più delle volte sotto la pioggia e il freddo (a marzo è anche normale vista la zona). il dubbio che mi viene è: non si fanno più in là per dare la possibilità a questi atleti di fare e vincere le gare casalinghe oppure perchè poi sarebbe più difficile manutenere quei sentieri facendo 4 gare tra fine aprile-maggio-giugno?
ma per piacere!Infatti Raimondi (secondo dietro Alex nella prima tappa del 4Enduro alle rive rosse) era in Cile , ma i risultati non sono stati certamente così esaltanti come nei circuiti nazionali! Per chi "lavora" nell'enduro non so cosa possa essere più remunerativo : se essere costantemente al top in casa o sperare nello sporadico colpaccio in campo internazionale ( fatto che non so da quanti anni non si verifica!).Chi fa enduro per lavoro avrebbe dovuto essere in Cile...
no nserve andare in CIle per misurarsi con gente forte, basta andare a fare la EES quando esisteva, ah no che loro non ci hanno mai partecipato, eppure mi pare che le tappe fossero proprio oltre il confine Italiano, tranne Madeira, che li capisco non andarci, insomma il sole, le spiagge, i 600€ di aereo, i trail stupendi, capisco.Una trasferta oltreoceano costa come 3 stagioni qui....Chi fa enduro per lavoro avrebbe dovuto essere in Cile...
eh infatti Raimondi e Dennis Tondin sono ricchi di famiglia.Una trasferta oltreoceano costa come 3 stagioni qui....Chi fa enduro per lavoro avrebbe dovuto essere in Cile...