[3.4.5-ottobre-1993] Castellania-Portofino

ilGATTO®

Biker tremendus
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PREMESSA
Questo non è un report. Per il report aspettate Muz, Telaio Piegato, Gizzo o gli altri che scrivono meglio di me. Non potrei scrivere un report, non ricordo più niente e poi oggi ho troppi pensieri per la testa. La traversata biblica mi ha fatto riflettere troppo riguardo al modo di interpretare la mtb, e oggi mi preme di più raccontarvi le mie considerazioni.

COSA SAREBBE DOVUTO ESSERE, PERCHE LO SAREBBE STATO, CHI SAREBBE VENUTO.
Roy sono anni che la mena con sta maledetta “Castellania-Portofino”. La cosa mi ha sempre attizzato, perché dalle descrizioni che mi sono state fatte e che ho letto su TuttoCaccaBike sembrava essere *la gita ideale*. Purtroppo l’anno scorso non sono potuto andare per impegni universitari, così quest’anno ero troppo contento di andare a farla. Caxx.. tre giorni di sola mtb, in compagnia di amici con cui si sta troppo bene assieme, tutti assieme a soffrire in salita e a gridare di gioia in discesa per raggiungere un obiettivo: il mare. Un misto tra Giro d’Italia, Transalp, addio al Celibato, cena della Leva, Italia-Germania 3-2, Mortirolo, Cap D’Ail, National Geographic, Zelig e Carramba che Sorpresa, maratona alle olimpiadi e gimcana dell’oratorio.
L’occasione ideale, la scusa, per ritagliarsi un fine settimana lungo stando assieme ad amici che condividono la tua stessa passione. Una spina staccata, per ripigliarsi dallo sclero fatto di pixel, layer, telegiornali e variatori. Il sudore, la maglietta cambiata in cima, il trentadue che non sale, o che se è salito non è abbastanza. Le sportellate ai tornanti. I silenzi, le parole che non escono in cima alla salita. I discorsi infiniti, che solo il fiatone fa interrompere. La soddisfazione di avercela fatta, o di vedere che il tuo amico è riuscito a fare in sella. Il confrontare una salita con un’altra. Il chiedere quanto manca. La salita che non finisce mai mentre l’affronti, ma che è così corta nei ricordi. La discesa che invece è sempre troppo corta.
La voglia di vivere un’avventura simile a quelle che hai invidiato mentre le leggevi oppure mentre il Muz te le raccontava.
Conoscere gente, posti, odori, cibi, rifugi, sassi, fango, mucche, fiori, accenti e vecchie che sono sono così diversi dai tuoi, ma che sembrano fatti con la scopetta copia formato di Word.
Tornare a casa, e non raccontare niente di quello che hai vissuto. Perché è tuo e nessuno lo può capire.

BIGNAMI -MTB-
Negli anni ottanta gli americani avevano le donne con le tette rotonde, ma preferivano scendere dalle montagne con le bici ciccione. Gli italiani avevano la Ferrari, ma preferivano prendere le bici con gomme ciccione e salire a piedi sulle montagne dove fino al giorno prima salivano a piedi.
A noi non piace divertirci, noi dobbiamo sempre dimostrare. E gli inizi della Mtb in Italia sono stati così. Dei pazzi prendevano i loro cancelli, salivano sulle alpi. C’è chi è riuscito ad arrivare sul Gran Paradiso….non si quanto tempo abbia pedalato e quanto spinto. L’Italiano cerca la soddisfazione…lo spirito.
Agli inizi degli anni novanta, a Cabiate, il giovane Gatto non sapeva nulla dei monti Tamalpais e del Gran Paradiso. Lui era molto giovane, troppo. E voleva esplorare, voleva essere libero e curioso del piccolo mondo che lo circondava. Prendeva la sua mtb, e solo o in compagnia del fratello si divertiva ad esplorare i boschi o le montagne della zona. Ogni volta era una scoperta, una soddisfazione, una caduta. Ma ogni volta imparava qualcosa, capiva cosa c’era nascosto dietro quella voglia di andare per i boschi.
Così andare in mtb non era altro che andare ogni volta in posti nuovi, sia per vederli sia per scoprire se erano pedalabili. Ma la bellezza delle discese e la pedalabilità delle salite non contavano. L’importante era semplicemente viaggiare, scoprire, essere soddisfatti. Molto soddisfatti.
In questi quasi quindici anni di mtb, sono molto cambiato. Ma è molto cambiata anche la filosofia del mountain-biking. Si è passati attraverso fasi alterne a filosofie estreme. Dall’escursionismo con bici a spalla, alle gare simil-bitumare. Arrivando infine alla ricerca esasperata del divertimento, che dimentica la soddisfazione spirituale che solo la fatica e l’ambiente ti possono dare.
Non rimpiango niente, ogni volta mi sembra che tutto stia migliorando. E mi dimentico quanto era bello quello che facevo prima.

COS’E’, PERCHE’, CHI E’.
Torniamo alla Castellania-Portofino. Dai racconti di chi l’ha fatta prima di me mi immaginavo una semplice traversata a pedali. Una esplorazione organizzata, con la filosofia del XXI secolo.
Niente di più sbagliato.
Sembrava di essere nel ’90: una traversata su un percorso di trekking che infatti era organizzata dal CAI di Tortona. Molti tratti a piedi, discese che erano belle per che lo erano…..non per i tornantini, le paraboliche o i drop. Abbigliamento di tutti i tipi. Gente diversissima per esperienze ed età. Bici di tutti tipi: dal cancello con cavalletto a Cannondale con rock-shox prima serie.
Il percorso attraversa le Alpi Ligure non attraverso i sentieri scorrevoli o le mulattiere, ma lungo le dorsali delle montagne ripide e impedalabili. Bella Merda. Si l’ho pensato anche io: Bella Merda!!
Mentre spingevo la bici su pendii al 40% pensavo quante altre variabili pedalabili erano possibili.
E in effetti è così. Uno fa una traversata con la bici e vuole che questa traversata sia il più possibile adatta alle caratteristiche della bici.

COSA E’ STATO, PERCHE’ LO E’ STATO, CHI E’ STATO.
Non so spiegarvi perché una pedalata a piedi è più bella di una tutta in bici. Non so spiegarlo perché non so il motivo per cui è più bella. Nella mente sono stampate mille immagini che non sono altro che bei ricordi, immagini che voglio dire “Gatto, caxxo!! Hai capito?”. No, non ho capito. Non lo capirò mai, ma neppure dimenticherò….questi ricordi come altri.
Adesso mi vengono in mente…le scritte “W COPPI – BIANCHI” che erano scritte a pennello sui muri di Castellania. Altro che i Murales delle FS, quelle scritte sono storia, passione, ricordi.
Mi vengono in mente le salite ripidissime per arrivare a Giarolo. Mille salite ripide, immerse nelle colline coltivate, intervallate da discese, cascine e fossi. Così diverse dalle salite delle mie montagne: sulle alpi sali e basta…prima i castagni, poi i pini, i prati, le rocce e poi la discesa…..le rocce, i prati, i pini, i castagni. Ma su queste montagne di Tortona è un continuo saliscendi con mille scorci, infinite serie di colline che rincorrono fino alla pianura.
Mi vengono in mente i paesini, così diversi dai miei, ma con la gente così uguale alla mie gente. Il negozietto sconosciuto uguale al Buteghin dove compravo gli ovetti Kinder.
Mi viene in mente la salita mai fatta prima, ma con la stesso impegno per farla tutta in sella come per mille altre.
Mi viene in mente il fango argilloso, identico al mio fango argilloso della Brughiera che mi fa incazzare.
Mi viene in mente il freddo, il bruciore ai polpacci, il dolore alla spalla per portare la bici in cima alla salita del monte Ebro.
Mi viene in mente la Croce del monte Ebro, che fischiava nel vento come fischiava 15 anni fa la croce in cima alla Grignetta.
Mi viene in mente la cena, il vino, le caxxate sparate @ manetta, la pisciata nel vento freddo del passo sperduto dove abbiamo dormito.
Mi vengono in mente le faticate per raggiungere il Monte Antola, e le prese per il culo in discesa.
Mi viene in mente la tristezza, ben nascosta ma presente in tutti, per il ritorno in bus senza raggiungere il mare con la bici.
Mi viene in mente…..

COSA SARA’, PERCHE’ LO SARA’, CHI SARA’.
Abbiamo tutti un conto in sospeso. Prima dell’anno prossimo ci saranno mille occasioni per pedalare nel XXI secolo. Però il conto in sospeso sarà sempre li…..il ’93 ci aspetta. Dovremo prenderci la rivincita, perché è stato troppo bello soffrire, pedalare, mandare affanculo il meteo. E sarà come è stato quest’anno, come era stato dieci anni fa con la mia prima mtb nei boschi. E lo sarà perché quest’anno abbiamo fallito solo nella cosa che sembra fondamentale ma è in realtà meno importante: giungere al mare. La cosa più importante è stato lo spirito. Lo spirito di gruppo, le risate e le incazzature. Ma anche lo spirito di ognuno di noi… i ricordi, i racconti e i mal di gambe. E saremo sempre noi, gli amici. E saranno anche altri amici che non sono potuti esserci. E saranno anche quelli che c’erano anche quest’anno, che non ho conosciuto, ma che erano fondamentali come ogni concio di un arco.

Vado a letto, Ciao.
 

ZioBis ©

Niente pasti a menù fisso
5/2/03
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Bike
dipende
Alzati che è ora. Urla lo sveglia mentre mi proietta in faccia l’ora a colori.
Giro per casa semiceco fotoimpresso ore 8.00. Tipo bianco flash. Su sfondo nero.
Pesto il cane. Il gatto no è appisolato sull’armadio. Evito di accendere il gas per il caffè. Non distinguerei la fiamma dai colori impressi sulla retina dalla scientific radiocontrollata.
Opto per il personal che non và a gas. E’ elettrico con gruppo di continuità. Utile quando sono a corto di corrente.
Il video si scalda e il programma parte. Sa dove portarmi. E’ un programma intelligente attento ai miei gusti.Il caffè non la ha imparato a bollire.
Navigo nel forum fotoimpresso ore 8.00. La retina è a orario fisso non è radioracomandata.
3-4-5 ottobre 1993 Castellania-Portofino.
Mi ingarbuglio tra orari sballati e date di altri tempi. L’effetto flash scompare.
Divoro il racconto.
E riparto a pedalare con la mente tuffata nelle suggestioni forti e calde del Tuo racconto.
Vive essenze “ Mi viene in mente…..” e metti nella mente.
Grazie :D IlGATTO
 

ilGATTO®

Biker tremendus
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Maurizio (bis) ha scritto:
Alzati che è ora. Urla lo sveglia mentre mi proietta in faccia l’ora a colori.
Giro per casa semiceco fotoimpresso ore 8.00. Tipo bianco flash. Su sfondo nero.
Pesto il cane. Il gatto no è appisolato sull’armadio. Evito di accendere il gas per il caffè. Non distinguerei la fiamma dai colori impressi sulla retina dalla scientific radiocontrollata.
Opto per il personal che non và a gas. E’ elettrico con gruppo di continuità. Utile quando sono a corto di corrente.
Il video si scalda e il programma parte. Sa dove portarmi. E’ un programma intelligente attento ai miei gusti.Il caffè non la ha imparato a bollire.
Navigo nel forum fotoimpresso ore 8.00. La retina è a orario fisso non è radioracomandata.
3-4-5 ottobre 1993 Castellania-Portofino.
Mi ingarbuglio tra orari sballati e date di altri tempi. L’effetto flash scompare.
Divoro il racconto.
E riparto a pedalare con la mente tuffata nelle suggestioni forti e calde del Tuo racconto.
Vive essenze “ Mi viene in mente…..” e metti nella mente.
Grazie :D IlGATTO

Grazie dei compliments.

Altre foto:
http://roy.batty.too.it

Cliccare il link: "3 e 4 ottobre 2003 - Padania-Mare"

Ciao..
 

tarantola

Biker velocissimus
ilGATTO ha scritto:
Arrivando infine alla ricerca esasperata del divertimento, che dimentica la soddisfazione spirituale che solo la fatica e l’ambiente ti possono dare.

Giustissimo, sono più che d'accordo!
Bellissime righe caro Gatto, complimenti davvero.
L'unico rimpianto è essermi fatto scappare la Castellania Portofino.
L'anno prossimo (se mi volete) non mancherò
 

ilGATTO®

Biker tremendus
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tarantola ha scritto:
ilGATTO ha scritto:
Arrivando infine alla ricerca esasperata del divertimento, che dimentica la soddisfazione spirituale che solo la fatica e l’ambiente ti possono dare.

Giustissimo, sono più che d'accordo!
Bellissime righe caro Gatto, complimenti davvero.
L'unico rimpianto è essermi fatto scappare la Castellania Portofino.
L'anno prossimo (se mi volete) non mancherò

TI VOGLIAMO!!!!

ps:
Sul Ng c'è il report a puntate del Muz....leggilo!
 

Mau

Biker infernalis
30/10/02
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Olera - Bergamo
www.orme.tv
Grande grande grande GATTO
cio che scrivi è propio cio che mi piace leggere
passione passione travolgente
esplorare e conoscere dentro e fuori
mi hai regalato grandi emozioni

quel che importa è il viaggio non la meta


Ragazzacci ... l'anno prossimo mi pioacerebbe faticare con voi :-?
a proposito non conosco nessun cane nessun porco e nessuna tarantola :smile: e sono bravissimo con il guanto e la vaselina :smile:
 

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