PREMESSA
Questo non è un report. Per il report aspettate Muz, Telaio Piegato, Gizzo o gli altri che scrivono meglio di me. Non potrei scrivere un report, non ricordo più niente e poi oggi ho troppi pensieri per la testa. La traversata biblica mi ha fatto riflettere troppo riguardo al modo di interpretare la mtb, e oggi mi preme di più raccontarvi le mie considerazioni.
COSA SAREBBE DOVUTO ESSERE, PERCHE LO SAREBBE STATO, CHI SAREBBE VENUTO.
Roy sono anni che la mena con sta maledetta Castellania-Portofino. La cosa mi ha sempre attizzato, perché dalle descrizioni che mi sono state fatte e che ho letto su TuttoCaccaBike sembrava essere *la gita ideale*. Purtroppo lanno scorso non sono potuto andare per impegni universitari, così questanno ero troppo contento di andare a farla. Caxx.. tre giorni di sola mtb, in compagnia di amici con cui si sta troppo bene assieme, tutti assieme a soffrire in salita e a gridare di gioia in discesa per raggiungere un obiettivo: il mare. Un misto tra Giro dItalia, Transalp, addio al Celibato, cena della Leva, Italia-Germania 3-2, Mortirolo, Cap DAil, National Geographic, Zelig e Carramba che Sorpresa, maratona alle olimpiadi e gimcana delloratorio.
Loccasione ideale, la scusa, per ritagliarsi un fine settimana lungo stando assieme ad amici che condividono la tua stessa passione. Una spina staccata, per ripigliarsi dallo sclero fatto di pixel, layer, telegiornali e variatori. Il sudore, la maglietta cambiata in cima, il trentadue che non sale, o che se è salito non è abbastanza. Le sportellate ai tornanti. I silenzi, le parole che non escono in cima alla salita. I discorsi infiniti, che solo il fiatone fa interrompere. La soddisfazione di avercela fatta, o di vedere che il tuo amico è riuscito a fare in sella. Il confrontare una salita con unaltra. Il chiedere quanto manca. La salita che non finisce mai mentre laffronti, ma che è così corta nei ricordi. La discesa che invece è sempre troppo corta.
La voglia di vivere unavventura simile a quelle che hai invidiato mentre le leggevi oppure mentre il Muz te le raccontava.
Conoscere gente, posti, odori, cibi, rifugi, sassi, fango, mucche, fiori, accenti e vecchie che sono sono così diversi dai tuoi, ma che sembrano fatti con la scopetta copia formato di Word.
Tornare a casa, e non raccontare niente di quello che hai vissuto. Perché è tuo e nessuno lo può capire.
BIGNAMI -MTB-
Negli anni ottanta gli americani avevano le donne con le tette rotonde, ma preferivano scendere dalle montagne con le bici ciccione. Gli italiani avevano la Ferrari, ma preferivano prendere le bici con gomme ciccione e salire a piedi sulle montagne dove fino al giorno prima salivano a piedi.
A noi non piace divertirci, noi dobbiamo sempre dimostrare. E gli inizi della Mtb in Italia sono stati così. Dei pazzi prendevano i loro cancelli, salivano sulle alpi. Cè chi è riuscito ad arrivare sul Gran Paradiso .non si quanto tempo abbia pedalato e quanto spinto. LItaliano cerca la soddisfazione lo spirito.
Agli inizi degli anni novanta, a Cabiate, il giovane Gatto non sapeva nulla dei monti Tamalpais e del Gran Paradiso. Lui era molto giovane, troppo. E voleva esplorare, voleva essere libero e curioso del piccolo mondo che lo circondava. Prendeva la sua mtb, e solo o in compagnia del fratello si divertiva ad esplorare i boschi o le montagne della zona. Ogni volta era una scoperta, una soddisfazione, una caduta. Ma ogni volta imparava qualcosa, capiva cosa cera nascosto dietro quella voglia di andare per i boschi.
Così andare in mtb non era altro che andare ogni volta in posti nuovi, sia per vederli sia per scoprire se erano pedalabili. Ma la bellezza delle discese e la pedalabilità delle salite non contavano. Limportante era semplicemente viaggiare, scoprire, essere soddisfatti. Molto soddisfatti.
In questi quasi quindici anni di mtb, sono molto cambiato. Ma è molto cambiata anche la filosofia del mountain-biking. Si è passati attraverso fasi alterne a filosofie estreme. Dallescursionismo con bici a spalla, alle gare simil-bitumare. Arrivando infine alla ricerca esasperata del divertimento, che dimentica la soddisfazione spirituale che solo la fatica e lambiente ti possono dare.
Non rimpiango niente, ogni volta mi sembra che tutto stia migliorando. E mi dimentico quanto era bello quello che facevo prima.
COSE, PERCHE, CHI E.
Torniamo alla Castellania-Portofino. Dai racconti di chi lha fatta prima di me mi immaginavo una semplice traversata a pedali. Una esplorazione organizzata, con la filosofia del XXI secolo.
Niente di più sbagliato.
Sembrava di essere nel 90: una traversata su un percorso di trekking che infatti era organizzata dal CAI di Tortona. Molti tratti a piedi, discese che erano belle per che lo erano ..non per i tornantini, le paraboliche o i drop. Abbigliamento di tutti i tipi. Gente diversissima per esperienze ed età. Bici di tutti tipi: dal cancello con cavalletto a Cannondale con rock-shox prima serie.
Il percorso attraversa le Alpi Ligure non attraverso i sentieri scorrevoli o le mulattiere, ma lungo le dorsali delle montagne ripide e impedalabili. Bella Merda. Si lho pensato anche io: Bella Merda!!
Mentre spingevo la bici su pendii al 40% pensavo quante altre variabili pedalabili erano possibili.
E in effetti è così. Uno fa una traversata con la bici e vuole che questa traversata sia il più possibile adatta alle caratteristiche della bici.
COSA E STATO, PERCHE LO E STATO, CHI E STATO.
Non so spiegarvi perché una pedalata a piedi è più bella di una tutta in bici. Non so spiegarlo perché non so il motivo per cui è più bella. Nella mente sono stampate mille immagini che non sono altro che bei ricordi, immagini che voglio dire Gatto, caxxo!! Hai capito?. No, non ho capito. Non lo capirò mai, ma neppure dimenticherò .questi ricordi come altri.
Adesso mi vengono in mente le scritte W COPPI BIANCHI che erano scritte a pennello sui muri di Castellania. Altro che i Murales delle FS, quelle scritte sono storia, passione, ricordi.
Mi vengono in mente le salite ripidissime per arrivare a Giarolo. Mille salite ripide, immerse nelle colline coltivate, intervallate da discese, cascine e fossi. Così diverse dalle salite delle mie montagne: sulle alpi sali e basta prima i castagni, poi i pini, i prati, le rocce e poi la discesa ..le rocce, i prati, i pini, i castagni. Ma su queste montagne di Tortona è un continuo saliscendi con mille scorci, infinite serie di colline che rincorrono fino alla pianura.
Mi vengono in mente i paesini, così diversi dai miei, ma con la gente così uguale alla mie gente. Il negozietto sconosciuto uguale al Buteghin dove compravo gli ovetti Kinder.
Mi viene in mente la salita mai fatta prima, ma con la stesso impegno per farla tutta in sella come per mille altre.
Mi viene in mente il fango argilloso, identico al mio fango argilloso della Brughiera che mi fa incazzare.
Mi viene in mente il freddo, il bruciore ai polpacci, il dolore alla spalla per portare la bici in cima alla salita del monte Ebro.
Mi viene in mente la Croce del monte Ebro, che fischiava nel vento come fischiava 15 anni fa la croce in cima alla Grignetta.
Mi viene in mente la cena, il vino, le caxxate sparate @ manetta, la pisciata nel vento freddo del passo sperduto dove abbiamo dormito.
Mi vengono in mente le faticate per raggiungere il Monte Antola, e le prese per il culo in discesa.
Mi viene in mente la tristezza, ben nascosta ma presente in tutti, per il ritorno in bus senza raggiungere il mare con la bici.
Mi viene in mente ..
COSA SARA, PERCHE LO SARA, CHI SARA.
Abbiamo tutti un conto in sospeso. Prima dellanno prossimo ci saranno mille occasioni per pedalare nel XXI secolo. Però il conto in sospeso sarà sempre li ..il 93 ci aspetta. Dovremo prenderci la rivincita, perché è stato troppo bello soffrire, pedalare, mandare affanculo il meteo. E sarà come è stato questanno, come era stato dieci anni fa con la mia prima mtb nei boschi. E lo sarà perché questanno abbiamo fallito solo nella cosa che sembra fondamentale ma è in realtà meno importante: giungere al mare. La cosa più importante è stato lo spirito. Lo spirito di gruppo, le risate e le incazzature. Ma anche lo spirito di ognuno di noi i ricordi, i racconti e i mal di gambe. E saremo sempre noi, gli amici. E saranno anche altri amici che non sono potuti esserci. E saranno anche quelli che cerano anche questanno, che non ho conosciuto, ma che erano fondamentali come ogni concio di un arco.
Vado a letto, Ciao.
Questo non è un report. Per il report aspettate Muz, Telaio Piegato, Gizzo o gli altri che scrivono meglio di me. Non potrei scrivere un report, non ricordo più niente e poi oggi ho troppi pensieri per la testa. La traversata biblica mi ha fatto riflettere troppo riguardo al modo di interpretare la mtb, e oggi mi preme di più raccontarvi le mie considerazioni.
COSA SAREBBE DOVUTO ESSERE, PERCHE LO SAREBBE STATO, CHI SAREBBE VENUTO.
Roy sono anni che la mena con sta maledetta Castellania-Portofino. La cosa mi ha sempre attizzato, perché dalle descrizioni che mi sono state fatte e che ho letto su TuttoCaccaBike sembrava essere *la gita ideale*. Purtroppo lanno scorso non sono potuto andare per impegni universitari, così questanno ero troppo contento di andare a farla. Caxx.. tre giorni di sola mtb, in compagnia di amici con cui si sta troppo bene assieme, tutti assieme a soffrire in salita e a gridare di gioia in discesa per raggiungere un obiettivo: il mare. Un misto tra Giro dItalia, Transalp, addio al Celibato, cena della Leva, Italia-Germania 3-2, Mortirolo, Cap DAil, National Geographic, Zelig e Carramba che Sorpresa, maratona alle olimpiadi e gimcana delloratorio.
Loccasione ideale, la scusa, per ritagliarsi un fine settimana lungo stando assieme ad amici che condividono la tua stessa passione. Una spina staccata, per ripigliarsi dallo sclero fatto di pixel, layer, telegiornali e variatori. Il sudore, la maglietta cambiata in cima, il trentadue che non sale, o che se è salito non è abbastanza. Le sportellate ai tornanti. I silenzi, le parole che non escono in cima alla salita. I discorsi infiniti, che solo il fiatone fa interrompere. La soddisfazione di avercela fatta, o di vedere che il tuo amico è riuscito a fare in sella. Il confrontare una salita con unaltra. Il chiedere quanto manca. La salita che non finisce mai mentre laffronti, ma che è così corta nei ricordi. La discesa che invece è sempre troppo corta.
La voglia di vivere unavventura simile a quelle che hai invidiato mentre le leggevi oppure mentre il Muz te le raccontava.
Conoscere gente, posti, odori, cibi, rifugi, sassi, fango, mucche, fiori, accenti e vecchie che sono sono così diversi dai tuoi, ma che sembrano fatti con la scopetta copia formato di Word.
Tornare a casa, e non raccontare niente di quello che hai vissuto. Perché è tuo e nessuno lo può capire.
BIGNAMI -MTB-
Negli anni ottanta gli americani avevano le donne con le tette rotonde, ma preferivano scendere dalle montagne con le bici ciccione. Gli italiani avevano la Ferrari, ma preferivano prendere le bici con gomme ciccione e salire a piedi sulle montagne dove fino al giorno prima salivano a piedi.
A noi non piace divertirci, noi dobbiamo sempre dimostrare. E gli inizi della Mtb in Italia sono stati così. Dei pazzi prendevano i loro cancelli, salivano sulle alpi. Cè chi è riuscito ad arrivare sul Gran Paradiso .non si quanto tempo abbia pedalato e quanto spinto. LItaliano cerca la soddisfazione lo spirito.
Agli inizi degli anni novanta, a Cabiate, il giovane Gatto non sapeva nulla dei monti Tamalpais e del Gran Paradiso. Lui era molto giovane, troppo. E voleva esplorare, voleva essere libero e curioso del piccolo mondo che lo circondava. Prendeva la sua mtb, e solo o in compagnia del fratello si divertiva ad esplorare i boschi o le montagne della zona. Ogni volta era una scoperta, una soddisfazione, una caduta. Ma ogni volta imparava qualcosa, capiva cosa cera nascosto dietro quella voglia di andare per i boschi.
Così andare in mtb non era altro che andare ogni volta in posti nuovi, sia per vederli sia per scoprire se erano pedalabili. Ma la bellezza delle discese e la pedalabilità delle salite non contavano. Limportante era semplicemente viaggiare, scoprire, essere soddisfatti. Molto soddisfatti.
In questi quasi quindici anni di mtb, sono molto cambiato. Ma è molto cambiata anche la filosofia del mountain-biking. Si è passati attraverso fasi alterne a filosofie estreme. Dallescursionismo con bici a spalla, alle gare simil-bitumare. Arrivando infine alla ricerca esasperata del divertimento, che dimentica la soddisfazione spirituale che solo la fatica e lambiente ti possono dare.
Non rimpiango niente, ogni volta mi sembra che tutto stia migliorando. E mi dimentico quanto era bello quello che facevo prima.
COSE, PERCHE, CHI E.
Torniamo alla Castellania-Portofino. Dai racconti di chi lha fatta prima di me mi immaginavo una semplice traversata a pedali. Una esplorazione organizzata, con la filosofia del XXI secolo.
Niente di più sbagliato.
Sembrava di essere nel 90: una traversata su un percorso di trekking che infatti era organizzata dal CAI di Tortona. Molti tratti a piedi, discese che erano belle per che lo erano ..non per i tornantini, le paraboliche o i drop. Abbigliamento di tutti i tipi. Gente diversissima per esperienze ed età. Bici di tutti tipi: dal cancello con cavalletto a Cannondale con rock-shox prima serie.
Il percorso attraversa le Alpi Ligure non attraverso i sentieri scorrevoli o le mulattiere, ma lungo le dorsali delle montagne ripide e impedalabili. Bella Merda. Si lho pensato anche io: Bella Merda!!
Mentre spingevo la bici su pendii al 40% pensavo quante altre variabili pedalabili erano possibili.
E in effetti è così. Uno fa una traversata con la bici e vuole che questa traversata sia il più possibile adatta alle caratteristiche della bici.
COSA E STATO, PERCHE LO E STATO, CHI E STATO.
Non so spiegarvi perché una pedalata a piedi è più bella di una tutta in bici. Non so spiegarlo perché non so il motivo per cui è più bella. Nella mente sono stampate mille immagini che non sono altro che bei ricordi, immagini che voglio dire Gatto, caxxo!! Hai capito?. No, non ho capito. Non lo capirò mai, ma neppure dimenticherò .questi ricordi come altri.
Adesso mi vengono in mente le scritte W COPPI BIANCHI che erano scritte a pennello sui muri di Castellania. Altro che i Murales delle FS, quelle scritte sono storia, passione, ricordi.
Mi vengono in mente le salite ripidissime per arrivare a Giarolo. Mille salite ripide, immerse nelle colline coltivate, intervallate da discese, cascine e fossi. Così diverse dalle salite delle mie montagne: sulle alpi sali e basta prima i castagni, poi i pini, i prati, le rocce e poi la discesa ..le rocce, i prati, i pini, i castagni. Ma su queste montagne di Tortona è un continuo saliscendi con mille scorci, infinite serie di colline che rincorrono fino alla pianura.
Mi vengono in mente i paesini, così diversi dai miei, ma con la gente così uguale alla mie gente. Il negozietto sconosciuto uguale al Buteghin dove compravo gli ovetti Kinder.
Mi viene in mente la salita mai fatta prima, ma con la stesso impegno per farla tutta in sella come per mille altre.
Mi viene in mente il fango argilloso, identico al mio fango argilloso della Brughiera che mi fa incazzare.
Mi viene in mente il freddo, il bruciore ai polpacci, il dolore alla spalla per portare la bici in cima alla salita del monte Ebro.
Mi viene in mente la Croce del monte Ebro, che fischiava nel vento come fischiava 15 anni fa la croce in cima alla Grignetta.
Mi viene in mente la cena, il vino, le caxxate sparate @ manetta, la pisciata nel vento freddo del passo sperduto dove abbiamo dormito.
Mi vengono in mente le faticate per raggiungere il Monte Antola, e le prese per il culo in discesa.
Mi viene in mente la tristezza, ben nascosta ma presente in tutti, per il ritorno in bus senza raggiungere il mare con la bici.
Mi viene in mente ..
COSA SARA, PERCHE LO SARA, CHI SARA.
Abbiamo tutti un conto in sospeso. Prima dellanno prossimo ci saranno mille occasioni per pedalare nel XXI secolo. Però il conto in sospeso sarà sempre li ..il 93 ci aspetta. Dovremo prenderci la rivincita, perché è stato troppo bello soffrire, pedalare, mandare affanculo il meteo. E sarà come è stato questanno, come era stato dieci anni fa con la mia prima mtb nei boschi. E lo sarà perché questanno abbiamo fallito solo nella cosa che sembra fondamentale ma è in realtà meno importante: giungere al mare. La cosa più importante è stato lo spirito. Lo spirito di gruppo, le risate e le incazzature. Ma anche lo spirito di ognuno di noi i ricordi, i racconti e i mal di gambe. E saremo sempre noi, gli amici. E saranno anche altri amici che non sono potuti esserci. E saranno anche quelli che cerano anche questanno, che non ho conosciuto, ma che erano fondamentali come ogni concio di un arco.
Vado a letto, Ciao.