attendo...attendo...attendo...
e dopo altre 15 giorni arriva!!!!!
Vado a prenderla e la porto a casa...
...Soggezione!
Ho paura anche a togliere una ruota operazione che con la D.P. facevo un paio di volte al giorno la sfioro, la guardo in continuazione pensando sarà troppo per me e invece comincio a pedalare ed è una sensazione spettacolare.
Ora si che ho una mauntanbaik, una vera mauntanbaik.
Torno a Framura e con il nuovo giocattolo mi mangio la rampa che non riuscivo a fare.
In discesa è una cannonata i freni sono spaventosi è una full e pesa 2 kili meno della front che avevo prima. In sella alla mia stumpy conquisterò la Val Gardena!
La bici è fantasica, leggerissima e comodissima! Un concentrato di tecnologia. Converto la D.P. a muletto cittadino e continuo a pedalare la Stumpy a Framura scoprendo che proprio a 15 minuti di treno cè Sestri Levante dove si corre la Superenduro. Beh ora che ho una full anche se non è proprio da enduro io, la Brekkanekka, me la vado a fare.
E me la faccio, prendo il treno da Framura con la bici e vado alla ricerca della salita e del tracciato SE.
A naso, e dopo un paio di sviste, arrivo allo spiazzo dei pic-nic da dove partono le discese.
Emozione.
Preparo la belva per la discesa, sblocco lammo apro la forka sgonfio le ruote e cambio maglietta. Metto le protezioni e abbasso la sella. Bevo mi rifocillo e parto.
Il primo pezzo è un toboghino veloce con saltini naturali davvero bello da guidare, con tracce di passaggi da tutte le parti. Sensazione straordinaria. Sono su un single track a cannone, di quelli che fino a un mese prima vedevo solo sulle riviste e ci sbavavo sopra.
Il fondo si trasforma rapidamente e mi ritrovo su un tratto tecnico con molte rocce e diversi ripidi. Riduco la velocità e mi fermo con le mani e gli avambracci in fiamme.
Sono ancora molto indietro come condizione fisica ma va bene così spero solo di non farmi troppo male.
Riparto e cerco di superare tutti i passaggi in sella ma sulla seconda parte della discesa quando il livello tecnico si fa più crasto scendo e accompagno la bici. Devo comunque portare a casa la pellaccia.
Non cè fretta, mi dico, ce la farai come con la rampa di Framura è solo questione di tempo, pratica e testa.
Comunque sono soddisfatto, sarò sceso un paio di volte dalla bici sui puntio più ripidi e scassati.
Questo è uno sport meraviglioso, ormai è una certezza. Vorrei una seggiovia che mi riporti su allo spiazzo dei picnic perché di pedalare non se ne parla proprio più. Almeno per oggi. Riprendo il treno e me ne torno a Framura dove mi butto in acqua morto ma contento parecchio contento.
Siamo a Giugno inoltrato e la Brekkanekka lho fatta un altro paio di volte. Riesco a farla tutta in sella, lho anche fatta due volte in un giorno. La forma cresce e la confidenza con il mezzo anche.
Adoro la mia Mtb mi da delle soddisfazioni enormi in salita e in discesa. La odio e vorrei disintegrarla solo quando sono in salita con 35 gradi e gocciolo sullorzzontale come una canna aperta. Ma fa parte del gioco ed è giusto così.
Ormai sono pronto credo proprio che andrò a Ortisei, Val Gardena, dove farò il giro Rascesa/Seceda fino alla Val Lunga.
E Luglio e in macchina con me cè la Stumpy, La cassetta degli attrezzi, un po di copertoni nuovi e qualche vestito. Sono sul Brennero e alluscita BZ nord manca poco.
Esco al casello ed in meno di mezzora sono a casa, a Ortisei. Il tempo è perfetto e lindomani è previsto uguale. Il gran giorno è arrivato: conquisterò le dolomiti.
Ho 4/5 giorni a disposizione e quindi decido di fare il giro facendo la prima e mostruosa salita pedalando. In seggiovia la faro il giorno seguente se avrò le gambe di legno.
La salita è una mazzata totale sono 6/7 Km per oltre 800 metri di dislivello con la pendenza che non ti molla mai. Lultimo tratto in sterrato fino al rifugio Rascesa lo faccio a spinta con lo sguardo fisso a terra e allucinazioni visive olfattive e uditive. Durante la salita ho finito acqua e barrette e mi trovo sullultimo tratto, quello sterrato, assolutamente in sintonia con la parola Fatica. Le mucche mi guardano perplesse.
Voglio solo accasciarmi per terra e lasciarmi morire, il pensiero che mi rimbomba è il più classico degli ammonimenti hai voluto la bicicletta . nella versione mo spingi.
Spingo, spingo per una buona mezzora ma sembra un eternità, passo dopo passo arrivo al rifugio Rascesa che ovviamente è chiuso, nel senso che non esiste più!
Bene mi dico e adesso? Devo trovare del cibo e dellacqua ma fino alla Brogles (dista qualche chilometro di saliscendi) non ci arrivo di sicuro. Mi metto in bici e comincio la strada, molto lentamente affronto il bellissimo sentiero che in quota porta verso la Malga Brogles. Dopo qualche centinaio di metri noto la baita vicino allarrivo della seggiovia. Mi ci fiondo. Parcheggio la stumpy di fianco al tavolo e spacco la cucina. Il tipo della baita è talmente contento che mi offre un paio di Williams (grappette alla pera) che completano un pranzo mai così necessario.
Recuperate le energie (questa è un di quelle frasi delle quali ho capito il vero significato pedalando) mi metto in sella e comincio la strada verso la Brogles, una passeggiata che ho fatto tantissime volte sia a piedi che a cavallo e che ora sto facendo in bici. Flash!
La strada è tranquilla ci sono le mucche i soliti cavalli avelliniesi, i passeggiatori e molti altri biker. E' un saliscendi carrozzabile, che poi si stringe a sentiero e arriva ad un bivio. A sinistra si va alla Brogles a destra inizia il single track che porta al Furnes (stazione intermedia per la salita in funivia al Seceda).
Visto che ho già mangiato mi fermo un attimo sul bivio, abbasso la sella, e giù! Verso il Furnes.
Qui il pensiero che rimbomba nella testa è: hai voluto la bicicletta nella versione mo godi.
E godo, eccome se godo.
Arrivo al Furnes che non ci credo. Lho fatta praticamente dun fiato arrivo con le braccia di marmo ma il sorriso che unisce i lobi delle orecchie, la bici infangata perché in alto cera fango per via della neve non del tutto sciolta.
Lacrime di gioia.
Carico la biga sulla funivia e salgo al Seceda (.ca 2500 metri di altezza) da li mi butto sul sentiero che va verso il rifugio Firenze costeggiando le Odle, nel parco del Puez.
Il panorama mi è molto familiare conosco bene le valli sia con la neve che senza ma in bici mi sembrano diverse, sono diverse.
Dopo un bel giretto per sentieri e pietraie arrivo al Firenze mi fermo, mi rifocillo e riparto per la discesa fino alla Val Lunga, e da li fino a Selva (ultimo paese della Val Gardena. Il ritorno da Selva a Ortisei lo faccio in statale, in discesa e con molta calma. Ripenso a dove sono stato in quella straordinaria giornata di MTB.
La Val Gardena è conquistata e nei giorni successivi la conquisterò altre volte: con la seggiovia e di nuovo pedalando , facendo meno fatica a salire e trovando alternative a scendere. Ora la casa in Val gardena non cè più ma un pensiero meraviglioso si fa largo nella mente: quanti posti esisteranno al mondo da esplorare con la bici ed una sola risposta rimbomba ancora adesso beh!... Andiamo a vedere!.
FINE
PARTE I qui sotto
http://www.mtb-forum.it/community/forum/showthread.php?t=157252
e dopo altre 15 giorni arriva!!!!!
Vado a prenderla e la porto a casa...
...Soggezione!
Ho paura anche a togliere una ruota operazione che con la D.P. facevo un paio di volte al giorno la sfioro, la guardo in continuazione pensando sarà troppo per me e invece comincio a pedalare ed è una sensazione spettacolare.
Ora si che ho una mauntanbaik, una vera mauntanbaik.
Torno a Framura e con il nuovo giocattolo mi mangio la rampa che non riuscivo a fare.
In discesa è una cannonata i freni sono spaventosi è una full e pesa 2 kili meno della front che avevo prima. In sella alla mia stumpy conquisterò la Val Gardena!
La bici è fantasica, leggerissima e comodissima! Un concentrato di tecnologia. Converto la D.P. a muletto cittadino e continuo a pedalare la Stumpy a Framura scoprendo che proprio a 15 minuti di treno cè Sestri Levante dove si corre la Superenduro. Beh ora che ho una full anche se non è proprio da enduro io, la Brekkanekka, me la vado a fare.
E me la faccio, prendo il treno da Framura con la bici e vado alla ricerca della salita e del tracciato SE.
A naso, e dopo un paio di sviste, arrivo allo spiazzo dei pic-nic da dove partono le discese.
Emozione.
Preparo la belva per la discesa, sblocco lammo apro la forka sgonfio le ruote e cambio maglietta. Metto le protezioni e abbasso la sella. Bevo mi rifocillo e parto.
Il primo pezzo è un toboghino veloce con saltini naturali davvero bello da guidare, con tracce di passaggi da tutte le parti. Sensazione straordinaria. Sono su un single track a cannone, di quelli che fino a un mese prima vedevo solo sulle riviste e ci sbavavo sopra.
Il fondo si trasforma rapidamente e mi ritrovo su un tratto tecnico con molte rocce e diversi ripidi. Riduco la velocità e mi fermo con le mani e gli avambracci in fiamme.
Sono ancora molto indietro come condizione fisica ma va bene così spero solo di non farmi troppo male.
Riparto e cerco di superare tutti i passaggi in sella ma sulla seconda parte della discesa quando il livello tecnico si fa più crasto scendo e accompagno la bici. Devo comunque portare a casa la pellaccia.
Non cè fretta, mi dico, ce la farai come con la rampa di Framura è solo questione di tempo, pratica e testa.
Comunque sono soddisfatto, sarò sceso un paio di volte dalla bici sui puntio più ripidi e scassati.
Questo è uno sport meraviglioso, ormai è una certezza. Vorrei una seggiovia che mi riporti su allo spiazzo dei picnic perché di pedalare non se ne parla proprio più. Almeno per oggi. Riprendo il treno e me ne torno a Framura dove mi butto in acqua morto ma contento parecchio contento.
Siamo a Giugno inoltrato e la Brekkanekka lho fatta un altro paio di volte. Riesco a farla tutta in sella, lho anche fatta due volte in un giorno. La forma cresce e la confidenza con il mezzo anche.
Adoro la mia Mtb mi da delle soddisfazioni enormi in salita e in discesa. La odio e vorrei disintegrarla solo quando sono in salita con 35 gradi e gocciolo sullorzzontale come una canna aperta. Ma fa parte del gioco ed è giusto così.
Ormai sono pronto credo proprio che andrò a Ortisei, Val Gardena, dove farò il giro Rascesa/Seceda fino alla Val Lunga.
E Luglio e in macchina con me cè la Stumpy, La cassetta degli attrezzi, un po di copertoni nuovi e qualche vestito. Sono sul Brennero e alluscita BZ nord manca poco.
Esco al casello ed in meno di mezzora sono a casa, a Ortisei. Il tempo è perfetto e lindomani è previsto uguale. Il gran giorno è arrivato: conquisterò le dolomiti.
Ho 4/5 giorni a disposizione e quindi decido di fare il giro facendo la prima e mostruosa salita pedalando. In seggiovia la faro il giorno seguente se avrò le gambe di legno.
La salita è una mazzata totale sono 6/7 Km per oltre 800 metri di dislivello con la pendenza che non ti molla mai. Lultimo tratto in sterrato fino al rifugio Rascesa lo faccio a spinta con lo sguardo fisso a terra e allucinazioni visive olfattive e uditive. Durante la salita ho finito acqua e barrette e mi trovo sullultimo tratto, quello sterrato, assolutamente in sintonia con la parola Fatica. Le mucche mi guardano perplesse.
Voglio solo accasciarmi per terra e lasciarmi morire, il pensiero che mi rimbomba è il più classico degli ammonimenti hai voluto la bicicletta . nella versione mo spingi.
Spingo, spingo per una buona mezzora ma sembra un eternità, passo dopo passo arrivo al rifugio Rascesa che ovviamente è chiuso, nel senso che non esiste più!
Bene mi dico e adesso? Devo trovare del cibo e dellacqua ma fino alla Brogles (dista qualche chilometro di saliscendi) non ci arrivo di sicuro. Mi metto in bici e comincio la strada, molto lentamente affronto il bellissimo sentiero che in quota porta verso la Malga Brogles. Dopo qualche centinaio di metri noto la baita vicino allarrivo della seggiovia. Mi ci fiondo. Parcheggio la stumpy di fianco al tavolo e spacco la cucina. Il tipo della baita è talmente contento che mi offre un paio di Williams (grappette alla pera) che completano un pranzo mai così necessario.
Recuperate le energie (questa è un di quelle frasi delle quali ho capito il vero significato pedalando) mi metto in sella e comincio la strada verso la Brogles, una passeggiata che ho fatto tantissime volte sia a piedi che a cavallo e che ora sto facendo in bici. Flash!
La strada è tranquilla ci sono le mucche i soliti cavalli avelliniesi, i passeggiatori e molti altri biker. E' un saliscendi carrozzabile, che poi si stringe a sentiero e arriva ad un bivio. A sinistra si va alla Brogles a destra inizia il single track che porta al Furnes (stazione intermedia per la salita in funivia al Seceda).
Visto che ho già mangiato mi fermo un attimo sul bivio, abbasso la sella, e giù! Verso il Furnes.
Qui il pensiero che rimbomba nella testa è: hai voluto la bicicletta nella versione mo godi.
E godo, eccome se godo.
Arrivo al Furnes che non ci credo. Lho fatta praticamente dun fiato arrivo con le braccia di marmo ma il sorriso che unisce i lobi delle orecchie, la bici infangata perché in alto cera fango per via della neve non del tutto sciolta.
Lacrime di gioia.
Carico la biga sulla funivia e salgo al Seceda (.ca 2500 metri di altezza) da li mi butto sul sentiero che va verso il rifugio Firenze costeggiando le Odle, nel parco del Puez.
Il panorama mi è molto familiare conosco bene le valli sia con la neve che senza ma in bici mi sembrano diverse, sono diverse.
Dopo un bel giretto per sentieri e pietraie arrivo al Firenze mi fermo, mi rifocillo e riparto per la discesa fino alla Val Lunga, e da li fino a Selva (ultimo paese della Val Gardena. Il ritorno da Selva a Ortisei lo faccio in statale, in discesa e con molta calma. Ripenso a dove sono stato in quella straordinaria giornata di MTB.
La Val Gardena è conquistata e nei giorni successivi la conquisterò altre volte: con la seggiovia e di nuovo pedalando , facendo meno fatica a salire e trovando alternative a scendere. Ora la casa in Val gardena non cè più ma un pensiero meraviglioso si fa largo nella mente: quanti posti esisteranno al mondo da esplorare con la bici ed una sola risposta rimbomba ancora adesso beh!... Andiamo a vedere!.
FINE
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